venerdì 30 novembre 2018

Scioccato da me stesso

Scrivere un giallo è alienante!

Mi sto cimentando nella stesura di una trama in stile giallo, ma nonostante la cosa mi venga abbastanza facile (poi quando rileggerò il tutto vedrò cosa ne è uscito) ci sono momenti in cui non so più cosa sto facendo, parto per la tangente e comincio a scrivere parole a fiumi, finché a un certo punto mi blocco e mi viene da pensare "No, non posso far succedere una cosa del genere! E' troppo crudele" oppure "No dai non può essere così cattivo" o ancora "no dai lui non può morire così, poverino"

Ma daiiii sto scrivendo un giallo! Non posso diventare sentimentale!!! Nei gialli deve esserci crudeltà e cattiveria... se no che giallo è?

Ma la cosa assurda è che gli scrupoli non è che mi vengono prima di scrivere le scene, ma dopo che le ho scritte, quando mi rendo conto di cos'ho messo nero su bianco e comincio a chiedermi davvero da dove è saltata fuori quella roba...

Poi mi cerco di tranquillizzare convincendomi che arriva dal grosso bagaglio di letture di tutti i generi che faccio e che probabilmente questi ricordi si sono piazzato in qualche cassetto della mia memoria che si apre quando comincio a scrivere...

A volte leggendo alcuni libri mi sono chiesto "ma cosa doveva avere in testa questo autore per tirare fuori storie del genere? Non è normale..."

Adesso mi rendo conto che per scrivere qualunque cosa, anche la più assurda e/o inquietante, non è necessario che sia così anche lo scrittore!
Quello che viene scritto su una pagina bianca può non aver assolutamente alcun legame con quello che sono la personalità e il carattere dell'autore!

Non l'avrei mai creduto... ma a questo punto ne sono convinto avendolo provato sulla mia pelle...

giovedì 29 novembre 2018

Colloquio lampo


Oggi ho avuto il mio primo colloquio di lavoro.

Non il primo da quando cerco un impiego, ma proprio il primo che abbia mai fatto.
Le altre volte che ho cominciato un lavoro non ho mai affrontato un vero e proprio colloquio.
La prima volta ero uno studente universitario che smanettava un po' col pc e, come molti altri, mi sono proposto per un lavoro di un mesetto per superare un momento di crisi di studio; la seconda è stato quando, dopo che il lavoro di un mesetto durava già da circa un anno, sono stato assunto dove lavoravo quindi un colloquio proforma, la terza ero io il mio capo quindi niente colloqui...

Perciò quando l'altro giorno sono stato contattato per un colloquio conoscitivo, da un datore di lavoro a cui nemmeno avevo fatto domanda e per un impiego di cui non ho nessuna conoscenza, ho pensato che sarebbe stata un buon modo per fare questa nuova esperienza, a prescindere dall'interesse che il lavoro avrebbe potuto avere.

Ovviamente la mia ignoranza nel campo l'ho fatta subito presente appena mi hanno contattato, ma l'appuntamento per il colloquio me l'hanno dato lo stesso.

Appena messo giù il telefono il primo pensiero che ho avuto è stato "Ma ce l'ho un paio di pantaloni adatti per un colloquio di lavoro?" la risposta ovviamente è stata "direi di no".
Poi ravanando in giro ho trovato due paia di pantaloni che sarebbero potuti andare bene raggomitolati da chissà quando in un angolo dell'armadio!

Peccato che erano letteralmente raggomitolati... sembravano solo due pezzi di stoffa sgualcita con una vaga forma di pantaloni... e mi è toccato fare una cosa che ormai non facevo più da davvero tanto tanto tempo: ho dovuto usare il ferro da stiro!
Non ricordavo quasi neanche più dove lo tenevo... Ma armato di determinazione l'ho riesumato dal suo armadio e ho eroicamente stirato quei due gomitoli di stoffa finché hanno riacquistato le sembianza di pantaloni...
Peccato che è stato un lavoro inutile... un paio erano corti... forse è per quello che erano buttati là in quell'angolo... l'altro paio sarebbe anche andato bene... se fosse stato il mese di luglio, ma per fine novembre forse qualcosa di meno leggero sarebbe andato meglio...

Ieri quindi ho dovuto, dopo aver già dovuto affrontare il ferro da stiro, sottopormi a un altra tortura: andare a comprare un paio di pantaloni!
Ne ho già parlato altrove, ma non posso fare a meno di ripeterlo: Questi cavolo di modelli "slim" dove il mio polpaccino da montanaro non riesce quasi nemmeno a passare!
Alla fine dopo fatica e frustrazione sono riuscito a recuperare dei pantaloni che andassero quasi bene... d'altra parte mi servivano oggi... non avevo né il tempo né la voglia di girare per tutta Milano a cercarli... sono andato in un negozio e dovevo trovarli lì. Punto.

Comunque, dopo tutte queste incombenze, oggi prendo il treno e mi presento al colloquio, bello tranquillo e rilassato. Direi che è andata bene...
Mi fanno compilare un modulo coi miei dati, facciamo 4 chiacchiere (di numero) e "Arrivederci, la terremo in considerazione se si aprisse qualche posizione che possa fare al caso suo" "Piacere di avervi conosciuti, arrivederci."

Ci ho messo di più a stirare i pantaloni (per non parlare del tempo per comprarli) che a fare il colloquio...

E non so nemmeno se vale come colloquio... era un lavoro in cui serviva essere automuniti e come candidamente ho detto alle interlocutrici "No, non ho l'auto, e non ho intenzione di comprarla per per andare al lavoro", per una mansione che "Diciamo che non è in cima alla classifica delle mie aspirazioni di lavoro", per cui non mi ero proposto io ma per cui sono stato cercato "Visto che mi avete cercato sono venuto per vedere quali erano le possibilità, per non chiudermi porte alle spalle"...

Vedremo come sarà il prossimo... intanto mi faccio una risata...

mercoledì 28 novembre 2018

Schemi e scalette... un male necessario?

Incipit, climax, desinit, anticlimax, colpo di scena....

Un sacco di termini che fino a poco tempo fa avevo solo sentito da lontano e su cui non mi sono mai troppo soffermato.

Sono tutti termini che indicano alcune delle fasi di cui un racconto/romanzo dovrebbe essere composto.

Eh già, un racconto, un libro o semplicemente una storia deve essere strutturata "scientificamente" per poter essere interessante!

Nella mia esperienza di "creatore di storie", come già ho accennato di solito legate ad avventure per giochi di ruolo, non mi sono mai soffermato su queste "regole"della narrazione, ma in effetti pensandoci inconsciamente le storie che si possono definire riuscite anche involontariamente seguono questi schemi...

Ultimamente ho sviluppato un certo interesse nella scrittura e, tanto per non fare sempre e solo le cose a naso come ho sempre fatto, ho cominciato a cercare guide e tracce che potessero essere utili per la creazione di storie e intrecci e, dappertutto, si parla di queste "fasi della storia".

Una storia deve avere un inizio, una motivazione, un punto culminante e ovviamente un finale! Quindi se uno vuole scrivere una storia deve per prima cosa avere ben chiari questo schema...

Il mio problema è che quando comincio a inventare qualcosa, che sia una storiella per i miei nipotini, un'avventura per i giochi di ruolo non so mai dove andrà a parare.
Se mi metto a cercare di creare prima di tutto una scaletta su cui poi costruire e far muovere le trame della storia perdo l'istinto creativo e quello che ottengo è solo una sterile traccia che non mi dà nessun appagamento a livello creativo e mi fa passare l'inventiva.

