domenica 30 giugno 2019

Un donatore mancato


Una cosa che mi sarebbe piaciuto fare ma che purtroppo non ho potuto è quella di iscrivermi all'AVIS per donare il sangue.

Già ai tempi dell'università ero andato a informarmi e avevo fatto tutte le pratiche per diventare donatore.
Dopo tutti gli esami di rito per valutare l'idoneità sembrava tutto in ordine e mancava solo l'ultima visita per poi poter cominciare le donazioni.

Durante quest'ultima visita proprio mentre stavamo chiudendo la pratica, chiacchierando è saltato fuori che avevo un po' di psoriasi sui polpacci.
A quel punto il medico ha interrotto tutto.
Ha detto che la psoriasi, che è una malattia che provoca delle eruzioni cutanee, non si può donare il sangue.

Quindi il mio desiderio di fare qualcosa di utile è stato bloccato sul nascere.

Mi è davvero dispiaciuto, ma è una di quelle cose che anche con tutta la buona volontà non potevo modificare.
Sì, perché a dispetto di tutto quello che mi hanno fatto fare i vari dermatologi e medici per combatterla la psoriasi non se ne è andata.
Quando, dopo aver fatto appunto più e più cure diverse, ho scoperto che era una cosa da cui non sarei mai guarito me ne sono fatto una ragione e non ho più consultato nè medici nè specialisti e me la sono tenuta mettendoci un po' di crema idratante quando mi prudeva troppo.

Adesso se ne è quasi andata. Non chiedetemi perché, di teorie su questa malattia ce ne sono anche troppe, anni fa era aumentata parecchio, poi ha cominciato a diminuire e adesso sta quasi sparendo.

Io semplicemente ne prendo atto.

sabato 29 giugno 2019

Si fa o non si fa?


Stasera si è ripresentato il dilemma del cruciverba.

Una volta quando si facevano cruciverba e ci si imbatteva in qualche definizione sconosciuta e non ricavabile dagli incroci si cominciavano a sfogliare l'atlante geografico e l'enciclopedia a caccia ricerca della risposta.

Oggi c'è internet, e con un paio di clic si può trovare la risposta praticamente a qualsiasi astrusa definizione che la mente del cruciverbista possa inventarsi.

La questione è questa:

Quanto è lecito cercare le risposte alle definizioni su internet?

Lo possiamo paragonare allo scartabellare su atlanti ed enciclopedie o la ricerca su internet non ha lo stesso spessore?

E chi, come credo ormai tutti, non ha più in casa l'enciclopedia o se ce l'ha è l'eredita di famiglia dal 1930?
E quando l'unico atlante è un residuato delle scuole medie dove ci sono ancora l'URSS, la Jugoslavia e la Cecoslovacchia?

La questione è davvero spinosa e complicata.

Io la risolvo ricorrendo alla ricerca su internet solo in casi davvero estremi e dopo aver tentato in tutti i modi di arrivare alla soluzione grazie agli incroci con le altre definizioni.
Un po' come si faceva una volta,: lo sbattimento della ricerca fra i 25 tomi dell'enciclopedia era l'ultima spiaggia prima della disperazione...

venerdì 28 giugno 2019

Ancora del tempo?


Lo so che parlare del tempo è scontato e che ci sarebbero un miliardo di altri argomenti più interessanti, ma in questo momento le condizioni climatiche monopolizzano qualsiasi attenzione.
Col caldo che fa anche le idee sudano e non hanno voglia di muoversi.

E' anche vero che forse prendere la scusa del caldo per fare un post inutile non è così valida, visto che stamattina sono scappato da Milano per salire a Gerola.

Non che qui faccia freddo, anzi, credo che così caldo non l'abbia mai fatto, ma paragonato alla canicola milanese i quasi 30 gradi di montagna sono una gradevole frescura.

Perciò per oggi, dopo una notte appiccicato alle lenzuola, un viaggio a -15 nell'aria condizionata a palla del treno in ritardo di quasi mezz'ora e la conseguente attesa della corriera sotto il sole cocente, mi prendo la libertà di esprimere il mio compiacimento per la nottata che mi aspetta e che potrebbe anche richiedere una copertina!

Da domani prometto di non parlare più del tempo. Almeno per questa stagione.

mercoledì 26 giugno 2019

Caldo e acqua


Stamattina ero piuttosto spaventato all'idea di passare la torrida giornata che si prospettava a sudare in casa, quindi ho approfittato del fatto che a pranzo mi sarei trovato con un ex collega per uscire presto e rifugiarmi a Citylife.

Arrivato là ho potuto apprezzare il fatto che non era necessario rifugiarmi nell'aria condizionata, passeggiare nel parco intorno alle tre torri era gradevole, ventilato e tranquillo. Almeno fino alle 11, poi diciamo che l'aria condizionata del centro commerciale ha cominciato ad avere un suo fascino...

Ormai le torri sono quasi concluse, mancano solo gli ultimi piani della terza, che a vederla così sembra costruita da un muratore ubriaco che ha perso la livella. Le solette fra un piano e l'altro sembrano pendere in tutte le direzioni! Poi però se lo si guarda dal davanti sembrano dritte... mah...

Comunque, tornando al mio giro, a pranzo mi sono trovato con l'ex collega e ci siamo strafogati di sushi all'allyoucaneat e a panza piena siamo usciti sulla strada infuocata che tutto d'un colpo ha fatto evaporare qualsiasi liquido che avevamo in corpo.

Dopo esserci salutati ho visto, proprio dall'altra parte della strada, un cartello della Centrale dell'acqua di Milano.
Non avendone mai sentito parlare mi sono avvicinato e ho scoperto che è una vecchia stazione di pompaggio dell'acqua convertita in museo.

All'interno, oltre a una frescura rigenerante, alcuni vecchi macchinari e diversi spazi multimediali per conoscere la storia e l'attualità dell'acqua e dell'impianto idrico milanese.

Un'altra piccola perla scoperta per caso in questa città sempre piena di sorprese.

Poi mi sono incamminato verso casa imponendomi di non cedere alla tentazione di restare sul metrò fresco per tutta la sera.

martedì 25 giugno 2019

Giornata da non-shopping


Stamattina sono uscito diretto in centro per fare shopping, o almeno provarci...

Cercavo pantaloncini, magliette, un cappellino e poi mi sarei fatto guidare dall'istinto del momento per altri acquisti.

Ma l'istinto del momento mi ha abbandonato piuttosto presto.

Da un negozio strapieno di articoli sportivi con pantaloncini e magliette di tutte le fogge e i materiali, dopo aver girato e rigirato sono uscito a mani vuote.
Lo stesso è successo nei negozi di abbigliamento di via Torino in cui sono stato, tanti modelli, tanta scelta, ma nessun istinto di acquisto.

L'unica cosa per cui ho potuto trovare una scusa per il fatto di non averlo comprato è il cappellino, tutti taglia unica e, col mio crapone, mi stavano stretti, ma per il resto non so che scusa trovare.

