giovedì 31 ottobre 2019

Mostri e magia


E anche quest'anno come c'era da aspettarsi sui social si è scatenata la "Halloween mania" dove i post pro o contro questa festa si sprecano.

Ho già espresso il mio parere su questa festa l'anno scorso, se volete leggerlo è qui halloween si halloween no

Quest'anno invece sono rimasto "affascinato" dalle polemiche che adducono motivazioni riguardanti il fatto che si inneggi a mostri e figure che fanno parte della cultura pagana o addirittura blasfema...

Allora penso a questo:
Proviamo a togliere dalla nostra cultura tutto quello che riguarda magia, mostri e soprannaturale.

Vorrebbe dire cancellare vampiri, zombie, mummie, lupi mannari e compagni, ma anche maghi, streghe, draghi, creature fantastiche e mitologiche e poi il paranormale, gli extraterrestri, i supereroi...

In pratica vorrebbe dire essere senza una cospicua parte di tutto ciò che c'è in letteratura, nel cinema, nella mitologia, nell'arte...

mercoledì 30 ottobre 2019

Momento di grazia


Quel momento di pace infinita, quando in una fredda sera d'autunno quando la giornata finisce e ti accucci nel letto, abbracciato dal caldo peso delle coperte, ti godi quel momento di silenzio che precede il sonno, quel momento in cui per la testa vagano senza posarsi da nessuna parte i pensieri, li guardi volare via disfarsi nel buio come bolle di sapone.

Il corpo si rilassa, libero dal peso della giornata, in mente solo il conforto della notte, gli occhi che si chiudono, il mondo resta fuori, in questo momento il mondo è solo il mio letto.

Non c'è niente che desideri di più di questo, restare qui accogliendo il sonno.

Poi magari qualche pensiero si posa, prende forma, interrompe il dolce torpore, ma quel pensiero può aspettare, non voglio che interrompa questo momento, lo allontano e lo lascio libero di vagare, fino a domattina non mi deve disturbare.

martedì 29 ottobre 2019

Passioni passeggere


Oggi sono arrivate le mie velleità di scrittore in erba hanno subito uno scontro con la realtà...

Ho avuto la comunicazione che il racconto che avevo mandato per il concorso letterario di San Donato non è stato scelto fra i finalisti.

La cosa ovviamente mi è dispiaciuta, mi sarebbe piaciuto rivivere l'emozione dell'anno scorso quando sono arrivato alla cerimonia della premiazione, ma pazienza...

E' stato bello crederci.

Mi è piaciuto passare quest'ultimo anno scrivendo non solo per me stesso, scrivere con una finalità che non fosse solo il piacere di scrivere.

Non dico che non scriverò più, probabilmente riprenderò a farlo, prima o poi...
Per ora, e già da un mesetto, la voglia di scrivere mi è calata un po', ma le cose che ho iniziato sono ancora lì e forse torneranno a occuparmi la mente in un altro momento.

Ma di una cosa sono sicuro: non cambierà mai la mia voglia di rimettermi in gioco, di provare nuove cose, di lasciarmi tentare da nuove sfide, di trovare nuovi interessi o di ripescarne di vecchi.

Se poi, come capita spesso, questi nuovi interessi saranno solo una passione temporanea, una parentesi che si chiude così come si è aperta va benissimo, mi piace così, sempre alla ricerca di nuovi stimoli!

lunedì 28 ottobre 2019

La verità sulle farfalle



Ma voi l'avete mai guardata una farfalla da vicino?

Tanto belle con le loro ali colorate che ci danno sempre quel senso di bellezza quasi eterea.

Poi ti svolazza vicino e la vedi da sotto... un corpo grosso e peloso che se ti trovassi una cosa così ma senza ali appoggiata sul letto ti verrebbe un colpo.

Se poi a uno piacciono i vari bacarozzi potrebbe trovarla pure affascinante, ma per uno come me che per gli insetti non prova alcuna simpatia la cosa è piuttosto controversa.