Lo so che sbaglio... e che probabilmente il mio sistema di "butto giù quello che mi viene e poi vediamo cosa ne esce" non è particolarmente efficace a lungo andare... ma per ora va bene così... I miei nipotini sono contenti, i miei giocatori pure...

E anche il romanzo che ho in cantiere se rimarrà solo un tentativo andato a male pazienza, almeno mi sto divertendo a scriverlo...

lunedì 26 novembre 2018

Lieto evento


<

La notte scorsa, all'alba delle 2, ho ricevuto la bellissima notizia che è arrivato ad arricchire le nostre vite il mio terzo nipotino!

Tutto è cominciato poco meno di sei anni fa, quando il mio fratellino (che poi tanto ino non è nemmeno lui visto che ha solo un anno meno di me) mi ha telefonato per farmi gli auguri per il quarantesimo compleanno e, fra gli auguri e qualche chiacchiera, mi ha chiesto se ero libero il 31 di agosto per fargli da testimone di nozze...

E' stata una bella sorpresa e l'anno dopo, proprio l'ultimo dell'anno, abbiamo festeggiato l'arrivo della bimba più bella del mondo! La mia prima nipotina! Un fine anno davvero indimenticabile!

E mentre la bimba cresceva e cominciava a esprimere il suo dolce carattere è arrivato a farle compagnia un bel fratellino, furbetto e sorridente.

Oggi dopo altri due annetti è arrivato un altro maschietto a farci compagnia e a rendere orgoglioso lo zio!

La cosa più bella di questi bambini è che, a volte mi chiedo come mai, sono affezionatissimi allo zio e quando mi vedono è sempre una festa per loro quanto per me.

Perciò ben arrivato!
E tanti complimenti a mamma e papà!
E anche allo zio!

domenica 25 novembre 2018

Folla prenatalizia

Ormai siamo arrivati al dunque... fra un mese è Natale ed è cominciata la "corsa ai regali".

la domanda più frequente è "Cosa vuoi per Natale? Lo so che manca ancora un mese, ma almeno ho il tempo di organizzarmi"

Sembra che tutti siano in fibrillazione per fare gli acquisti prima che ci sia troppo casino in giro e girando in centro si trova talmente tanta folla che ci si chiede com'è possibile che aspettando ancora un po' possa aumentare...

Le strade del centro sono superaffollate, girare in corso Vittorio Emanuele è come essere in una discoteca superaffollata dove per passare devi quasi spintonare la gente, in piazza del Duomo ci sono più persone che piccioni... e questo è tutto un dire... In galleria è come se ci fosse un raduno per un concerto ed è così piena che non si riesce nemmeno a vederne il pavimento... I marciapiedi di corso Buenos Aires sembrano un cunicolo di un formicaio e devi pure stare attento perché lì passano anche le macchine...

Ok, in centro è un po' sempre così il sabato pomeriggio e la domenica, ma in questo periodo è anche peggio!
Per non parlare poi di cosa succede se per caso vengono giù due gocce di pioggia! La gente non diminuisce, ma cominciano a spuntare ombrelli dovunque e se non stai attento rischi di restare infilzato su qualche bacchetta o lavato dall'ombrello bagnato che in metropolitana immancabilmente qualcuno ti struscia sulle gambe...

Quindi alla fine della giornata dedicata agli acquisti natalizi ti ritrovi a casa stanco, bagnato, anche infangato perché per passare hai messo il piede proprio in quella pozzanghera profonda mezzo metro... e senza aver comprato niente perché tutto quel casino ti ha stordito e non ricordi più nemmeno cosa volevi comprare...

Per fortuna che la settimana prossima c'è "l'artigiano in fiera" e gli "Obej Obej", dove si potranno risolvere tutti i problemi dei regali di Natale... forse... sempre che ci si riesca ad andare in un momento in cui non ci si è riversata tutta la città...

Comunque sappiate tutti che se per Natale non mi vedete potrei essere smarrito nella folla da qualche parte in cerca di regali...

sabato 24 novembre 2018

Sua maestà la Lasagna!


E oggi, dopo un periodo in cui usavo la cucina solo per mera necessità, mi è venuta voglia di cucinare e per festeggiare il ritorno ai fornelli cosa c'è di meglio che una bella teglia di lasagne al ragù?

Dai, diciamocelo, quale piatto meglio delle lasagne rappresenta il "Piatto delle grandi occasioni"?
Solo a nominando la parola lasagna si entra in un clima di festa, di gusto, di ... peccato di gola...

Ricordo quando ero piccolo che la preparazione delle lasagne era una vera e propria impresa!

Ci si mettevano insieme la mamma e il papà, mettevano sul fuoco un pentolone enorme pieno d'acqua dove facevano cuocere le sfoglie di pasta poche per volta se no si attaccavano insieme o si rompevano, poi le scolavano una a una stendendole su dei canovacci allargati sul tavolo di cucina dove restavano ad asciugare e infine, dopo averle cotte tutte e averle fatte asciugare, cominciavano finalmente ad assemblarle col sugo e la besciamella.
Tutta queste grandi manovre, seguite poi dalla cottura in forno, occupavano un tempo decisamente lungo e forse per questo quando poi ci si sedeva a tavola e la teglia di lasagne faceva la sua comparsa, insieme al profumo si diffondeva nell'aria una sensazione di festa.

Oggi le cose si sono semplificate, ormai la pasta delle lasagne è concepita in modo tale che non richieda più la precottura e le sfoglie secche di pasta sono talmente sottili che le si può assemblare direttamente con gli altri componenti.

Ma la lasagna mantiene sempre lo stesso tutte le sue caratteristiche di golosità e succulenza!

Io oggi ho cominciato l'opera preparando una bella pentola di ragù, che già da solo fa venire l'acquolina in bocca, infatti ne ho fatto in abbondanza così ci condisco anche gli gnocchetti sardi per cena...

Per prima cosa ho tritato carote, cipolla e sedano a pezzettini belli piccoli, poi li ho messi a soffriggere con un po' di burro e di olio.
Ci ho aggiunto carne trita di manzo e una salsiccia e ho fatto rosolare bene il tutto facendo sbriciolare bene le carni poi ho annaffiato con un po' di vino, l'ho lasciato asciugare e ho fatto lo stesso con un po' di latte.

A questo punto ho recuperato un vasetto di brodo, che avevo messo nel congelatore l'altro giorno quando ho fatto il lesso, e l'ho versato nella pentola insieme a una bella dose di concentrato di pomodoro; ci ho aggiunto anche una lattina di polpa di pomodoro ho mescolato un po' e poi a cuocere, la famosa "cottura lenta lenta" che è caratteristica del ragù!

L'ho lasciato cuocere un po' più di due ore e poi intanto che completava la cottura ho preparato la besciamella.

Fino a non tanto tempo fa quando dovevo fare la besciamella, per lasagne o cannelloni o verdure gratinate andavo nel panico, cominciavo a cercare la ricetta perché da una volta all'altra non la ricordavo e passavo tutto il tempo della preparazione terrorizzato dalla possibilità che si formassero i famigerati grumi...

Adesso quando la preparo butto un po' di burro in pentola, lo faccio sciogliere, ci setaccio dentro un po' di farina, li lascio cuocere un istante e poi ci verso il latte e mescolo un po' con la frusta, ci gratto dentro la noce moscata (ma si usa per qualcos'altro la noce moscata?) un pizzico di sale, un'altra rimestatina e poi la lascio lì sul fornello bella tranquilla per un po'. Poi quando tende a bollire la rimescolo un po' e la lascio a cuocere finché non raggiunge la consistenza che mi serve (per le lasagne non troppo densa, per il gratin un po' di più).