Sarà che quando non è "giornata da shopping" qualunque cosa non va bene, non si trova niente di bello, niente che attiri l'attenzione.
Quindi me ne sono tornato a casa con in mano le stesse cose che avevo quando sono uscito.

Poi magari capiterà che una volta che sono in giro a caso senza nessuna velleità di acquisto mi prenda il raptus e tutte le cose che oggi non andavano bene le riterrò perfette.

Però una volta tornato col metrò mi sono fermato al mercato e ho preso frutta e verdura che con questo clima sono le uniche cose che viene voglia di mangiare. Quindi la giornata di acquisti non è stata completamente inutile...

lunedì 24 giugno 2019

Caldo rientro


E dopo un sabato piovoso al freddo e al gelo e una domenica al bel calduccio ventilato della montagna il lunedì termina con una torrida serata di rientro a Milano.

Che poi uno per rendersene conto ci mette un po', in treno c'è l'aria condizionata e quando scendi in Centrale ti rendi conto cosa prova un panino crudo che entra nel forno. Ma dai la colpa al fatto che ci sono i treni, che sei sotto la serra della stazione, alla marea di gente assiepata all'uscita e a mille altre cose.

Quindi scendi in metropolitana senza nemmeno vedere il colore del cielo e appena sali sul metrò hai quell'effetto ghiacciaia che è appena smorzato dal "calore umano" delle persone che premono in tutte le direzioni.

Alla fine arrivi alla tua fermata, sali le scale verso il mondo di superficie e il sole ti colpisce come il soffio di un drago, in un secondo sei boccheggiante e fradicio di sudore e cominci a guardarti intorno disperato alla ricerca di qualcosa che faccia ombra.

Se poi sei fortunato e non è mezzogiorno magari trovi un lato della strada che non è battuto dal sole, magari anche con un refolino d'aria che ti permette di riempire di nuovo d'aria i polmoni.

La mia fortuna è che una ventina di metri dopo il trauma dell'uscita al sole su un piazzale di asfalto e cemento comincia il viale alberato e ombroso che mi conduce fino a casa.

Poi entri in casa e hai quella falsa sensazione di fresco, ti togli di dosso tutto quello che puoi toglierti, ti siedi un momento per completare la "fase sudatoria", che nemmeno in sauna è così efficace, in trepidante attesa di poterti buttare sotto la doccia e toglierti di dosso quello straterello di caldo che ti avvolge peggio che se fossi arrotolato nel domopack.

Resti sotto la doccia fino a quando cominciano a spuntare le branchie perché sai benissimo che una volta uscito ci saranno solo pochi minuti di grazia in cui ti sentirai fresco e pulito prima di ricadere nella spirale dell'afa.

Ma non lamentiamoci, fino a due settimane fa ci si lamentava che si doveva ancora andare in giro con la giaccavento... Adesso quel problema non l'abbiamo più...

domenica 23 giugno 2019

Ansia da colore


La mamma ha deciso imbiancare e cambiare i colori dei muri di tutta la casa.

E fin qui nulla di strano, la voglia di cambiare e la voglia di  rinnovare ben venga! Peccato che davanti a un campionario di colori quasi infinito la cosa è diventata una specie di incubo.

La sala la facciamo arancione. E su questo poche perplessità.

Poi è arrivato il momento di decidere il colore della camera da letto e lì si è scatenato il delirio.

Si comincia a valutare una tonalità sul lilla e sembra vada bene, ma con poca convinzione allora magari arancione anche lì? No, troppo scuro.

Per cercare di rendere l'idea del colore ho fatto una foto alla camera e col computer le ho colorato i muri con la tonalità scelta.

"Noooo così è troppo da quaresima, magari un po' più chiaro"

Schiarisci e schiarisci finchè "Ecco magari così!"
Praticamente era bianco...
"Guarda che la si può anche fare bianca... nessuno dice che devi colorarla se non ti piace..."

E poi il colore dell'altra camera, quella dove sta a cucire e lì un'altra esperienza al limite del paradossale: "Però la vorrei diversa dalla sala... però non so, voi cosa dite? Ma così non è troppo scura? "

Morale della favola eravamo tutti sconvolti e non ne potevamo più di vedere campioni di colore.

L'incubo di qualsiasi imbianchino.

Alla fine esasperati abbiamo abbandonato il discorso e ce ne siamo andati a fare un giro al sole con il divieto di parlare ancora di colori, tinte e campioni.

E quando sarà il momento di imbiancare vedremo cosa combineremo...

sabato 22 giugno 2019

Storie per i nipoti


Ed eccoli, i miei nipotini che allegri e contenti si appostano sulle ginocchia dello zio in attesa di sentire qualche storiella aspettando l'ora di cena.

Una volta prendevamo un libro e leggevamo le storie, ma, visto che quando la storia non mi piace comincio a inventare, anche loro hanno capito che con lo zio il libro non serve.

Loro propongono i personaggi, per Agata sono sempre un lupo una volpe e l'omino pandizenzero, per Isacco è sempre la tartaruga.

E vai tu a inventare una storia con il pandizenzero e il lupo che non finisca col lupo che si mangia il biscotto...

Ma va bene lo stesso, loro non sono un pubblico troppo esigente, basta che gli fai un po' di scene e di voci strane e non conta se la storia è nuova o già raccontata 100 volte, va bene lo stesso.

Poi arrivano anche mamma e papà per la cena e dopo mangiato comincia l'escalation di stupidera che culmina con i giochi più assurdi, rumorosi e spericolati.
Quei giochi divertentissimi alla fine dei quali c'è qualcuno che piange perchè si è fatto male o l'esasperazione degli adulti che non sanno più cosa fare per evitarlo.

Il seguito della serata è a carico dei genitori, e in casa della nonna scende il silenzio, un silenzio che sembra irreale dopo tanta vivacità.

venerdì 21 giugno 2019

Rileggo e correggo


Ieri ero in piena attività di rilettura e correzione della prima stesura del mio romanzo che, non so se l'ho già detto, finalmente è arrivato alla sua conclusione.

Quando era in fase di creazione spesso mi mettevo davanti al computer ed essendo scarso di idee mi mettevo a giocare per poi rimproverarmi e costringermi a smettere di cazzeggiare.

Da quando l'ho finito e sono in fase di rilettura e correzione le cose sono drasticamente cambiate (per fortuna). Comincio a rileggere, correggo una parola qui una frase là, rivedo un dialogo, aggiungo qualche pezzo, ne tolgo qualche altro e a un certo punto mi ritrovo ad aver passato ore senza interruzioni e allora mi devo imporre di fermarmi e fare qualcos'altro almeno per un momento.

A un certo punto, mentre stavo finendo la "seconda rilettura" mi è passato per la testa un pensiero che mi ha messo in crisi.

Questo romanzo è piuttosto breve, una quarantina di pagine A4, e rileggerlo non è particolarmente impegnativo.

Il pensiero che mi ha colto è stato "Ma nel momento che scrivessi un romanzo di 300 pagine e me lo devo rileggere più volte come ne uscirei?"