Ma la farfalla resta sempre la farfalla, può pure essere grossa e schifosa, ma non riusciremo mai a odiarle come capita per esempio con le cimici, gli scarafaggi o le cavallette.

domenica 27 ottobre 2019

Sacco vuoto non sta in piedi


Una delle cose peggiori di quando si hanno problemi allo stomaco come è successo a me un questi giorni a causa di una forma influenzale è che non si riesce a mangiare.

Quando il tuo corpo ha un moto di repulsione a qualunque cibo provi ad avvicinare alla bocca.

Allora passi la giornata bevendo te e tisane, ma visto che da soli non è che ti diano ste grandi energie allora cerchi qualche cibo che non ti faccia venire il disgusto...

Pensare di mettersi ai fornelli è un'utopia, anche solo l'idea di una forchettata di riso in bianco ti infastidisce... allora cosa fare?

Quello che faccio io è cercare di mangiare poco e spesso, magari un estratto di frutta adesso, un pezzetto di pane con la marmellata fra un'oretta, un'altra tazza di te zuccherato e limone più tardi...

Insomma, piccole porzioni di cibi che non vanno cucinati per evitare che l'idea di mangiare si perda nel tempo che ci vuole a prepararli.

Adesso sono qui davanti al computer a scrivere il post con una tazza di tisana con un bel cucchiaio di miele..

Del resto non è che si possono recuperare le forze se non si mette qualcosa in pancia... come si usa dire sacco vuoto non sta in piedi...

Ed ecco un'altra cosa di cui ci si rende conto di quanto vale solo quando non c'è: il piacere di mangiare!

sabato 26 ottobre 2019

Sonnellino in viaggio


Una volta era la prassi: salivo in treno e non vedevo nemmeno la stazione di Colico perché dormivo già, poi aprivo appena appena gli occhi a Lecco per poi svegliarmi a Monza.
Il ritorno era uguale, dormivo prima di Monza, minima presa di coscienza a Lecco e risveglio a Colico.
E non mi è mai capitato di perdere la fermata.Come se avessi un orologio interno puntato sull'orario del treno.

Ma era tantissimo tempo che il viaggio lo passavo leggendo o facendo cruciverba e non so da quanto non dormivo più.

Oggi dopo tanto tempo mi sono fatto il viaggio in treno Morbegno-Milano dormendo. Esattamente come succedeva una volta.

Ero tranquillo, tanto Milano è il capolinea e non è che puoi saltare la fermata, ma il mio "bioritmo da treno" sembra funzionare ancora... a Colico già dormivo, a Lecco ho visto la luce e a Monza mi sono svegliato.

Tutto come da programma.
E devo dire che quell'oretta e mezza di sonno sul treno, soprattutto dopo alcuni giorni di influenza, è stata davvero rigenerante.

venerdì 25 ottobre 2019

Il bene più grande


E' quando ti prende qualche malanno che ti accorgi davvero di quanto vale lo stare bene di salute.

Non parlo di malattie gravi, bastano un paio di giorni di influenza nei quali anche solo spostarti dal letto al divano diventa un'impresa epica per chiederti come facevi a dare per scontata la salute.
Ma è quando non stiamo bene che ci rendiamo conto che di scontato non c'è nulla, che dovremmo ringraziare di poter fare anche le più piccole cose, che il poter vivere la vita in salute è il bene più grande che si possa desiderare.

Poi guarisci e tutto torna normale.
Chissà come ti dimentichi di come sei stato male quando non stavi bene.
Riprendi a fare tutte le tue cose come se niente fosse e ti sembra impossibile che fino a qualche giorno fa non ci saresti mai riuscito.
E riprendi a dare per scontato lo stare bene.

giovedì 24 ottobre 2019

Oggi niente post


Dopo una giornata raggomitolato sul divano con dolori e influenza ho racimolato il minimo sindacale di energie per scrivere queste due righe, che vi assicuro mi stanno stancando più di una corsa si 10 km...

Quindi per oggi va così, poche righe stanche e malaticce.

mercoledì 23 ottobre 2019

Giornata sottotono


L'idea che avevo per questi giorni in montagna erano quella di passare il pomeriggio di ieri coi nipoti all'asilo e poi passare qualche giorno insieme a mia mamma e magari darle una mano visto che è un po' provata dall'influenza.