Pronta la besciamella ci ho versato dentro il ragù (questa è una cosa che mi ha insegnato la mamma, in questo modo nella lasagna i gusti si amalgamano meglio, e fra l'altro è molto più comodo), il tutto superbollente, così la pasta secca si ammorbidisce meglio, e via!
Pirofila, stratino sul fondo di sughetto del ragù, strato di pasta, strato di besciamella+ragù, manciata di grana grattato e di nuovo pasta e via così fino allo riempimento della pirofila o alla fine del ragù...

Ricopro di stagnola e lascio lì il tutto a riposare e a impregnarsi per bene di gusto fino a domani quando con qualche fiocchetto di burro sopra la pirofila finirà nel forno!

E già adesso sento l'acquolina in bocca!

venerdì 23 novembre 2018

Giornata di acquisti

Cavolo oggi era il Black Friday e io non ho comprato niente!!!!

E' quasi un mese che internet, televisione, giornali, radio, piccioni viaggiatori e comari chiacchierone non parlano d'altro e io ne ne sono scordato e mi sono reso conto adesso che il "venerdì nero" è stato oggi!!!!

Potevo approfittarne per comprare tutto quello di cui avevo bisogno, approfittare dei megasconti offerti da tutti, persino il bar sotto casa stamattina faceva la colazione scontata, e invece sono uscito stamattina, ho preso un caffè al bar (non scontato), ho fatto una passeggiata sotto la pioggerellina e poi me ne sono tornato a casa...

E una volta a casa avrei potuto comprare da internet, un meganegozio sempre a disposizione per trovare qualunque cosa, un negozio così grande che ogni volta che provo a visitarlo mi perdo fra gli scaffali e non riesco più a trovare la strada e non c'è nemmeno il commesso (che di solito ti ignora spudoratamente e ti chiedi se è perché sta parlando con qualche altro o perché non ha voglia di parlare con te) a cui chiedere la direzione dell'uscita.
Però intanto hai messo nel mitico carrello 200 articoli che "intanto li metto lì, poi vedo quale prendere"... e quando poi finalmente hai ritrovato la direzione ti rendi conto che nel carrello hai dentro:
40 versioni dello stesso articolo praticamente tutte uguali,
20 stupidate che non compreresti nemmeno in una giornata di crisi mistica,
30 cose che hai già perfettamente funzionanti ma che ti piaceva vedere com'erano le nuove versioni, una 40ina che scarti perché una volta aggiunti i costi di spedizione perdono quel bel fascino dell'economico...
e poi le cose che davvero volevi comprare!
Ne hai salvato 2 o 3 versioni fra cui devi decidere, e, non essendoci il commesso nemmeno in questo caso, cominci a leggerne le famigerate recensioni!!!

E interpretare le recensioni lo ritengo un'abilità davvero da supereroi!
Prima bisogna guardare che voto medio ha l'articolo, e fin qui è facile poi però per vedere se il voto è affidabile devi anche guardare in quanti l'hanno recensito, perché se sono troppo pochi non è una valutazione affidabile, e poi se ci sono giudizi molto negativi bisogna leggere tutto il messaggio della recensione per capire qual'è il difetto che ha portato a un voto così basso, e poi bisogna capire se quel difetto è una cosa che per me è importante o se posso passarci sopra  e poi.... e poi basta!
Mi sono perso un'altra volta, ho perso un sacco di tempo, ho letto le peggio cose scritte in un italiano che definire sgrammaticato è fare un complimento, mi sono interrogato sull'intelligenza delle persone e alla fine mi sono dimenticato cos'è che dovevo comprare...
Se uscivo e andavo in un negozio vero credo che ci avrei messo meno tempo e alla fine sarei tornato a casa a mani vuote perché quell'articolo non mi convinceva neanche nel negozio, ma almeno mi sarei fatto una bella passeggiata all'aria aperta...

Ma invece non ho fatto nulla di tutto ciò!
Me ne sono stato a casa a scrivere e a guardare la pioggierella novembrina fuori dalla finestra ringraziando di non dover uscire

mercoledì 21 novembre 2018

Torta del 300° post


Ho appena infornato la torta, stavolta con agrumi e cacao.
Visto che i cioccolatini con le scorze di arancia mi piacciono un sacco ho pensato di metterli entrambi nella torta, chissà se uscirà buona come i cioccolatini...

Ci ho messo il succo e la scorza di due arance e, visto che ce l'avevo in frigo ad appassire con la scorza già grattata, ci ho messo anche il succo di un limone...

Un ennesimo esperimento che, se non succede come ultimamente mi sta capitando anche troppo spesso, non si affloscia una volta che apro il forno potrebbe essere non male.

Eh sì, purtroppo spesso mi capita che quando vedo la torta nel forno bella gonfia e invitante e apparentemente bella cotta, una volta che la sforno questa si sgonfia come un palloncino vecchio... prima o poi mi deciderò a cambiare il forno, ce l'ho da almeno 15 anni, ma è così comodo che tutto in uno mi fa da forno, grill, microonde... Già da parecchio tempo non si accende più la luce all'interno e devo ingegnarmi con una pila per guardarci dentro, ma ci sono affezionato e, anche se comincia a farmi un po' disperare, ogni tanto ha degli exploit che mi fanno rimandare la sua dipartita...

Comunque vedremo... per ora lo faccio andare bene così com'è...

E mentre la torta è nel forno ne approfitto per scrivere il 300° post!

Eh sì, ridendo e scherzando sono già 300 giorni che, con una costanza che sorprende me prima di tutto, scrivo qualcosa in questo blog.

Certo, ci sono alti e bassi, ci sono giorni più ispirati e altri decisamente meno, ma anche solo il fatto di aver trovato già da scrivere ben 300 post senza ripetermi (o almeno non troppo) lo ritengo un bel risultato!

Non certo un traguardo, solo un paletto, ne sono ancora entusiasta e non ho nessuna intenzione di interrompere questa abitudine, almeno per ora...

Perciò Buon 300° post a me!

Intanto la torta è (sembra) cotta e, a vederla lì dentro, sembra come sempre bella gonfia e invitante adesso incrocio le dita e apro il forno, poi e le faccio una foto così la metto nel post e se si sgonfia potete intristirvi con me...

martedì 20 novembre 2018

E' arrivato il freddo


Ed è cominciato il freddo!

Fino all'altro giorno me ne andavo a spasso con al mia giacchetta leggera o col gilet imbottito e capitava che mi ritrovavo accaldato, i miei giretti che diventavano passeggiate di qualche chilometro cominciavano con un leggero freschetto per concludersi con la giacca legata in vita e con lo scaldacollo nella borsa.

Poi ieri prima di uscire di casa per il mio solito giro ho per caso visto il termometro che segnava 6 gradi e ho pensato bene di togliere dalla naftalina la giacca pesante e devo dire che è stata decisamente una scelta saggia.

Volevo aspettare a recuperare dal fondo dell'armadio la berretta di lana, ma quando stamattina la temperatura era di 4 gradi ho pensato che forse era il caso di fare anche quello...

E poi esco, gironzolo e mi ritrovo con le mani piuttosto gelate... già perché ormai non è che si può girare con le mani in tasca, almeno una deve essere esposta alle intemperie per poter tenere il famigerato cellulare a portata di mano...