Credo che l'aver cominciato con un "romanzo breve" sia stata un'ottima idea, l'idea di rileggersi più volte un libro di 300 pagine con pure la necessità di valutare anche com'è scritto apportando correzioni e modifiche dev'essere un lavoraccio! Ancora più impegnativo che inventarsi la storia.

Poi però mi sono tranquillizzato rendendomi conto che una volta finita la "prima bozza" e aver spremuto l'estro creativo per arrivare a una conclusione con alti e bassi, con blocchi e crisi, la rilettura non è soggetta agli sbalzi di umore che bloccano la creatività.

La storia ormai c'è, è fatta, non c'è più l'ansia di non saper cosa scrivere, si tratta solo di riaggiustarla in modo coerente e leggibile, di sviluppare punti lasciati solo abbozzati, ridurre scene  troppo dilungate e ovviamente, il lavoro più rognoso: correggere gli errori di battitura!
Perché ci saranno pure fior fiore di correttori ortografici sul computer, ma qualche errore non rilevato salta sempre fuori!

Rileggendolo poi ci si rende anche conto di qual'era lo stato d'animo durante la prima stesura delle varie scene.
Nei momenti di vivace creatività ci sono scene vivaci, già abbastanza in ordine e chiare nei loro contenuti.
In altre scene c'è confusione, concetti espressi male, frasi buttate là senza apparentemente nè capo nè coda, sono probabilmente di quei momenti di scrittura a mente ferma, quelle scritte solo perchè dovevo pur scrivere qualcosa, e nella rilettura le vado praticamente a riscrivere.

E mi sono reso conto che anche la rilettura è una fase molto interessante della scrittura, riorganizzare le idee può essere stimolante quanto crearle.

E adesso dovrò capire quanto va riletto un testo prima di decidersi a considerarlo concluso. Credo che se lo rileggessi anche 100 volte troverei sempre qualche piccola modifica o qualche correzione da fargli. E poi ovviamente, essendo una cosa che hai fatto tu, non è facile uscire dai binari che ti hanno portato a scrivere una cosa in un certo modo...

Credo sia proprio per questo che esistono quelle figure che si chiamano editor, persone che prendono i manoscritti degli scrittori, li esaminano, li ribaltano, li esplorano nei minimi dettagli e poi propongono allo scrittore le modifiche che li renderanno effettivamente degni di pubblicazione.

Ma questa fase per ora la lascio ai professionisti, per ora io mi godo il mio piccolo romanzo nell'illusione di aver fatto un buon lavoro.

giovedì 20 giugno 2019

l'assemblea


Stasera ho fatto tardi... ma stavolta non per colpa mia. Giuro

Erano le sei e mezza, mi stavo godendo la fine della rilettura e correzione del mio romanzo quando sento dal piano di sopra rumori di sedie spostate.
Visto che al piano di sopra non ci abita nessuno e c'è solo il solaio mi è tornato in mente che proprio stasera c'era l'assemblea condominiale!

Come al solito me ne ero scordato, ma quando l'assemblea si svolge esattamente sopra la tua testa non puoi fingere di non saperlo e ignorarla, quindi mi sono messo addosso qualcosa di presentabile (in casa ero in canottiera e piedi nudi) e sono salito a godermi il supplizio.

Non è che vadano poi così male le assemblee, è solo che per qualsiasi scemata ci si perde un sacco di tempo perché ognuno deve dire la sua, la maggior parte delle volte a sproposito o comincia a filosofare su cose che non c'entrano nulla con quello su cui si sta discutendo.

Va beh, alla fine in qualche modo abbiamo preso le decisioni che dovevamo prendere (per fortuna solo un paio) e abbiamo, all'alba delle 9 aggiornato la seduta.

L'assemblea di condominio è quella cosa che sai quando comincia (salvo ritardatari) ma non sai mai quando riesci a liberartene.

martedì 18 giugno 2019

Però si presenta bene


Ieri dopo aver visto l'ennesima ricetta su facebook ho deciso di provarne una.

Ci sono ricette spettacolari, almeno alla vista, ma quasi tutte hanno delle presentazioni talmente particolari che ti chiedi in quale occasione ti metteresti mai a fare cose del genere, oppure sono strapiene di nutella e simili.

Quella che ho visto ieri era così particolare e senza il solito miliardo di ingredienti che mi sono finalmente deciso a provarla.

E' una torta con farina di farro, zucchero di canna, cacao, avocado, granella di pistacchi e latte di mandorle e nient'altro. Ah già un paio di cucchiai di olio e lievito.

Ho pesato per bene gli ingredienti, ho impastato la mia bella torta e l'ho messa in forno curioso di vedere cosa sarebbe uscito.

E' venuta perfetta, praticamente uguale a quella del video della ricetta, l'unica differenza era che io l'ho fatta rotonda invece che quadrata, ma per il resto identica.

Ho aspettato che si raffreddasse, perché so per esperienza che le torte con dentro verdure (ma l'avocado è frutta o verdura?) tiepide fanno abbastanza schifo.

Quindi tutto esattamente come da ricetta.

E come vedete anche voi dalla foto ha un non so che di goloso.
Anche se ammettiamolo, cos'è che non ha un aspetto goloso se è al cioccolato e con su la granella?

E arriviamo finalmente alla prova del gusto!

E qui casca l'asino...

Ha quella consistenza un po' umidiccia che a volte è un pregio, ma combinata col retrogusto acidulo che sembra di castagne (che poi perché il farro dà sapore di castagne lo sa il cielo) la fa assomigliare in modo inquietante a una brutta copia del castagnaccio, dolce che già di mio non apprezzo per niente.

Per me le castagne devono essere bollite oppure arrostite o fatte a marron glaces. Castagnacci, crema di marroni e cose simili li detesto.

Morale della favola: Saranno pure belle e golose le videoricette che si vedono su facebook, ma l'occhio è sicuramente più appagato del palato.

Non voglio dire che siano tutte così, ne proverò anche qualche altra, magari ho beccato l'unica non buona...

lunedì 17 giugno 2019

Leggere e scrivere


E oggi finalmente vedo profilarsi la conclusione del mio romanzo!

Dopo settimane di scene che non sapevo dove mi avrebbero portato, o meglio dove avrebbero portato la storia, oggi sono riuscito a raccogliere tutti i fili che avevo lanciato e a intrecciarli in una conclusione a cui manca solo di essere scritta.

Ero già all'opera quando mi sono reso conto che dovevo interrompermi per scrivere il post... Come ieri sera mi ha detto mia mamma al telefono
"Va benissimo che scrivi il tuo romanzo, ma vedi di non dimenticarti di fare il post"

Quindi ho interrotto sul più bello la scrittura per prendermi il tempo di scrivere queste quattro righe a beneficio di tutti quelli che lo aspettano ogni sera.
Sentitevi in colpa se poi, dopo questa interruzione, non riesco a continuare la conclusione del romanzo!

Scherzi a parte l'arrivare al dunque di questo romanzo mi sta dando una soddisfazione enorme.
Certo, poi comincerà un grosso lavoro di rilettura, revisione e correzione che sarà sicuramente più noioso, ma è decisamente indispensabile.