Ma le cose sono andate un po' diversamente... per quanto riguarda ieri tutto ok, ma oggi sono stato più sotto tono di mia mamma per un po' di scombussolamento allo stomaco... altro che aiutarla in casa...

Abbiamo fatto uno dei nostri soliti giretti, mettendoci almeno il doppio del tempo che ci mettiamo di solito, abbiamo passato il pomeriggio a fare cruciverba e a dormicchiare, insomma una bella giornata da convalescenti senza energie...

E prevedo una serata sul divano sotto la copertina magari guardando un po' di televisione per poi andare a nanna presto dopo una tisanina...

martedì 22 ottobre 2019

Festa all'asilo

Oggi ho passato il pomeriggio coi miei nipotini "grandi".

Ma non a spasso o al parco giochi o a casa a raccontare storie, ma sono stato loro ospite all'asilo nel pomeriggio dedicato ai nonni... Ops... volevo dire alla scuola dell'infanzia... Si chiamava asilo quando ci andavo io...

Io non sono il nonno, ma visto che per causa di forza maggiore i nonni non potevano presenziare alla festa sono stato reclutato per farne le veci.

La cosa più bella è stato vedere quanto sono stati felici di vedermi comparire all'asilo insieme ai nonni degli altri bambini, poi fare insieme il lavoretto, fare merenda e giocare nel cortile.

Alla fine del lavoretto le mie mani erano sporche di pennarello e di colla più di quelle dei bambini. Sull'albero di Isacco insieme alle foglie ci è finita anche una moto. Ad alcune mani abbiamo ritagliato via qualche dito. Rotolandosi nell'erba la maglietta di Agata era diventata di tutti i colori.

Ma sono tutte quelle cose che fanno diventare divertente la giornata!

lunedì 21 ottobre 2019

Cachi kaki caco


Secondo me il primato del frutto più scomodo da mangiare spetta al caco.

Ce ne sono anche altri scomodi: il melograno va sgranato, al fico d'india vanno tolte le spine, le noci vanno schiacciate, all'ananas va tolta la corteccia...

Ma una volte fatte queste operazioni li si mangia senza troppi problemi. Il caco invece no.

Non va preparato, è pronto da mangiare, ma se provi ad addentarlo poco ma sicuro metà del frutto ti finisce sulla camicia, sempre che non si spiaccichi ancora prima.
Allora provi a metterlo su un piattino e a mangiarlo con un cucchiaino, ma anche così si ottiene una poltiglia informe arancione che per mangiarla ti tocca leccare il piatto.

Per carità, buoni e tutto, ma davvero scomodi.
Certo, esistono anche le varianti un po' più compatte che evitano il problema dello sbrodolamento, ma non sono gustose come quello classico e molliccio

Che poi ho pure scoperto che non si chiama caco, ma cachi o kaki.
E io che pensavo che cachi fosse il plurale di caco e kaki fosse solo un modo esotico per descriverlo, invece no, è proprio il nome del frutto: il cachi.

Insomma, scomodo da mangiare e anche col nome sbagliato...

sabato 19 ottobre 2019

Ritorno di fiamma


Oggi ho trovato un nuovo passatempo.
Anzi, diciamo che ho ritrovato un vecchio passatempo.

Dopo il giro di ieri al negozio di miniature è tornato l'estro artistico e oggi ho ripescato la storica scatola di metallo dei biscotti plasmon nella quale tengo tutto l'armamentario e ho invaso il tavolo di sala con barattolini di pittura.

Ho cominciato a dipingere il modellino di un'idra che avevo in giro da credo quasi vent'anni...

Del resto qualcosa da fare devo pure averlo, ok, passeggio, gioco un po' col computer, guardo ogni tanto qualche serie tv... ma per passare le giornate, soprattutto quelle di pioggia, dovrò pure inventarmi qualcosa.

Dopo aver dato un'occhiata alle offerte di lavoro e aver spedito qualche curriculum, aver fatto qualche mestierino in casa, come lavare i piatti e fare il bucato, aver gironzolato per la città, tempo permettendo la giornata rischia di diventare lunga senza qualcosa per tenersi occupati.