"Mettiti i guanti" direte voi, ma è più facile da dire che da fare... Io i guanti non li sopporto, anche quando fa freddo e mi gelano le dita se metto i guanti sento le mani come se soffocassero, mi sento formicolare i palmi e dopo un po' le sento quasi scottare, un po' come mi succederebbe coi piedi se andassi a letto coi calzini...

Dovrei brevettare dei guanti che coprono solo le dita... un po' il contrario di quelli che molti usano e che lasciano le dita scoperte... ma non so se questo articolo avrebbe molto successo...

E poi ci sono le sciarpe... quelle sì che sono utili, peccato che quando le metto me le sento premere sul coppino e infagottare sul davanti... ma per questo ci ha già pensato qualcuno inventando gli scaldacollo che risolvono entrambi i problemi... peccato che lo scaldacollo ha la cattiva abitudine di perdersi chissà dove quando lo tolgo e quando poi mi serve devo girare tutta la casa per cercare di stanarlo da dove si è nascosto...

Sarà pur vero come dicono alcuni che il freddo è meglio del caldo perché per sconfiggerlo basta coprirsi di più, ma quelli che dicono così probabilmente sono meno permalosi di me con gli indumenti invernali...

lunedì 19 novembre 2018

Voltare le spalle alla vita


Nella vita ci succedono tante cose, ma non tutte ci piacciono.
Capita che abbiamo a che fare con situazioni che preferiremmo evitare, con decisioni che non abbiamo voglia di prendere, con eventi a cui non vorremmo partecipare.
Quando capita qualcosa del genere, la prima cosa che ci viene da fare è di ignorarla, di fare come gli struzzi e mettere la testa sotto la sabbia finché non è passata.

O metterci, come le papere della foto, con la testa sott'acqua voltando le spalle a tutto quello che c'è sopra.

La cosa apparentemente funziona!
Con la testa sott'acqua non sentiamo niente e le cose che succedono sulla superficie non ci toccano e possiamo magari anche trovarci qualcosa da mangiare. Ci troviamo un un mondo senza problemi, dove l'unica cosa che dobbiamo fare è aprire il becco e aspettare che qualche cosa di commestibile ci passi vicino e dove non ci può succedere nulla di male, il mondo esterno è lontano dagli occhi, dalle orecchie e dal cuore.

Ma un piccolo problema c'è, prima o poi ci tocca uscire da questo sogno, non possiamo restare così per sempre, prima o poi resteremo senza aria e allora ci toccherà riemergere per respirare e in qual momento tutto il mondo che credevamo di esserci ormai lasciato alle spalle ci piomba addosso come un macigno.
Anche l'aria che siamo saliti in superficie a cercare sembra bruciarci la gola, e non possiamo tornare giù finché non riusciamo a riprenderne una bella boccata, ma questo vuol dire affrontare quello che avevamo lasciato qui nel peggiore dei modi!

Se, invece di nasconderci, cercassimo di guardare bene negli occhi quello a cui abbiamo voltato le spalle, osservandolo anche da un altro punto di vista, magari potremmo scoprire che non è così brutto come ci era apparso in un primo momento!

Qualunque sia il problema dovremmo sempre ricordarci che voltandogli le spalle questo non si risolve da solo, resta sempre lì finché non possiamo più evitare di affrontarlo.

Qualunque cosa è meglio affrontarla quando lo si decide piuttosto che quando non se ne può più fare a meno!
Se sono io a decidere il momento e i termini della questione posso uscirne vincitore!
E quando metto la testa sott'acqua non sarà più per paura della vita e del mondo, ma solo perché scelgo di prendermi una pausa.

domenica 18 novembre 2018

Una perfetta giornata di gioco


Una giornata piena di gioco, di gente che si diverte giocando insieme, di ricordi, di facce conosciute e riincontrate sui tavoli da gioco, di solidarietà e di condivisione.
Tutto questo e molto di più è stata la giornata di oggi a ImmaginariA, l'evento milanese di giochi di ruolo che dopo due decenni è tornato sulla scena degli eventi della città!

Un incontro fra generazioni di giocatori: quelli giovani, quelli giovanissimi e quelli come me che erano giovani 20 e più anni fa... tutti allegri e felici di essere lì a condividere questa passione.

Giocare con chiunque, trovarsi con sconosciuti e giocare insieme come se ci si conoscesse da sempre, senza ipocrisia, senza preconcetti, senza giudizi, ma solo con la voglia di giocare, stare insieme e divertirsi!

E ultimo, ma non ultimo, lo spirito di solidarietà che senza essere invadente ha accompagnato tutta la manifestazione, il sapere che, oltre al divertimento, ognuno nel suo piccolo ha contribuito a supportare la LILT (lega italiana lotta ai tumori) per aiutare i bambini malati di tumore ad affrontare la loro malattia.

Insomma una giornata perfetta di gioco, incontro, divertimento, commozione e solidarietà!

sabato 17 novembre 2018

5° classificato!

 Il palazzo

E ieri sera c'è stata la serata conclusiva del concorso letterario "Voltare pagina" qui a San Donato dove io ho partecipato fra i 5 finalisti!

La premiazione ha avuto luogo all'interno degli eventi sandonatesi in occasione del "Bookcity Milano", la manifestazione milanese per la promozione della lettura, dell'editoria ecc.

Dopo l'intervento della scrittrice Alice Basso che ha raccontato un po' di sé e della sua esperienza di scrittrice e dopo la lettura di una estratto dei racconti in gara c'è stata la votazione finale e la premiazione degli autori!

A me è spettato il 5° posto (ultimo fra i finalisti) e, lì al momento, ho avuto come un attimo di delusione che però è durato decisamente poco!

E' la prima volta che scrivo qualcosa che non sia questo blog (che comunque è in attivo da meno di un anno), tutto quello che avevo scritto prima di questo racconto erano tracce di storie per i giochi di ruolo... e nonostante ciò ho raggiunto un traguardo ragguardevole fra autori con decisamente molta più esperienza di me!

Se siete interessati al racconto con cui ho partecipato al concorso lo potete leggere QUI nel blog  iopoliedrico.blogspot.com/p/il-palazzo.html nella pagina dedicata proprio a lui...

Intanto io continuo nella scrittura di quello che, una volta finito, potrebbe anche diventare un romanzo... e chissà... magari un giorno anche un libro...

venerdì 16 novembre 2018

La sorpresa del lesso


Stasera ho preparato il lesso!
Sì, a me il lesso piace, quella carne bella cotta e un po' sfilacciosa che con un pochino di sale sopra prende un sapore che a me piace davvero tarnto!

Ho fatto come al solito, ho preso il mio bel pezzo di carne un po' grassina, se no se è troppo magra poi diventa asciutta ed è come mangiare segatura, qualche carota, una cipolla con infilzato dentro qualche chiodo di garofano, qualche grano di pepe e due foglioline di alloro poi ho fatto bollire e schiumato via quella schifezzina che si forma in superficie e quindi ho chiuso la pentola a pressione... sì, lo faccio a pressione se no dovrei lasciarlo cuocere un'infinità di tempo.
Ah già, la cipolla, una di quelle bionde, l'ho messa con la buccia, un po' di tempo fa ho scoperto che è proprio quella a dare quel colore ambrato al brodo che se no resta bianchiccio e non molto bello a vedersi...

Poi, intanto che cuoceva mi è venuto il ghiribizzo di guardare su internet come dicono di fare il lesso... e ho avuto una sorpresa che non mi aspettavo!

Ho scoperto che lesso e bollito non sono la stessa cosa!