Mi sento come quando a poche pagine dalla fine della lettura di un libro che mi ha appassionato non vedo l'ora di sapere come va a finire e come si concludono le storie, ma in modo molto più intenso.

Quando un libro lo si legge magari ci sono punti in cui lo si legge più lentamente e altri che si divorano le pagine, ma si sa già che avrà una continuazione e poi una fine.
Quando lo si scrive, invece, nei momenti di lentezza ci si chiede se davvero ci sarà una conclusione, o se la storia naufragherà in un oceano di nulla senza nessuna terra in vista all'orizzonte.
Concludere la storia vuol dire non deludere i tuoi personaggi, non lasciarli nel limbo in cui li hai creati senza possibilità di dire la loro fino in fondo.
Di solito ci si affeziona ai personaggi di un libro che si legge, ma il loro destino non dipende da noi, dipende da chi li ha scritti, quando sei tu a scriverli oltre all'affetto che hai per loro ne hai anche la responsabilità.

Non so se è così per tutti quelli che scrivono, io sono alla mia prima esperienza e magari non è nemmeno un'esperienza degna di nota, vedremo, ma anche se alla fine sarò l'unico a leggerlo ne sarò lo stesso soddisfatto.

domenica 16 giugno 2019

Battiamo il ferro finché è caldo


Proprio vero che meno se ne fa meno se ne farebbe, e la cosa vale proprio per tutto!

Nei giorni scorsi passavo le giornate a chiedermi cosa avrei potuto scrivere, come avrei potuto andare avanti con la mia storia, dicendomi che se non scrivevo almeno potevo fare qualcosa di utile, tipo un po' di pulizie e di mestieri in casa, ma il tutto si risolveva in niente.
Mi staccavo dal computer, andavo in bagno a guardare la lavatrice pensando che potevo fare il bucato, poi gironzolavo in cucina pensando di lavare le finestre per poi finire di nuovo al computer a perdere tempo con giochini stupidi.

Oggi invece in qualche modo è come se mi si fossero ricaricate le pile.
Mi sono alzato presto e sono andato a fare un giretto approfittando dell'arietta fresca mattutina, sono rientrato a casa e ho cominciato subito a scrivere fino quasi all'ora di pranzo, quando voltando l'occhio ho visto una processione di formiche sul pavimento che proseguiva sulle gambe del tavolo e terminava in una formicolante massa inquietante che ricopriva il quadretto di cioccolato che ieri sera avevo dimenticato lì sul tavolo...

Allora mi sono armato per combattere la costante guerra agli insetti e ho ripulito tavolo e sparso insetticida in tutti gli angoli della sala, dietro i battiscopa, sul pavimento e dovunque ci fosse l'ombra di una formica.
Dopo pranzo, quando ormai l'insetticida aveva fatto il suo lavoro ho passato la lavapavimenti addizionata di disinfettante su tutta la sala e la cucina.

Quindi una bella doccia per lavarmi di dosso i residui di insetticida e formiche e poi mi sono rimesso a scrivere.

Senza fatica ho scritto una pagina dopo l'altra come se finalmente si fosse rotta quella diga che teneva bloccate le idee, tanto che quando mi ha telefonato mia mamma mentre facevo una pausa merenda pensando che fossero le 5 mi sono reso conto che invece erano le 7!

Lo sapevo già che fare cose porta a fare altre cose, che se non fai niente sei ancora più portato a fare niente, ma quando sei nello stato di non fare niente anche se lo sai che ti farebbe bene fare qualcosa non lo fai lo stesso...

Ok, quello che ho scritto sembra uno scioglilingua ma rende l'idea... spero...
E adesso stendo la lavatrice che ho avviato prima, sgranocchio qualcosa per cena e poi di nuovo a scrivere!
Come si usa dire bisogna battere il ferro finché è caldo!

E chissà, magari prima di notte ci scappa anche una bella torta...

sabato 15 giugno 2019

Rimpatriata nerd


Oggi giornata piena!

Stamattina l'ultima lezione del corso di scrittura in cui abbiamo organizzato per bene le cose per il romanzo che, una volta sistemato, verrà pubblicato online e che appena pronto vi manderò da leggere.

Poi uscito dal corso una capatina rapida a prender eun pezzo di focaccia lampo e via diretto al "Free RPG Day" una giornata di giochi di ruolo intensiva dove, fra centinaia di persone che scaldano l'ambiente con tiri di dadi, avventure e divertimento (per non parlare dell'effetto stalla), ho passato un bellissimo pomeriggio in compagnia di amici di vecchia data e persone quasi sconosciute ma che si riincontrano sempre in queste occasioni e ci si comporta come se ci si conoscesse da sempre.

Dopo sessioni intense di giochi col caldo che fa appiccicare i pantaloni sulle famigerate sedie di plastica siamo tornati all'aria aperta e calda della sera ancora commentando le avventure giocate e il pomeriggio.

Alla fine una cenetta tranquilla a casa mia per smaltire l'indigestione di gente e un bel filmetto di supereroi... tanto per non perdere l'atmosfera nerd della giornata.

venerdì 14 giugno 2019

Scorciatoie in cucina


Stasera, dopo una giornata dedicata alla scrittura, mi sono ricordato di controllare il superenalotto.

Come al solito senza troppe aspettative ho controllato i numeri e sorpresa! I primi due numeri corrispondevano a quelli sulla mia schedina! Tutto gasato per l'evento ho controllato anche gli altri quattro che, naturalmente non c'entravano nulla con quelli che ho giocato io, ma ho fatto 2 e ho vinto la stratosferica somma di 5€!
Ok, sono giusti giusti per le prossime 5 giocate, ma dà comunque una certa soddisfazione!

Quindi per festeggiare la vincita e il fatto che oggi sono riuscito a proseguire decentemente col romanzo ho pensato di farmi una cenetta che non fosse la solita insalata.

Però la voglia di spadellare o ancora peggio aspettare che il pollo scongelasse era davvero poca, quindi ho preso una scorciatoia che neanche la Parodi si azzarda a proporre...

Per contorno il menù prevedeva delle carote arrostite, così le messe nel cestello della pentola a pressione pelate e tagliate a pezzi insieme alle due cosce di pollo congelate.

Tempo tre/quattro minuti dal fischio e le carote erano cotte e il pollo bello scongelato e mezzo cotto.

Quindi padella, una cipollota tritata fine, un po' di salsa di soia e via a completare la cottura.
Intanto anche le carote sono finite a saltare in una padella con un po' di burro e una manciata di grana.

Rapido, gustoso e senza surriscaldare troppo la cucina!

mercoledì 12 giugno 2019

Almeno ho fatto la cena


Stamattina mi sono alzato, ho fatto colazione e a differenza del solito non sono uscito a fare il mio giro perché avevo intenzione di scrivere un po' e fare un po' di mestieri in casa. Il giretto l'avrei fatto poi in pomeriggio casomai.