Non è che posso stare qui a vegetare in attesa che qualcuno mi chiami per un colloquio di lavoro...

E allora via al ripescaggio dei vecchi hobby!

Così anche se il tempo non permette di uscire di casa non rischio di imbruttirmi a fare niente.
Un po' passeggio, tempo permettendo.
Un po' leggo, anche in questo momento non trovo un libro che mi appassioni come si deve.
Un po' scrivo, ma ammetto che nelle ultime settimane ho scritto davvero poco.
Un po' dipingo, ho cominciato oggi e vediamo quando me ne stancherò.

E intanto evito di stare lì come un'anima in pena in attesa che squilli il telefono...

venerdì 18 ottobre 2019

Tutte le strade portano da qualche parte


Oggi ho cambiato percorso ai miei vagabondaggi.
Ultimamente facevo le mie lunghe passeggiate in giro per le strade e i parchi di San Donato, ma oggi sono andato in centro a Milano tanto per cambiare un po'.

Non avevo una meta, sono sceso in Duomo e da lì ho cominciato a girovagare.

Cammina cammina mi sono ritrovato alle colonne di San Lorenzo, una zona in cui sono passato davvero raramente.
Non ho visitato musei, non ho fatto shopping, non ho nemmeno guardato le vetrine.
Tranne una.

Girovagando mi sono ritrovato davanti alla vetrina di warhammer un negozio di miniature che si usano per fare giochi di strategia.
Dopo aver lasciato gli occhi sulle varie miniature esposte in vetrina sono entrato e sono rimasto a girare incantato davanti a queste opere d'arte.
Il commesso si è avvicinato a chiedermi se avevo bisogno di qualcosa e la mia risposta è stata "Per ora sto solo sbavando sulle miniature..."
Alla fine mi sono fermato lì quasi un'ora guardando le statuette, chiacchierando sulle tecniche di pittura ecc...
Alla fine mi era talmente venuta voglia di pitturare che ero sul punto di comprare una di quelle miniature e tornarmene subito a casa per cominciare a pitturarla. Purtroppo (o forse è meglio dire per fortuna) Quella che volevo io non ce l'avevano in negozio, così alla fine sono uscito a riprendere i miei giri. Ma credo che uno di questi giorni ritirerò fuori tutto il mio armamentario da pitturatore e ricomincerò a dipingere.

La passeggiata è proseguita seguendo strade che non avevo mai percorso, senza sapere nemmeno dov'ero.
E' bello perdersi per le vie di Milano, gironzolare a caso semplicemente mettendo un piede davanti all'altro e lasciandosi guidare dall'istinto.

Tanto prima o poi un qualche punto di riferimento lo si ritrova, che sia una zona conosciuta o la fermata di un metrò, prima o poi si arriva a capire dove si è finiti.

giovedì 17 ottobre 2019

E' buio


Intorno a me c'è luce, c'è il caldo del sole, ma dentro di me c'è il buio.
Il buio non è male, il buio non è bene, è solo buio.
Lo copro di luce, ma lui non sparisce, resta là, nascosto e piccolo, ma non se ne va mai.
A volte non lo vedo, a volte non voglio vederlo, ma a volte la luce si spegne e allora lui torna.
Non è negativo, è buio. Tranquillo e rassicurante.
Il buio ti accoglie, ti coccola, ti toglie dagli occhi quel che vedresti alla luce.
E' bello nel buio rannicchiarsi e dormire.

Ma poi mi risveglio, la luce ritorna, e fare e disfare diventa la vita.
E poi lo rivedo, nascosto là in fondo, e mentre lo guardo mi chiedo perché.

Perché è così bello?

E poi lo capisco.
Il buio è semplice, il buio è comodo.
Nel buio nessuno può farmi niente. Il buio protegge. Il buio mi è amico.

Ma quando lo vedo da fuori alla luce capisco che è triste, che manca di cuore.

La luce è difficile, a volte ti acceca, non ti puoi nascondere, non puoi ignorarla.
Ma è nella luce che trovi la vita.