Che scoperta, direte voi, ma io sinceramente non lo sapevo che sono due cose diverse... Il lesso è fatto mettendo carne e verdure nell'acqua fredda e poi si fa bollire il tutto, e lo scopo principale di questa preparazione è avere un buon brodo, il bollito invece pensa di più alla carne che al brodo, e lo si prepara in modo simile ma mettendo la carne nell'acqua già bollente!
Ci sono anche altre differenze, ma non sono stato a informarmi così da fino...

Comunque io lo faccio sempre come ho raccontato prima.

Di sale non ne metto, tanto per me il brodo è un "effetto collaterale", che metto dentro vasetti monodose nel congelatore, e lo uso per fare il risotto (sarebbe un peccato sprecarlo) visto che sicuramente non mi faccio minestrina nè tantomeno zuppa coi pezzi di pane raffermo...
Anche quand'ero piccolo quando mia mamma faceva la minestra il brodo lo avanzavo sempre, e quando faccio zuppe di legumi o minestroni li faccio sempre piuttosto asciutti, col minimo indispensabile di brodo...

Un altro vantaggio del lesso è che in un colpo solo si preparano secondo e contorno!
Ok, le verdure lesse non è che sono sta gran specialità, le preferisco al vapore, ma di certo non le butto via!




mercoledì 14 novembre 2018

Il DOM


Eh sì, è proprio il Dom è sempre il Dom... che sia di giorno al sole, che sia sotto la pioggia, che sia alla sera o di notte il Duomo di Milano è sempre una sorpresa.

Col sole si resta abbagliati dai riflessi del marmo che sembra luminoso, con la pioggia e la nebbia prevale il suo aspetto gotico, di notte la "Madunina tuta d'ora e piscinina" svetta in cielo come un faro nel buio..

Basta girarci intorno, anche distrattamente, che inevitabilmente cade l'occhio su qualche statua o su qualche particolare che non si era mai notato o lo si vede da un'angolazione particolare dalla quale non l'avevamo mai visto...

E fa la sua imponente figura che lo si guardi da davanti o di lato o da dietro...
Ogni lato del Duomo è un'opera d'arte!

E poi ci si può entrare... se la costante coda chilometrica lo permette... e dentro non delude, anzi, anche all'interno si scoprono un milione di cose, dalle vetrate con una marea di figure che è impossibile contare (un po' come le statue sull'esterno) agli altissimi pilastri che sorreggono i soffitti a volta che ti fanno sentire minuscolo...

E quando si sale sul tetto lì è davvero uno spettacolo! Di solito quando si sale su un campanile o su una torre o comunque sui un punto alto della città lo si fa per ammirarne il panorama, sul Duomo invece non è così!
Ok, c'è un bel panorama a 360° sulla città, questo è vero, ma secondo me il vero panorama dal tetto del Duomo è il Duomo stesso!
Pinnacoli, contrafforti, statue e fregi... sono così tanti che è impossibile contarli!

Dal mio punto di vista il Duomo di Milano è come la città di Milano: guardandolo superficialmente mette quasi soggezione, ma se lo si guarda un po' più da fino si scoprono ogni volta nuove cose.

Come mi è successo ieri.
Sono uscito a fare un giro e sono stato a visitare il museo archeologico, un museo interessante posizionato proprio sui resti delle antiche mura romane delle quali se ne possono ancora vedere due torri pressoché intatte..
Uscito dal museo sono entrato nella chiesa proprio lì a fianco, la chiesa di san Maurizio che non avevo mai visto, e sono rimasto senza parole!
L'interno della chiesa è completamente ricoperto di affreschi incredibili!
C'è addirittura una scena dell'arca di Noè dove vengono caricati gli animali (anche 2 unicorni)

Insomma, un altro gioiello di Milano che non conoscevo e che ho incontrato casualmente!

martedì 13 novembre 2018

Fagioli birra e rutto libero


E ieri sera per cena dopo tanto tempo mi sono preparato una bella padellata di fagioli!

Quand'ero all'università la fagiolata era un'occasione di ritrovarsi a mangiare tutti insieme all'insegna del "Fagioli birra e rutto libero!"

Chi non è mai stato ingolosito da Bud Spencer che si preparava quelle padellate di fagioli sul fuoco da campo?

Che poi i fagioli sono solo una parte della ricetta... un po' come la pasta e fagioli, che non può essere troppo genuina, se no perde tutto il suo fascino...

Perciò nella padella oltre ai fagioli ci trovano posto anche un bel trito di cipolla (e se ci sono anche sedano e carota), salsiccia , salsa di pomodoro, spezie varie e un po' di peperoncino... ma soprattutto le varianti determinate dal solito criterio: vediamo cosa c'è nel frigo...

Per esempio ieri non avevo salsiccia, quindi ho usato la pancetta, c'è chi ci vedrebbe bene le cotiche, ma sinceramente su quelle passo...

Poi ho trovato imboscati in un angolo del frigo tre pomodori che erano lì da chissà quanto, quindi invece della salsa ho tagliato a pezzetti quelli... mi era venuta anche l'idea di pelarli, ma dopo averci provato ho cambiato subito idea...

E poi c'era una mezza lattina di piselli avanzati dal riso coi piselli dell'altra sera e ci ho messo pure quelli... alla fine legume per legume anche loro ci sono stati bene...

E me li sono proprio gustati!

Finalmente è cominciata la stagione adatta a questi bei piatti caldi e sostanziosi, adesso mi posso sbizzarrire con zuppe di legumi e di cereali, minestroni e vellutate con qualsiasi verdura racimolo in frigo!

lunedì 12 novembre 2018

Ultimo capitolo


Oggi ho deciso di pubblicare su Scienza Spicciola l'ultimo capitolo delle rubriche di Armonia è Salute.

In questo capitolo si parla di Salute e Cura e, sempre senza nessuna pretesa di dare pareri clinici o specialistici, si fa un viaggetto in alcuni aspetti del curarsi che spesso sono sconosciuti o su cui c'è un po' di confusione.

Lo trovate QUI

E con questo capitolo la storia di Armonia è Salute è completa.
Devo dire che per le rubriche c'è voluto un certo impegno, ne scrivevamo una al mese da quando abbiamo aperto il centro fino a quando abbiamo deciso di chiuderlo.

A differenza di quello che è questo blog dove scrivo abbastanza a casaccio quello che mi passa per la testa per scrivere quelle rubriche ci abbiamo messo davvero impegno per cercare di dare un'informazione obiettiva, competente e corretta ma che fosse alla portata di tutti.

Vi assicuro, e se non ci credete provate a farlo, che cercare su internet informazioni e dati sugli argomenti che abbiamo trattato nelle varie rubriche non è facile come può sembrare...
Come ho già detto più volte internet è una fonte infinita per cercare qualunque cosa, e proprio per questo riuscire a trovare le informazioni giuste, confrontarle e poi decidere come proporle è un lavoro decisamente impegnativo...


Comunque con  Scienza Spicciola il nostro lavoro rimarrà comunque lì, a memoria di chiunque lo vorrà leggere... ma anche se resterà lì e basta noi sappiamo che c'è e la cosa ci rende orgogliosi.

Non so perché ho deciso di pubblicare oggi quest'ultimo capitolo, forse perché non sapevo cosa scrivere, forse perché sapevo che mancava solo questo e saperlo lì da solo in attesa di pubblicazione mi faceva tenerezza, o forse perché era giunto il momento di concludere questa fase.