Ho acceso il computer, ho aperto il mio bel file del romanzo, mi sono riletto l'ultima parte per vedere dov'ero arrivato e... nulla. Nessuna ispirazione. Le dita ferme sulla tastiera che non riuscivano a muoversi.
Ho giocato un momento per vedere se si sbloccava il tutto, ma dopo mezz'ora ero ancora da capo.

Ho pensato allora di fare un po' di mestieri, tipo il bucato o lavare i pavimenti o altro, avevo solo l'imbarazzo della scelta...

Ho svuotato e lavato i contenitori della spazzatura, ho dato una pulita ai sandali, che ormai avevano quello straterello  incrostato di sabbia e terra, poi ho pensato di rimettermi al computer... ma nulla.

Ero frustrato che la frustrazione si è estesa anche al proposito di fare i mestieri.

Ho tirato fino alle 11 cercando di concludere qualcosa, poi esasperato ho lasciato stare tutto e sono andato a camminare in giro per San Donato, al solito senza meta, con l'unico scopo di svuotare la mente.

Sono rientrato dopo l'una, ho mangiato, e non ci ho nemmeno provato a scrivere.
Poi sono andato a fare la spesa.
Ho comprato un cartone di latte di mandorle, tanto per provarlo, e visto che da bere così, per quanto sia buono, non è certo una cosa che si possa definire dissetante ho pensato bene di usarne un po' per fare una torta!

Sono rientrato all'ora di merenda, mi sono fatto un bel sorbetto con fragola e papaya, ho fatto la torta e già che ero in vena ho anche messo a cucinare in umido il coniglio che avevo tolto dal congelatore stamattina.

Alla fine non ho concluso molto oggi, ma almeno ho la torta per la colazione e il coniglio in umido  per la cena.

E magari scrivo un po' stasera... vedremo

martedì 11 giugno 2019

Foto e profili


Oggi stavo gironzolando un momento su facebook e mi sono come al solito imbattuto in vari post in cui si diceva che Tizio o Caio  "ha cambiato l'immagine del profilo".

Al che ho pensato che forse anche io dovrei aggiornarla, quella che ho nel profilo di Facebook risale al lontano 2007 ed è una foto scattata durante un viaggio a Roma.

Poi ho dato un'occhiata anche alla foto che ho messo qui sul blog,convinto che fosse recente e... sorpresa! Risale alla vacanza a Lido di Venezia del 2011!

Mettiamo pure che non è che sia poi cambiato tanto, ok, forse un po', ma alla fine a parte la barba un po' più bianca (nella foto di facebook ero col pizzetto ancora belloscuro) non è che ci siano 'ste grandi differenza con adesso...
Perciò alla fine ho lasciato le stesse foto.

Magari, se mai capiterà, se trovo una foto recente in cui sono venuto...  non dico bene, ma almeno in modo accettabile  cambierò le foto dei profili, per ora lasciamo quelle che ci sono, tanto se uno vuole riconoscermi dalla foto lo può fare lo stesso anche se le foto non sono di oggi...

Magari sulla carta d'identità ne ho una più recente, ma forse nemmeno lì, ma, come penso il 99% della popolazione mondiale, non considero certo del documento di identità come una foto da mostrare al pubblico... Già ci si vergogna quando la si deve far vedere a qualche sportello o ai varchi dell'aeroporto... figuriamoci su facebook...

Ah già poi c'è la foto del curriculum... quella dev'essere recente!
E infatti risale esattamente alla gita sul lago di Garda del... 2013... Che poi è la stessa foto che avevo messo anche sul sito del centro massaggi...

Quindi... 2007, 2011 e 2013... alla fine ho ragione o no a dire che, a parte il colore della barba e il modello di occhiali non sono poi cambiato molto...

Per dimostrarlo ho messo anche una foto fatta con mia sorella l'anno scorso a Venezia... Ormai anche lei ha rinunciato a cercare di farmi delle foto decenti...

lunedì 10 giugno 2019

Le formichine


Uno si aspetta che quando uno abita "in città" al quarto piano, e non in campagna o in mezzo alla natura al piano terra, non abbia problemi di insetti in casa, a parte le zanzare, magari.

E invece no!Nonostante i 4 piani, nonostante lo smog, nonostante le zanzariere va sempre a finire che con la bella stagione mi trovo in giro mucchietti di formiche sparsi per tutta la casa!

Posso capire in cucina, magari, lì ci può pure stare che le formiche siano attirate e si radunino sulla goccia di latte o la briciola di biscotto cadute sul pavimento, ma mi spiegate cosa ci trovano sul pavimento del bagno o in camera da letto?

No, ok, ho esagerato, ho interrotto la scrittura del post per andare a controllare e in camera non ce ne sono, anche perché, detto fra noi, a parte i gatti di polvere sotto il letto cos'altro potrebbero trovare?

Però in bagno sì, ogni tanto le vedo passeggiare sul pavimento dirette chissà dove o addensate in qualche mucchietto dietro la porta o sotto il cesto della biancheria... posti dove non ci sono nemmeno i gatti di polvere!

Ma va beh, sono solo formiche, e finché se ne stanno sul pavimento non danno sto gran fastidio.
Il problema è quando non si fermano lì!
Anni fa, quando ero in collegio a Pavia, una volta sono tornato in camera dopo le vacanze di Pasqua e ho trovato una sorpresa davvero sconcertante! Nell'armadio dove tenevo le provviste (che poi era un'anta dell'armadio dei vestiti) c'era letteralmente un tappeto di formiche che ricopriva completamente la scatola dello zucchero e si allargava in tutto il ripiano dell'armadio!
Ho svuotato il ripiano dell'armadio e la scatola dello zucchero, ho spostato tutto quello che c'era appoggiato ai muri e ho passato l'insetticida su tutto il battiscopa, il telaio della finestra e della porta e ho risolto il problema, ma che ansia...

Che poi la cosa peggiore delle formiche è che quando se ne vedono in giro o anche sono se ne parla si comincia a sentire prurito dappertutto, sulla testa, sulla barba, sulla schiena... come se ci fossero davvero delle formiche che ci gironzolano addosso!

In questo momento io mi sto grattando dietro le orecchie... non c'è assolutamente nulla... ma parlare di formiche mi fa questo effetto...

E voi?
Anche voi sentite le zampettine di formica che si arrampicano sulla schiena e sulle gambe?
O succede sono a me?

Credo che adesso andrò a farmi una doccia per lavarmi via questa sensazione!

domenica 9 giugno 2019

500


Signore e signori benvenuti al 500esimo post!

Eh sì, sono 500 volte che vi allieto con i miei post giornalieri!

Come di prassi ad ogni ricorrenza ringrazio tutti quelli che mi seguono e che mi fanno continuare ad avere voglia di scrivere questo zibaldone senza nè capo nè coda...

Per festeggiare oggi mi è venuto il ghiribizzo di provare a fare le brioches, era già da qualche giorno che mi chiedevo come si preparano, e oggi ho cercato la ricetta e via in cucina a fare esperimenti!