Il buio ti serve, a volte è un rifugio, ma non puoi starci sempre, non puoi abitarci.

martedì 15 ottobre 2019

Passeggiare sotto la pioggia


Che bello passeggiare con la pioggia.

Camminare nei parchi coi piedi infangati fino al ginocchio.
Camminare sui marciapiedi investiti da mareggiate scatenate dalle auto sulla strada.
Camminare in città schivando le bacchette degli ombrelli che rischiano di cavarti un occhio.
Camminare con l'ombrello in una mano e cercare di rispondere al messaggio ricevuto sul cellulare solo con l'altra.
Camminare coi jeans che ogni secondo diventano sempre più bagnati, pesanti, freddi e appiccicati alle gambe.

Che bello camminare sotto la pioggia.

lunedì 14 ottobre 2019

Miniracconti


Questa sera sono un po' in ritardo, stavolta non perché stavo facendo qualcos'altro e ho perso la cognizione del tempo o perché me ne stavo scordando, ma solo perché proprio non mi veniva in mente cosa scrivere.

Perciò ho deciso di inaugurare una nuova "rubrica".
Occasionalmente anziché scrivere pagine di diario o parlare di torte scriverò dei miniracconti.
Ecco il primo:

Cosa non si fa per un amico
Affacciato alla finestra osservo la pioggia, il vento agita le foglie ingiallite dall'autunno e nulla potrebbe convincermi a uscire dal confortevole calore della mia casa.
Poi un rumore, come di qualcuno che gratta sul legno della porta.
Vado nell'ingresso.
Lui è lì.
Davanti alla porta.
I suoi occhi neri puntati su di me.
Lo sguardo pieno di speranza e aspettative che non posso tradire.
E mi ritrovo per strada, sotto la pioggia, stretto nel giubbotto inseguendolo fra gli alberi.
E' in questi momenti che mi chiedo perché ho preso un cane.

domenica 13 ottobre 2019

L'anima della poesia


Ricordate ai tempi della scuola quando nelle lezioni di italiano si studiavano i vari scrittori e poeti?

Si leggevano le poesie, si imparavano a memoria, si cercava di interpretare ogni verso rapportandolo alla vita del poeta e a trovare un significato profondo per interpretare lo stato d'animo o quello che il poeta aveva in mente in quel momento.

Ultimamente ho come l'idea che tutte quelle interpretazioni siano semplicemente assurde.

Io non sono certo uno scrittore né un poeta, ma da quando ho cominciato a scrivere questo blog e i vari racconti mi sono accorto che quello che scrivo la maggior parte delle volte non c'entra nulla con quello che provo in quel momento.

Certo, se si tratta di un resoconto della giornata ci può stare che si capisca qual'è lo stato d'animo, ma lì e espresso in modo esplicito, ma quando scrivo ad esempio i post con qualche verso sciolto vi assicuro che anche con le migliori capacità interpretative non sarà mai possibile risalire a come sto in quel momento.

La maggior parte delle volte in cui scrivo "poesie" (passatemi il termine, anche se definirle così è eccessivo non ho trovato un altra parola per definirle) l'unico pensiero che ho in testa è che devo pur scrivere qualcosa per il post e raramente hanno qualcosa che rispecchia lo stato d'animo di quel momento, di solito sono semplicemente parole buttate lì e messe una dopo l'altra e cercarne un significato profondo non serve proprio a nulla.

Una poesia è una cosa che leggendola può destare sensazioni, domande, emozioni, ma qualsiasi cosa susciti non è legata allo stato d'animo di chi l'ha scritta, ma da quello di chi la legge.
Non è lo specchio dell'anima del poeta, è il riflesso della nostra.

Quando mi capita di rileggerne qualcuna di quelle che ho scritto mi chiedo da dove può essere saltata fuori.

A volte esce una poesia dall'aspetto triste e melanconico anche se in quel momento ero allegro e sereno, o viceversa una poesia frivola e leggera è uscita in un momento difficile.

Identificare uno scritto con il suo autore non ha nessun senso, se fosse così dovremmo pensare che gli scrittori di libri horror siano degli psicopatici, o quelli di gialli dei serial killer o dei poliziotti...