Poi non escludo che ci potranno essere nuovi capitoli e/o nuove rubriche di carattere scientifico/divulgativo che scriverò per Scienza Spicciola chissà, come ormai sapete il mio livello di programmazione in queste cose (e anche in molte delle altre) non si spinge molto più in là del momento attuale...

domenica 11 novembre 2018

La torta senza ingredienti


Oggi sono andato in cucina con l'intenzione di preparare una torta, ho preparato gli ingredienti e quando ho aperto il frigo mi sono accorto di essere rimasto senza uova e anche il latte era quasi finito!

Accidenti!

Allora ho cercato su internet la ricetta di una torta senza uova... e ne ho trovato una marea...
Ho trovato ricette senza uova, senza latte, senza burro, senza farina, senza zucchero, senza lievito...

Insomma, una quantità industriale si ricette "senza".

Ne ho trovato di quelle senza uova ma con farina di mandorle o nocciole o chissà che ingredienti che, se sono senza uova, figuriamoci se ho questi altri...

Ho provato una ricetta di una torta con solo farina, lievito, zucchero, olio, acqua e un po' di aroma di vaniglia...

Facendo l'impasto mi sono reso conto che praticamente stavo facendo la pasta della pizza non salata e con lo zucchero...

Magari sono io che ho sbagliato qualcosa (anche se alla fine si tratta solo di mischiare gli ingredienti) ma ho ottenuto una tortina anemica, bassa, con una consistenza un po' gommosa e per niente come golosa come descritto nella ricetta...
Il profumo ha un leggero sentore di vaniglia che a stento riesce a coprire quello della farina...

Ora, capisco se uno ha delle intolleranze o altri motivi per fare una torta di questo tipo, ma diciamocelo... col cavolo che il risultato è lo stesso!

Sono il primo a dire che non è necessario abbondare di burro, zuccheri, creme e golosità varie (anche se hanno il loro perché), ma almeno un po' di qualcosa che dia gusto direi che è necessario...

La prossima volta riproverò la stessa ricetta magari mettendoci del cacao... come si sa il cioccolato riesce a far diventare golosa qualunque cosa... e poi vedremo come va...

O magari la prossima volta cercherò di evitare di restare senza uova...

sabato 10 novembre 2018

La signora Pizza


Eh sì, la pizza è sempre la pizza!

Quand'ero piccolo la pizza era quella che faceva mia mamma che prendeva quelle scatole (che forse non esistano neanche più) con dentro la farina il pomodoro e l'origano e usciva quella pizza alta e un pochino gommosa.

Crescendo sono comparse le pizzerie e uscire a mangiare la pizza era una specie di evento.
Quando la scelta era fra Margherita, Capricciosa, Napoletana, 4 stagioni e poco altro, non come oggi che anche la pizzeria più scrausa ha almeno 20 tipi di pizza, e alla fine si sceglie sempre la stessa perché non si fa in tempo a leggere tutti gli ingredienti di tutte le pizze...

Poi all'università c'è stato il periodo della pizza di sopravvivenza, si andava in pizzeria e si prendeva la pizza d'asporto (che costava meno) e poi la si mangiava in modo decisamente "animalesco" in sala mensa in collegio, si apriva la scatola, si afferrava la pizza e la si piegava in 4 e in 4 bocconi era finita; o la si strappava con le mani a metà per poi ripiegarla in qualche modo divorandola come se non ci fosse un domani; oppure c'era chi la arrotolava e la mangiava come una megacrepes sempre in 4 bocconi...

Quando poi ho cominciato a lavorare la pizza era spesso un'alternativa alla mensa ed era una sorta di abitudine.

Oggi ero in giro per Milano e siamo andati a mangiare la pizza in una pizzeria che frequentavo quando lavoravo in centro, era più di un mese che non ne mangiavo una e me la sono proprio gustata!

Ma che sia Margherita, Capricciosa, integrale, vegetariana o di qualsiasi altro tipo una sola cosa secondo me è sacrosanta: la pizza va mangiata con le mani!

Non dico come facevo all'università, ma se la fetta di pizza non la si prende in mano facendosi ustionare il palato con i primi morsi e correndo dietro con la lingua alla fila di formaggio tanto vale prendere un piatto di pasta...
Quando vedo chi si mangia una pizza intera tagliandola a pezzetti e portandoli alla bocca con la forchetta mi chiedo come faccia a gustarsela...

Oppure quelli che lasciano tutto il bordo sul piatto! Io di solito spazzolo tutto, e spesso mi capita pure di allungare le mani sui bordi avanzati sui piatti degli altri... o meglio, degli altri che sono a mangiare con me... non nel piatto di altri clienti della pizzeria... non esageriamo...

E poi c'è la birra! Una vera pizza la si gusta decisamente di più con un bel boccale di birra di accompagnamento!
Ed è qui che si capiva la differenza fra l'uscita in pizzeria e la pizza da pausa pranzo... quando si mangiava la pizza e poi si doveva tornare al lavoro di solito si prendeva solo acqua... se no stare svegli il pomeriggio al lavoro sarebbe stata davvero dura...

venerdì 9 novembre 2018

Santa pazienza

La pazienza credo non sia una delle mie virtù...

Quando devo aspettare qualcosa e non posso farci niente mi devo adattare e aspettare, la cosa mi rode, ma alla fine non posso fare altro che aspettare...

Se invece posso fare qualcosa per ridurre l'attesa o almeno per renderla meno pesante lo faccio senza pensarci due volte...

Un po' come quando mi danno regali in anticipo... col cavolo che aspetto la ricorrenza per aprirli...

Il caso di attesa e pazienza più eclatante dell'ultimo periodo è stato ovviamente l'attesa per la conclusione dell'avventura di Armonia è Salute, sembrerà strano, ma da quando a maggio abbiamo deciso di chiudere l'arresa del mese di settembre è stata davvero lunga, e quello era uno dei casi in cui non potevo fare niente per abbreviarla né per renderla più semplice, Poi finalmente il tempo è passato e l'attività è chiusa, non è stato brutto, non ci sono rimorsi, non ci sono rimpianti, solo la consapevolezza di una bellissima esperienza che è terminata.

Adesso invece sono in una fase di attesa decisamente diversa, come ho già accennato a settembre ho inviato un racconto per partecipare al concorso letterario qui a San Donato, ho dovuto aspettare fino al 25 ottobre per sapere gli esiti della prima valutazione e per sapere che sono stato scelto fra i 5 finalisti, ma diciamo che è stato un periodo comunque con parecchi altri pensieri che riguardavano le pratiche per la chiusura del centro.

Dopo la comunicazione dell'ammissione alla finale ho cominciato a fremere, perché la premiazione sarà venerdì prossimo e visto che in questo momento non ho molto altro da fare l'attesa sta prendendosi una bella fetta dei miei pensieri...
Ok, non è che si tratta di un premio Nobel per la letteratura, però è il primo racconto che scrivo e il primo concorso a cui partecipo e sono in finale, e questo mi basta per attenderne con trepidazione l'esito.
Tutte le informazioni sullo svolgimento della serata conclusiva ce le ho già, alcune me le hanno mandate insieme alla notizia dell'ammissione in finale, altre le ho trovate su internet, ma non mi bastava, allora oggi, mentre gironzolavo senza meta, ho deciso di andare alla biblioteca per chiedere un po' di informazioni sull'andamento del concorso, sulla partecipazione, sulla serata di venerdì prossimo....