Come si può intuire dalla foto non sono venute esattamente come quelle del bar, tantomeno come quelle della foto che c'era all'inizio della ricetta...

Ma fa niente, è stato un primo tentativo.
Per giustificare la malriuscita nonostante abbia seguito la ricetta (Sì, stavolta giuro che non ho preso iniziative strane... a parte fare solo metà dose rispetto a quella della ricetta) posso dire che magari, e ripeto magari, non avrei dovuto usare la bustina di lievito già aperta che avevo nell'armadio... oppure che magari il lievito di birra secco non va bene per questa preparazione.. o che... boh... non mi vengono in mente altre cose...

Fatto sta che sono venuti come nella foto... ok, li puccerò nel latte lo stesso domani mattina a colazione, ma speravo in un risultato un pochino più invitante...

Ma per la festa del 500esimo  per merenda mi sono fatto un altro sorbetto di frutta, stavolta con pesca e ananas e quello è venuto ottimo!

sabato 8 giugno 2019

Un nuovo aggeggio in cucina



Ieri sono andato a comprare un nuovo elettrodomestico!

Si chiama Sorbettiera e serve ovviamente per fare i sorbetti.
Insieme ho anche fatto una scorta di frutta per provarlo al più presto.

E' un arnese nel quale si mette la frutta congelata e lui la trita ottenendo un sorbetto.

Non ho potuto provarlo subito, prima ho dovuto ripulire e tagliare a pezzetti ananas, pesche, kiwi, fragole e banane e aspettare che si congelassero.
Il problema è che non sapevo come metterli nel congelatore, probabilmente bastava metterli nei sacchetti di plastica, ma ho pensato di usare i vasettoni di yogurt, visto che ne ho sempre qualcuno di scorta perché mi dispiace buttarli via...

Oggi finalmente ho potuto verificare il funzionamento dell'aggeggio e devo dire che il sorbetto è venuto meglio di quanto pensassi!
Ci ho messo fragole kiwi e banana, è uscito bello cremoso e denso che sembra proprio gelato.

La cosa bella è che è fatto solo ed esclusivamente di frutta, senza zucchero, né latte né altri strani ingredienti che di solito si trovano nei gelati confezionati.

Un ennesimo elettrodomestico che va ad aumentare la collezione, ma devo dire che ne valeva la pena!

venerdì 7 giugno 2019

Troppe informazioni


Come chi ha letto il post di ieri probabilmente ha capito ero in piena fase di "blocco dello scrittore".

Non riuscivo a liberare la mente per scrivere e più me lo imponevo meno concludevo.

Allora ho letto un po' di manuali di scrittura, ho cercato su internet delle guide e mi sono visto diversi video su come si fa a scrivere.

Tutti dicono cose molto interessanti, tutti danno ottimi consigli, tutti dicono che è una fase che ogni scrittore deve affrontare prima o poi.

Con questa ricerca mi sono fatto una cultura su tecniche narrative, scrittura creativa, su come gestire i personaggi, come strutturare una storia e un sacco di altre cose decisamente utili, ma alla fine della fiera quando mi mettevo lì per continuare la scrittura del libro non cambiava niente. Le parole non volevano saperne di uscire dalla mia testa e mettersi sul foglio.

Poi mia sorella ha letto il post di ieri e ovviamente ha capito il mio stato d'animo. Quando le ho detto delle mie ricerche ha fatto questo commento:

"Non è che sei bloccato perché sei saturo di istruzioni?"

Nessun manuale o video o corso mi ha detto qualcosa di più vero di questo!
Ho cercato, letto, mi sono riempito la testa di nozioni alla ricerca di quello che mi stava bloccando, senza rendermi conto che è stato proprio questo a bloccarmi.

Oggi non ho letto nessun manuale né nessun articolo né niente.
Sono uscito stamattina a farmi un giretto e quando sono rientrato, libero dal pensiero di trovare una soluzione al blocco ho cominciato a scrivere e senza nemmeno accorgermene ho proseguito col mio romanzo senza fatica.

Ho adottato la tecnica di scrivere tutto quello che mi passa per la testa senza badare troppo a come lo scrivo, semplicemente butto giù quello che mi viene in mente, poi avrò tempo di rileggerlo e sistemarlo, ma la storia va avanti, ed è questo che conta!

Auguro a tutti di avere una sorella come la mia, capace con una semplice frase di chiarirti le idee e farti uscire dalla spirale discendente in cui ti sei cacciato.

giovedì 6 giugno 2019

E' difficile


E' difficile,
ci sono momenti in cui ti chiedi chi te l'ha fatto fare,
momenti in cui ti sembra di aver sbagliato direzione,
momenti in cui ti dici che non ce la farai mai,
momenti in cui metti in dubbio le scelte che hai fatto.

Cerchi di importi una certa disciplina per riuscirci, ma la pagina resta lì bianca e le idee non vogliono saperne di prendere la forma di parole e frasi.

Come in mezzo alla nebbia quando più o meno sai dove sei ma non vedi dove stai andando, vorresti sapere se la direzione che hai preso è giusta ma non hai punti di riferimento a cui rivolgerti.

E allora prosegui alla cieca, perdi tempo in attesa che prima o poi la nebbia si diradi e potrai vedere dove stai andando.

Ma intanto ti sforzi di fare qualcosa, ma qualunque cosa fai ti sembra quella sbagliata.

Se per scrivere usassi ancora carta e penna come si faceva una volta avrei la sala invasa da fogli accartocciati buttati sul pavimento, se non altro usando il computer non rischio di estinguere intere foreste.

Scrivo e cancello, rileggo quello già scritto e mi viene voglia di cancellare anche quello, poi chiudo il computer e faccio un giro per calmarmi e quando torno ricomincio a scrivere e cancellare finché chiudo tutto e mi metto a giocare o a leggere.

Le idee in testa più o meno ci sono, ma sono come bolle di sapone, appena ti avvicini e cominci a intravederne i contorni quelle scoppiano.

Sono come i conigli nel prato, ce ne sono tantissimi, sono lì fermi, a volte ben visibili nell'erba a volte mimetizzati fra il fogliame, ma basta uno sguardo per farli sparire nelle loro tane.

E alla fine della giornata dove in pratica non ho concluso nulla mi ritrovo più stanco che dopo otto ore in ufficio.

E fanno presto manuali e corsi a dire come scrivere e come strutturare le cose, ma quando le parole non vengono non vengono e basta. E più ci sbatto la testa meno ne escono.

I momenti che ho scritto di più sono quelli in cui ho cominciato a battere sui tasti senza pensarci troppo.
Un po' come i post, quelli migliori sono quelli che si sono scritti da soli, senza stare troppo a pensarci, ma lasciando andare semplicemente le dita sui tasti.

Ma cerco di non scoraggiarmi, la giornata no può capitare, ma quando è così ti viene voglia di mandare tutto a quel paese, di rinunciare e cominciare a mandare curriculum a caso per qualsiasi lavoro che non dipenda da come ti svegli la mattina.

mercoledì 5 giugno 2019

Esco 5 minuti



Stamattina prima delle 9 sono uscito con l'intenzione di andare a comprare una cartuccia per la stampante e poi tornare a casa per sistemare un po' di denunce dei redditi di famiglia.