Quante volte ho scritto delle cose chiedendomi da dove saltano fuori, cose che con quello che sono io non c'entrano assolutamente nulla.

Perciò godiamoci le Poesie, anche quelle con la P maiuscola, semplicemente godendoci i versi, senza volerne analizzare le origini, ma semplicemente lasciandoci trasportare dai sentimenti che ci fanno provare.

venerdì 11 ottobre 2019

La solita torta


Stasera mi sono ricordato che a colazione ho finito la torta con la crema di ricotta, quindi ho racimolato gli ingredienti e mi sono preparato un'altra torta.

Non ho cercato ricette, non ho cercato ingredienti particolari, ho solo aperto l'armadio e ho tirato fuori farina, zucchero ecc e li ho impastati.
Ok, ci ho messo un po' di farina di segale e qualche goccia di cioccolato, giusto perché mi sono capitati sotto le mani, ma la torta che volevo fare era una torta semplicissima di quelle da pucciare nel mio bicchiere di latte la mattina.

Perché saranno pure buone le torte un po' particolari, ma per la colazione che batta la torta classica senza tanti arzigogoli non c'è niente.

Quelle belle torte che, anche se a volte mangiate così come sono possono tendere ad essere un pochino asciutte, pucciate nel latte diventano delle vere leccornie.

Ormai che mi sono abituato cominciare la giornata senza quella bella fetta di torta è quasi come cominciarla senza la tazzina di caffè

giovedì 10 ottobre 2019

L'apericena


Se c'è una parola che davvero non mi piace è apericena.

Che poi fino a qualche anno fa non era nemmeno una parola.
Perché c'è l'aperitivo, ma è riduttivo, aperitivo è quel bicchierino prima del pasto accompagnato da due patatine, tre noccioline e quattro patatine.
Poi l'happy hour, quell'ora dalle 6 alle 7 dove nei locali ti davano da bere a metà prezzo.

Ma da un po' di anni alle 4 patatine si sono aggiunte tartine, pezzi di pizza, poi affettati, formaggi, fino ad arrivare a pasta, verdure e carne.

Insomma, nella parola aperitivo non ci stava più tutto quello che c'era sul buffet, quindi era necessario trovare un termine adatto a definirlo....

Peccato che il termine scelto è stato apericena...

Preso da curiosità l'ho cercata sul vocabolario ed esiste, è una parola nata nei primi anni del Duemila.

Poi scioccato ho cercato cosa ne diceva l'accademia della crusca, la massima esponente per quanto riguarda la lingua italiana, e anche lì ne parla. Cito testualmente

  • la parola "apericena" continua a destare polemiche, bersagliata da feroci giudizi ("tic lessicale", "parola mefitica", "termine orrendo") a tal punto da meritare un posto nelle liste nere, fra le parole da abolire. [...]
Al che mi sono consolato... non sono l'unico a detestarla.

Però a prescindere da quanto sia brutta la parola quello che indica è una cosa piuttosto carina, un occasione di stare in compagnia senza poi avere il pensiero di tornare a casa e doversi mettere a cucinare...

mercoledì 9 ottobre 2019

Il riso è sempre troppo


Ieri sera per cena ho fatto il risotto con la salsiccia.

Era un po' che non facevo riso, ma col cambio di clima degli ultimi giorni è ormai arrivata la stagione dove lo si comincia ad apprezzare sicuramente di più che col caldo.

L'ho fatto con una bella salsiccia, sfumato con un pochino di vino rosso e con il brodo di carne che avevo messo da parte dopo aver fatto il lesso qualche settimana fa.

E' venuto molto buono, e ho fatto una bella cenetta per due persone... e poi ne ho mangiato oggi a pranzo e perché no un po' anche a cena...

Già, perché il problema del risotto non è tanto il cucinarlo, quanto il farne una dose decente.

E pensare che prendo sempre in giro mia mamma perché quando lo fa, ne fa per una dose che basta per un reggimento.

Ebbene... io faccio esattamente la stessa cosa.

Perché il riso è quella cosa che quando lo metti nella pentola sembra sempre così poco che ne scappa giù sempre quella manciata in più.