La signora con cui ho parlato è una delle organizzatrici e io, senza vergogna, le ho detto che volevo sapere un po' di cose perché mancava ancora una settimana e non avevo voglia di aspettare ancora così tanto per saperle...
Lei, gentilissima, è quasi sembrata contenta del mio entusiasmo, ha risposto alle mie domande, mi ha fatto i complimenti per essere arrivato in finale e alla fine ci siamo dati appuntamento a venerdì prossimo.

Ecco, adesso va meglio, non è che ho avvicinato la data, ma almeno ho fatto qualcosa e l'attesa mi sembra più sopportabile.

mercoledì 7 novembre 2018

Ricordi golosi

Ci son cose che risalgono alla nostra infanzia che dopo anni restano comunque nella nostra memoria.

Come il latte condensato!
Quand'ero piccolo a casa nel frigo c'era spesso quel tubetto, simile a quello del dentifricio ma molto più attraente, che mi attirava come una calamita.
Quando ero sicuro di non essere visto aprivo di nascosto il frigo, svitavo il tappo del goloso tubetto e ne ciucciavo fuori un po', senza esagerare se no rischiavo che si capisse che ne avevo mangiato, e mi beavo del gusto dolce e goloso di quel preparato che si diffondeva cremoso in tutta la bocca.

Qualche tempo fa ne ho ancora preso, e il gusto è sempre lo stesso, ma mi sono reso conto che, senza il problema di essere scoperto a mangiarlo di nascosto, le sortite in frigo per schiacciarmelo in bocca direttamente dal tubetto diventavano troppo frequenti e in men che non si dica mi trovavo col tubetto vuoto... quindi ho deciso che il latte condensato rimarrà un bel ricordo e una trasgressione da limitare...

Più o meno la stessa cosa capitava con la nutella... quando riuscivo ad acchiappare il vasetto di nascosto e me ne mangiavo una bella ditata...
Oggi sono fortunatamente abbastanza immune dal fascino della nutella, non dico che non mi piace, ma non mi sento così attratto come allora e anche lei è finita fuori dalla mia lista della spesa.

E non dimenticiamoci dell'ovomaltina! (chissà se esiste ancora)
Quella sì che era una tentazione incredibile... altro che sciolta nel latte, se riuscivo a impossessarmi di un cucchiaino e ad arraffare il barattolo dell'ovomaltina era una festa!
Quel sapore cioccolatoso e granuloso che dopo un attimo che ce l'avevi in bocca diventava una specie di mastice che si appiccicava su lingua palato e denti e che dava una gioia infinita...

E poi c'erano quelle cose che non si facevano di nascosto, come leccare la pasta cruda della torta, dopo che la mamma aveva messo l'impasto nella tortiera, dal cucchiaio e dall'insalatiera in cui era stata impastata.

O quando rubavamo gli gnocchi appena preparati, e prima che venissero cotti nell'acqua, dal vassoio su cui erano appoggiati...

Insomma... gusti e ricordi che si mescolano nella mente e che danno sempre un certo piacere quando tornano a galla

martedì 6 novembre 2018

Vado in letargo

Sarà che non vedo il sole da 10 giorni, sarà che la pioggia mi sta arrugginendo le giunture, sarà che con la giacca leggera è freschino, senza è freddo,con quella pesante è caldo e con quella media è sia caldo che freddo fatto sta che è un periodo che dormirei tutto il giorno.

Mi alzo, faccio un giro, faccio la spesa e quello che devo per forza fare,poi arrivo a casa e l'unica cosa che mi viene in mente di fare è quella di sdraiarmi con un libro a leggere sotto le coperte... e magari addormentarmi dopo qualche pagina col libro che cade dalle mani...

Mi sa che è un chiaro sintomo del letargo...

Di solito mi capita in primavera, quando la natura si risveglia io mi addormento, ma quest'anno sembra che i cicli sballati della natura stanno scombussolando anche il mio ritmo stagionale e sto cadendo anche nel letargo autunnale...

Stamattina mi sono alzato e sono andato in centro per rinnovare la tessera ATM, che fortunatamente mi sono accorto sarebbe scaduta dopodomani, quindi un impegno improrogabile, sono arrivato in duomo, ho preso il mio numerino e mi sono messo ad aspettare... avevo il numero 316 e stavano chiamando il 200... ho tolto la giacca per non morire di caldo, ho trovato un angolino in cui sedermi (scomodissimo) e ho cominciato a leggere... mi sa che magari un pisolino me lo sono pure fatto... non so... fatto sta che ho fatto in tempo a finire il libro che avevo cominciato a leggere ieri in treno, poi volevo fare un giretto, ma ormai era già passata anche l'ora di pranzo, ed ero mezzo addormentato, quindi tanto vale tornare a casa... con l'idea di un bel pisolino...

Arrivato a casa mi sono fatto prendere dall'estro creativo e ho cominciato a scrivere la continuazione del romanzo che ho in cantiere e che era lì arenato da almeno due settimane, il pomeriggio è passato in fretta, ma il sonno no... e quando ho deciso "adesso vado a sdraiarmi un momento" ho avuto il flash "nooooo non ho ancora fatto il post..." mi sdraio dopo... e adesso che il post è fatto mi sa che mi faccio il pisolino precena... o magari faccio una torta che se no domani a colazione sono senza... e avrei anche lì da lavare dei piatti... non so... progetti troppo a lungo termine... in questa fase letargica già pensare cosa fare fra mezz'ora è come pensare al futuro...

lunedì 5 novembre 2018

Ballo ballo ballo

Anni fa, erano gli anni delle superiori, mi era venuta la passione per il ballo liscio.

Fino a quel momento per me il liscio era quel ballo che veniva fatto alle serate danzanti estive in paese, guardavo le coppie che ballavano valzer e mazurke e mi chiedevo come facessero a essere così coordinati da non pestarsi mai i piedi.

Poi una sera un'amica mi ha invitato ad andare a ballare dicendomi che mi avrebbe insegnato lei... e in una sera di ballo intenso mi aveva insegnato a ballare valzer, mazurka, polka, tango, beguine e chissà cos'altro e io mi sono divertito un sacco.

Ovviamente non è che avessi imparato da professionista, anzi, ma la cosa mi era piaciuta e col mio bagaglio "basic" dei passi di danza mi sono lanciato in questa nuova avventura.

E' vero che nella discoteca di liscio la media di età era piuttosto altina, soprattutto all'occhio di un adolescente, ma non ce ne fregava niente, e ci lasciavamo guidare dalla musica in volteggi e giravolte fregandomene di tutto e di tutti!

Poi c'è stato il periodo della discoteca, quella dove si ballava senza saper necessariamente ballare, quella dove ci si buttava in pista e ci si agitava in modo più o meno coordinato e si ballava da soli la mitica dance degli anni 80.

Andavamo in discoteca con gli amici più grandi che prendevano la macchina e passavamo la serata in mezzo alla musica assordante e alle luci strobo e anche lì mi divertivo sempre un sacco.

Poi c'è stato il periodo dell'università e lì ballo e discoteche sono rimaste chiusi nel cassetto, credo che in tutto il periodo che ho passato a Pavia per l'università a ballare in discoteca ci sono andato tipo 2 volte, non di più...

Ma il momento clue della mia esperienza di "ballerino" l'ho avuto intorno ai 30 anni...

Dopo essermi trasferito a Milano chissà come ho scoperto l'esistenza di discoteche frequentate da gente della mia età e anche di più, non solo da adolescenti, e ho cominciato a frequentarle. Era diventato un vero e proprio "rito del sabato sera".

Andavo in discoteca e quando mi lasciavo prendere dalla musica non vedevo più niente e nessuno, se c'erano amici si stava in compagnia, ma spesso ci andavo da solo e mi scatenavo in pista per tutta la sera.