Solo che mi sono fatto prendere un po' la mano dalla bella giornata assolata ma non troppo calda e invece di andare al solito negozio ho allungato il percorso sul metrò fino in duomo e fare lì la mia commissione e un giretto.

Quando ho trovato il negozio che cercavo, mi sono preso la mia cartuccia e visto che ormai ero in Cadorna ho allungato un po' il giro e sono arrivato alla Triennale, che è da quando sono a Milano che ci passo davanti pensando "Qualche volta ci vado anche se non so di preciso cosa c'è dentro".
Oggi sul prato davanti pascolavano alcuni bufali e un rinoceronte (statue naturalmente...). Ogni volta che ci passo c'è qualcosa di diverso.

Erano le 10 e l'apertura è alle 10.30, quindi mi sono fatto un bel giretto di parco Sempione.
E' sempre bello il parco, con l'arco della pace là in fondo, tutti i percorsi fra le piante che fanno ombra, i prati al sole che diventano come spiagge piene persone che prendono il sole come le tartarughe, le anatre e i pesci del laghetto, quei monumenti o edifici che ti spuntano davanti senza che te l'aspetti, come la biblioteca o la fonte dell'acqua marcia o il monumento di Napoleone III e altri davanti ai quali oggi non sono passato.

E naturalmente cortile della Triennale con la sua fontana e le strane sculture che oggi per la prima volta ho visto da vicino e non dall'altra parte del recinto.

E finalmente sono entrato al museo del design della Trinennale, un'esposizione di oggetti che potremmo definire di tutti i giorni, da telefoni a sedie a caffettiere, macchine da scrivere, scaffali, armadietti, aspirapolvere e un sacco di altre cose, fra cui il famoso divano a forma di bocca e uno a forma di guantone, perfino l'insegna della metropolitana con un pezzo di corrimano... A dirla così sembra una cosa scema, ma l'esposizione è davvero bella!

E poi una esposizione internazionale su natura e ambiente, davvero bella e interessante, una di quelle mostre in cui ti perdi via a leggere le descrizioni e a guardare video e non ti accorgi del tempo che passa.

Insomma alla fine della visita il richiamo del pranzo si è fatto sentire prepotentemente e me ne sono andato a prendere un pezzo di focaccia in duomo, con la testa già a casa. Ma nella piazza del Palazzo Reale c'erano i carabinieri che festeggiavano l'anniversario dell'arma e un sacco di mezzi di trasporto: bici, moto, auto, furgoni, robot, anfibi,elicotteri moderni e storici, insieme a uniformi, zanne di elefante e pelli di coccodrillo sequestrate, un maniscalco per la guardia a cavallo... Insomma, ora che sono arrivato alla scala per la metropolitana la focaccia era abbondantemente finita ed è comparsa la voglia di gelato...

Morale della favola il mio giretto che doveva essere di una mezz'oretta è diventato un giro di 5 ore abbondanti...

Però la cartuccia l'ho comprata!

martedì 4 giugno 2019

Sorprese da dispensa


E stasera per festeggiare l'arrivo del bel tempo mi sono preparato una bella insalata di riso.

Ho messo l'acqua a bollire e ho cominciato a cercare i condimenti. Poi quando l'acqua stava per bollire ho preso il pacchetto di riso e sorpresa! La scatola di riso non c'era!
Allora ho cercato in tutti gli armadi perché ero convinto di averne ancora, ma ho dovuto accettare la cruda realtà: l'avevo finito.

Allora ho spento il gas e ho pensato di cambiare programma e fare il cuscus invece del riso, ma anche la scatola del cuscus era praticamente vuota!

Non mi è rimasta altra scelta che scendere a fare un po' di spesa, tanto per scendere le scale e attraversare la strada non è che ci voglia così tanto, e con l'occasione ho preso anche della feta, dei pomodorini e quei vasetti di condimenti pronti che ti fregano sempre. Già, sono lì, già coi loro misti dall'aspetto invitante e uno pensa "Ma si dai, sono comodi e invece di prendere 45 vasetti diversi prendo solo quello" per poi rendersi conto intanto che si mangia che forse i 45 vasetti sarebbero stati più saporiti... Lo so che succede così, ma li ho presi lo stesso.

Poi ho visto nel banco del pesce un bel branzino (che era pure in offerta) e mi è venuta la voglia di pesce, quindi mi sono preso anche quello.

Arrivo a casa, faccio cuocere il riso, taglio i pezzetti di feta e i pomodorini, scolo il misto pronto dall'eccesso di olio e aspetto che il riso sia cotto.
Visto che ho sempre paura che resti appiccicoso, come al solito l'ho tolto dal fuoco forse un paio di minuti in anticipo, ma fa niente, una volta scolato e condito l'ho messo in frigo, così si insaporisce un po' prima di mangiarlo.

A questo punto ho cominciato a pensare al pesce.
Ok, l'insalata di riso fa cena da sola, ma insieme a un po' di pesce secondo me ci poteva stare.
Un bel branzino che resta bello tenero e saporito.
Ho cercato sul solito internet la ricetta, non tanto per la realizzazione, che consiste semplicemente nel ricoprire di sale il pesce e metterlo in forno, ma per vedere quanto tempo ci deve stare in forno... Nella ricerca oltre al tempo di cottura ho anche scoperto che il branzino e la spigola sono lo stesso pesce... proprio vero che non si finisce mai di imparare.

Ma anche qui una sorpresa poco gradita... ho preso il pesce nella sua bella confezione e guardandolo ho avuto l'impressione che ci fosse qualcosa di strano.
Ed eccolo lì, col suo sguardo da pesce sghignazzante e la sua pancia sigillata! Ho preso il pesce intero e non già pulito.
"E dov'è il problema?" direte voi... beh... in teoria nessuno, ma, a parte che non ho mai aperto un pesce per pulirlo, ammetto che la cosa mi fa anche un po' senso...
Mi piace mangiare il pesce, ma pensare di maneggiarlo per poterlo pulire mi fa un po' senso... di solito quando ho pesci interi da cucinare (già eviscerati) li sollevo con due dita dalla coda e li metto nella loro casseruola o teglia o padella e il gioco è fatto, da lì in poi li devo toccare solo con attrezzi da cucina...

Vorrà dire che il pesce lo cucinerò un'altra volta.
Intanto stasera, visto che a cena c'è anche Giuseppe chiederò a lui di pulirlo...  con la scusa di imparare come si fa...

lunedì 3 giugno 2019

Metodo di studio


Oggi ho passato la giornata a "studiare"...

Non lo facevo dai tempi dell'università... anzi no, credo di non averlo mai fatto neanche allora...

Il mio studio è sempre stato piuttosto "anomalo", parlo del periodo dell'università perché nella vita scolastica precedente il mio studio consisteva fondamentalmente nello stare attento in classe e nell'arrampicarmi sugli specchi nelle interrogazioni, e la cosa incredibilmente funzionava!