E il bello è che ogni volta mi do d'intendere di farne la dose giusta, di ricordarmi quante manciate ne devo mettere per farne solo per un pasto e non per una settimana...

Ma ogni volta mi faccio fregare e ne faccio una dose superabbondante.

Tutte le volte mi dico che 3 pugni sono più che sufficienti, ma quando li vedo lì che coprono appena il fondo della pentola mi sembrano così bisognosi di altra compagnia che ne aggiungo sempre almeno un pugno... a volte anche uno e mezzo... e alla fine quei chicchi così piccoli e innocenti si gonfiano a dismisura diventando una dose pantagruelica.

Ma alla fine non va così male, in fondo oggi ho fatto due pasti semplicemente riscaldandolo.

martedì 8 ottobre 2019

Una confessione


Stasera ho deciso di fare una confessione.
E' già parecchio che in momenti di vuoto mentale in fase di scrittura del post mi passa per la testa di parlarne, ma non l'ho mai fatto, forse per una sorta di imbarazzo, forse per paura di essere deriso o forse per qualcos'altro.
Ma stasera lo faccio, affronterò questo argomento. E non per mancanza di idee, ma perché alla fine non c'è niente di cui vergognarsi... sicuramente fra tutte le cose di cui ho già parlato questa non è la peggiore...

Ammetto pubblicamente di essere un giocatore incallito di Pokemon GO.

Ecco. L'ho detto.

Ma stasera, sono uscito di casa in giro per le strade si San Donato alla ricerca di un po' di persone che avessero anche loro la stessa passione e giocare insieme, arrivato al potenziale luogo di raduno nel gruppo che si era già riunito ho trovato anche una mia vicina di casa, una madre con la seguito la figlia, ragazzini di 15/16 anni, ragazzi intorno alla trentina.. e tutti insieme abbiamo girato per mezza San Donato a caccia di pokemon.

Finora avevo sempre giocato quasi in solitario, ma stasera, con la scusa che c'era almeno una persona che conoscevo già mi sono inserito nel gruppo e adesso la caccia sarà ancora più divertente.

Lo so che sembra una cosa da ragazzini, e in effetti lo è, ma come già più volte ho detto io SONO un ragazzino, se non all'anagrafe almeno nell'animo, e vedere che ci sono tanti altri così è sempre bello.

E in quel gruppo di sconosciuti, con età variabili dall'adolescenza alla maturità avanzata uniti da un interesse comune, è come se avessimo tutti la stessa età.
Non ci sono barriere o gap generazionali, c'è solo la voglia di divertirsi. Un po' come succede anche coi giochi di ruolo, anche se nei giochi di ruolo il legame che si crea è decisamente più forte.

E poi diciamocelo, questo gioco è uno stimolo non indifferente a uscire di casa e camminare, perché il percorrere chilometri a piedi a caccia di pokemon è esattamente lo scopo del gioco.

Perciò prendetemi pure in giro, non sarà certo quello a fermare il mio entusiasmo per tutte queste cose...

P.S. se fra chi mi legge c'è qualcun altro che gioca e vuole essere mio amico il mio codice allenatore è 7747-5784-6272

lunedì 7 ottobre 2019

Non è la solita torta


Oggi avevo voglia di fare qualcosa di diverso dal solito, quindi visto che l'altro giorno quando ho fatto la spesa avevo preso della ricotta ho pensato di usarla per fare una torta.

Ma non volevo la solita torta con la ricotta nell'impasto, viene buona, ma volevo fare qualcosa di un po' più goloso.

Dopo qualche ricerca sull'immenso ricettario di internet ho trovato la ricetta giusta:
Torta con crema di ricotta al limone!

La base è più o meno la solita pasta, farina, fecola, uova, olio, zucchero, scorza di limone e lievito, poi sopra c'è la crema di ricotta fatta con ricotta, uovo, succo di limone, fecola e zucchero.

Ha un aspetto invitante e anche il profumo è delizioso.

Volevo già tagliarne una fetta per assaggiarla e fargli una foto, ma visto che l'ho sfornata poco fa non è ancora fredda e mi sa che se la taglio adesso si disfa tutta...