Ho sempre ringraziato per il fatto che non ci fossero specchi, se no mi sa che non mi sarei mai lanciato come facevo... credo che il vedermi ballare sarebbe stato talmente imbarazzante che non l'avrei mai più fatto... Quindi non so come ballavo, probabilmente in modo scoordinato e assurdo, ma non vedendomi andava bene così. Seguivo la musica e il "balla come se nessuno ti stesse guardando".

Alcuni amici che mi vedevano così scatenato credevano fossi ubriaco perso... ma non era necessario bere, mi ubriacavo di musica.

Poi anche quel tempo è passato, e ora le mie performance di ballo sono limitate a qualche balletto liscio con mia mamma nelle serate danzanti in paese e a balli scoordinati e più o meno tranquilli quando metto su musica in casa mentre faccio pulizie...

domenica 4 novembre 2018

Luoghi di pace


Ci sono luoghi che non necessitano di fronzoli o belletti per toccare l'anima, luoghi dove è abbastanza avvicinarsi e ti toccano il cuore.

Sono luoghi di pace, luoghi che, anche se sono pieni di gente, mantengono la loro atmosfera solitaria e  silenziosa.

In questo luoghi ci si sente portati alla meditazione, all'introspezione, e alla riflessione.

Fra questi luoghi quello che più mi ha colpito con la sua atmosfera è stato Assisi.
Ci sono andato una sola volta, qualche anno fa, ed era solo una tappa di un giretto in Umbria con alcuni amici in occasione del capodanno, quindi lo stato d'animo era quello festaiolo di questa occasione, ma giunti ai piedi della Basilica l'aria di spiritualità di quel luogo ci ha contagiati tutti, a prescindere da quanto uno fosse credente o no.
In quella piazza è impossibile restare indifferenti, la sacralità del posto ti si appoggia addosso, la senti quasi sulla pelle come un velo che ti accarezza dandoti un senso di pace e di tranquillità che difficilmente raggiunge altrove.

Un altro posto simile è l'isola di San Giulio sul lago d'Orta. Lì sei in mezzo a un lago, c'è solo una strada che fa il giro dell'isola, ma fare quel giro è come fare un giro dentro sé stessi, passeggiando è come se i pensieri negativi e le preoccupazioni cadessero dietro di te a ogni passo, e rimane solo la pace e la serenità.

La stessa atmosfera si respira in molte abbazie, passeggiando sotto i portici dei chiostri all'ombra dell'abbazia ci si sente fuori dal tempo e dallo spazio, il mondo esterno non esiste più, c'è solo la semplicità di essere soli con se stessi e con Dio, sono luoghi dove non è necessario essere credenti per restarne affascinati, non serve pregare per trovarci la serenità, in questi luoghi la pace è nell'aria e donata gratuitamente a tutti.

sabato 3 novembre 2018

Frutti di stagione

Ricordate quando le zucchine e i pomodori trovavano solo d'estate, le arance e i finocchi solo d'inverno, le fragole solo in primavera e l'uva solo in autunno?

Quando si sapeva di preciso di cosa si stava parlando quando si nominava la frutta di stagione?

Quando le uniche cose che potevi trovare sempre erano le patate e le mele perché si conservavano per tutto l'inverno fino al raccolto successivo?

Ebbene... i ne ho un vago ricordo...

Adesso quando vado a fare la spesa e cerco di comprare la frutta e la verdura di stagione perché sembra bello fare così spesso sono in crisi... come faccio a sapere cos'è di stagione e cosa no se trovo sempre tutto?

A volte un indizio lo dà il prezzo, di solito i prodotti fuori stagione costano di più... ma anche questo non è sempre vero...
Oppure guardando la provenienza: se arrivano dall'altra parte del mondo probabilmente sono di stagione là e non qua... anche se spesso anche i frutti di stagione provengono da chissà dove...

In teoria l'aspetto più determinante per capire se un frutto è di stagione è il sapore, un frutto di stagione dovrebbe essere più buono rispetto a un frutto cresciuto fuori dal suo tempo... ma anche qui dipende sempre qual'è il processo di raccolta, conservazione, maturazione e imballo che ha subito...

Insomma io personalmente non ci capisco più niente...

Forse un modo per identificare meglio ciò che è di stagione è quello di comprare frutta e verdura al mercato rionale anziché al supermercato.

Guardando le bancarelle dei fruttivendoli sì che si notano i cambi di raccolto e di stagione!
Di stagione in stagione cambiano colori e profumi: verde bianco arancione di cavoli, carciofi, finocchi, agrumi e zucche invernali; verde rosso giallo viola di asparagi, fragole, ciliege, pere e prugne primaverili; verde viola rosso giallo di insalate, peperoni, pesche, melanzane e pomodori estivi; verde marrone nero rosso e giallo di uva, mele, castagne, fichi e melograni dell'autunno...

Insomma... fare la spesa alle bancarelle è un'esperienza davvero bella... peccato che rischio sempre di avere l'occhio decisamente più grande dello stomaco e attratto da questi trionfi della natura tendo a farmi prendere la mano tornando a casa con borse piene di prelibatezze che se non ci sto attento rischiano di andare presto a male...

Ma niente paura! C'è sempre un modo di evitare lo spreco: conserve, marmellate, sottaceti, torte dolci, torte salate, congelatore... c'è solo l'imbarazzo della scelta!

giovedì 1 novembre 2018

Pitture e pennelli


Oggi dopo tantissimo tempo mi sono dedicato alla pittura sui sassi...

E' da almeno 20 anni che non lo facevo più, da quando io, mio fratello e mio papà ci avevamo preso gusto e avevamo riempito la casa di gatti, procioni, volpi, civette e animali di ogni genere.

Poi la mia passione di dipingere si è spostata sulle miniature fantasy, e di animali sui sassi non ne ho più fatti.

Come per ogni cosa quando si passa tanto tempo senza farla i primi passi sono decisamente difficili.
Ormai mi sono abituato con pennellini e miniature minuscoli e con colori specifici per quell'attività che rispondono perfettamente al tocco del pennello e tornare a dimensioni maggiori e con colori acrilici che una volta sul pennello si stendono sul sasso un po' come vogliono loro è stato abbastanza traumatico...

Ma alla fine ho perseverato e qualcosa di buono è venuto fuori... più o meno... (vedi foto...)

Il mio problema con queste cose è che dovrei essere meno pignolo...
Faccio sempre così, anche con le miniature o con qualsiasi mia creazione, non ne sono mai completamente soddisfatto, ci vedo sempre quella pennellatina in più che potrei farci o quel puntino di luce che potrei aggiungerci o quel colore che forse potrei fare più chiaro o più scuro...
Poi a un certo punto mi impongo un "basta" e decreto finita l'opera con un bello strato di vernice trasparente protettiva che oltre a proteggere il colore evita anche che ci possa fare altre modifiche...

Che poi quando qualcuno vede le mie miniature resta stupito... anche perché si chiedono come faccia a fare certe cose coi manoni da muratore che mi ritrovo... e fioccano complimenti... ma io resto sempre col pensiero che avrei potuto magari fare qualcosa di diverso o pitturare meglio quel dente o quel corno o quel viso...

Ma ormai lo so che sono così: ipercritico, superpignolo e esigente... ma solo con me stesso...

Se fossi con gli altri come sono con me stesso, credo che risulterei la persona più pedante, pignola e rompiballe del mondo... ma fortunatamente questo trattamento "speciale" lo dedico solo a me stesso...