Mia mamma dice sempre "non ti ho mai visto con un libro in mano". Ma a scuola andavo bene, quindi andava bene così. Peccato che dopo i primi anni delle superiori i professori si sono accorti che il mio andar bene non era dovuto a impegno e ore di studio ma a una capacità di apprendimento rapido in classe e quindi hanno cominciato a pretendere di più perché "le mie capacità me lo permettevano" e la mia carriera scolastica ebbe un declino.

Quando in quinta geometra ho deciso di continuare gli studi e iscrivermi a ingegneria, il professore di costruzioni ha fatto questo commento: "Le capacità potenziali ci sono, ma se te ghe ne miga 'n po' püsé voia de fan..." che tradotto suona così "le capacità potenziali ci sono, ma se non hai un po' più di voglia di farne..." Se non ti impegni di più, se non ti metti sotto, se... un sacco di se, ma nonostante tutto ho voluto farlo.
E la cosa ha funzionato. Peccato che all'università in un aula con 300 altri studenti non era così immediato stare attenti e seguire le lezioni, e poi non c'erano le interrogazioni dove le cose venivano ripetute più e più volte, ed era facile distrarsi... Durante le lezioni di analisi matematica e geometria seduto in mezzo alla massa di studenti che prendevano appunti io mettevo a leggere sfacciatamente il signore degli anelli e pazienza per la lezione, poi in seguito ho smesso anche di andarci in aula...

A volte ci si trovava a studiare in gruppo, ma mi sganciavo subito perché non faceva per me. Ma se ero da solo facevo di tutto meno che studiare e allora capitava che mi trovavo con degli amici di medicina che si ripetevano a voce alta le loro lezioni e io mi leggiucchiavo dispense e appunti dei miei corsi.

"Lo so anche io che poi l'università non l'hai finita" direte voi, ma il punto non è quello, col mio metodo di studio "fancazzistico" ho superato (magari non con medie degne di un premio, ma fa niente) molti degli esami del corso di laurea: Analisi 1, Analisi 2, Geometria, Chimica, Meccanica, Fisica 1, Fisica 2, Informatica, Economia, Idraulica, Topografia... e un sacco di altri che non ricordo nemmeno più.

Il problema è sorto quando mi sono "scontrato" con il corso di Fisica 2. Era un esame con la fama di essere lungo, difficilissimo e brutto, e purtroppo questa idea che circolava sull'esame mi ha condizionato in modo davvero negativo facendomelo affrontare nel peggiore dei modi: con paura e diffidenza. Alla fine l'ho passato, e non era niente di più degli altri esami che avevo già fatto, ma mi ha lasciato dentro un buco. Dopo di allora ogni esame che ho fatto è stata una sofferenza, avevo perso il mio "spirito libero", mi sentivo imprigionato nei libri, andavo a fare gli esami senza entusiasmo e solo con la paura di non farcela. Sensazioni che prima di allora non avevo mai provato.

Comunque è andata come è andata e va bene così, grazie alla mia "crisi universitaria" ho trovato un lavoro che mi piaceva e che mi ha permesso di farmi una vita.

domenica 2 giugno 2019

Posso farlo!


Stasera, dopo un viaggetto in treno con aria condizionata, una tratta in metrò affollato e una passeggiata al sospirato caldo sono arrivato a casa con addosso quel sudaticcio da pantalone lungo sotto il sole che aspettavo da tempo!

La prima cosa che ho fatto appena entrato in casa è stata quella di mettermi in pantaloncini e piedi nudi e di godermi il bel caldo del sole ormai al tramonto.

Un bel cambiamento dalla settimana scorsa, lo so che fra poco ci lamenteremo tutti per l'afa e il caldo, ma per ora lo trovo oserei dire delizioso!

Anche su in montagna è arrivato il sospirato caldo, di cui non ci si lamenta mai, ma nonostante il clima invitante e la compagnia della mia famiglia ho deciso di tornare a Milano per motivi "professionali".

Mi sono reso conto che quando sono dai miei non ho l'istinto della scrittura, ci ho provato, ma per qualche motivo quando sono su scrivere non mi riesce
Sarà che da sempre i periodi a Gerola , che si tratti di un weekend dopo la settimana lavorativa o di un periodo più lungo di ferie, sono quelli di pausa e questa percezione non è cambiata.

Quindi ho deciso di tornare a casa mia per vedere di concretizzare le idee che mi passano per la testa e decidere se i progetti che ho in mente sono davvero realizzabili o se devo cominciare a pensare ad altro.

Da domani e finché non sarò riuscito a concludere i progetti che ho in ballo, scrivere sarà davvero il mio lavoro.
Metodo, disciplina e sguardo rivolto alla conclusione dei miei romanzi dovranno essere il mio mantra delle prossime settimane.
E' l'unico modo per verificare se il mio è solo un castello in aria o se davvero posso mettere le fondamenta su cui costruire qualcosa di bello e stabile.

Non è facile, almeno per me.
Quando sei al lavoro in ufficio, con orari fissi e un'attività definita, non sei tu a doverti organizzare, la giornata si organizza da sola.
Quando invece sei tu a doverti dare degli orari o degli obiettivi, la distrazione e le mille cose che potresti fare anziché lavorare sono una tentazione a cui è difficile non cedere.
Un po' come quando all'università dovevi superare il richiamo del cazzeggio e metterti a studiare, una lotta che ho quasi sempre perso...

Ma stavolta le cose dovranno andare diversamente. Devo finire quello che ho iniziato. E se poi non avrà il successo che spero fa niente, ci potrò riprovare.
L'importante è provare a me stesso che sono in grado di farlo!

sabato 1 giugno 2019

C'è sempre qualcosa da fare


C'è da dire che nei giorni che passo qui a Gerola con mia mamma raramente mi capita di annoiarmi.

Piccoli lavoretti di riparazione domestica: un'antina dell'armadio da aggiustare, la tenda antimosche da sistemare,

Poi le passeggiate coi nipotini al parco giochi, i pranzi e le cene tutti insieme.

E soprattutto aiutare mio fratello nella miriade di cose che ha sempre in ballo.
Oggi siamo stati a legare e sistemare le piante di lamponi, abbiamo riorganizzato un po' l'esposizione "La nostra storia" con uno scaffale recuperato da un vecchio negozio del paese, altre volte lo aiuto a organizzare o riordinare cose che usa per le attività didattiche coi bambini o a fare qualche lavoro a casa sua o in giro per il paese.

E stasera, appena finisco il post tornerò giù al museo per finire di sistemare le cose e le varie mercanzie sul "nuovo" scaffale, mi sono dovuto interrompere perché mia mamma mi ha richiamato per la cena...

E poi c'è sempre qualcosa di interessante da fare. L'ultima volta che sono stato qui c'è stata la mostra della capra orobica, oggi e domani i campionati italiani di trial.
Insomma in un modo o nell'altro c'è sempre qualcosa da fare per non restare inattivo!