Appena si fredda la assaggio e poi ho già in mente alcune varianti sul tema, tipo alla vaniglia con gocce di cioccolato, con le arance anziché il limone, col cacao, magari anche col cocco o con quello che troverò nell'armadio la prossima volta che la farò.

Stavolta ho seguito la ricetta, anche perché avevo in frigo i limoni, cosa che capita raramente, ma visto il periodo di raffreddori e tosse ne avevo fatto la scorta da spremere nel te e per fare l'intruglio contro la tosse.

Ne avevo già parlato no dei miei rimedi anti malanni di stagione?
Per il raffreddore un bel bicchiere di latte caldo e miele prima di andare a nanna; per la tosse scaldo miele, limone e brandy in quantità uguali; qualche goccia di olio essenziale di menta nel bruciaessenze o sul fazzoletto per stappare il naso, a merenda un bel tè con tanto limone...
Sembreranno rimedi banali, ma a me il raffreddore che avevo da un paio di giorni è passato.

sabato 5 ottobre 2019

Una vita in attesa


Posso dire che comincio a essere un po' stanco di aspettare?

Non che la cosa mi stia rovinando la vita, ma in alcuni momenti un po' di fastidio me lo dà, è come quel leggero fischio nelle orecchie che non è che copre gli altri rumori, ma è lì in sottofondo.

Ecco, per me lo stare ad aspettare sta diventando come quel fischio.

Credo che posso far risalire l'inizio del periodo di attesa all'inizio dell'anno scorso, il 2018 che è anche quando ho cominciato a scrivere questo blog, quando è cominciata l'attesa per capire se avremmo ancora potuto tenere aperto il centro massaggi o no.

Poi da aprile, una volta presa la decisione di chiudere, ci sono stati 5 mesi di attesa prima della chiusura definitiva.
Subito dopo è cominciata l'attesa per il concorso letterario che ha avuto risposta a fine ottobre (quello dove sono andato in finale).

A novembre ero in attesa di finire tutte le pratiche burocratiche derivate dalla chiusura del centro.
Poi ci sono state le feste di Natale e in quel periodo è cominciata l'attesa per cercare un nuovo lavoro che poi ho trovato a metà gennaio.

Fino a fine aprile ho lavorato e in quel periodo c'era l'attesa della fine del contratto e l'incognita di quello che ci sarebbe stato dopo.

Poi a maggio ho scritto il romanzo per bambini per l'altro concorso letterario, quello per cui ho dovuto aspettare fino a fine settembre l'esito.

Adesso sono in attesa di una risposta dopo un colloquio di lavoro, aspetto l'esito di due concorsi a cui ho mandato altrettanti racconti, e aspetto di fare sei al superenalotto. Ok, sul superenalotto stavo scherzando...

E la cosa peggiore è che non posso fare altro che aspettare, aspettare e aspettare, perché qualunque cosa io possa fare non è che cambierebbero le cose.

Quindi aspetto...

venerdì 4 ottobre 2019

E' arrivata la mezza stagione


Ed eccolo qui, è arrivato ufficialmente l'autunno.
Così, cogliendoci quasi di sorpresa, con la sua aria fredda, gli alberi che cominciano a ingiallirsi e gli inevitabili mal di gole e raffreddori.

Già, perché fino a inizio settimana c'erano ancora temperature da pantaloni corti, a parte la mattina che era fresco, il pomeriggio ci si ritrovava con trenta gradi e un sole splendente.

E chi ci pensava di mettere un giubbino o uno scaldacollo?
Ma a ricordarcelo è arrivato il primo mal di gola, la prima tosse, il primo raffreddore della stagione.

E allora un bel bicchiere di latte caldo e miele la sera prima di andare a nanna, una bella spalmata di viks per tenere il naso libero durante la notte, oli essenziali di menta ed eucalipto per rendere un po' balsamica l'aria di casa...

E naturalmente un bel cambio di abbigliamento.
Oggi ho ravanato nell'armadio per riesumare lo scaldacollo che era là dimenticato da mesi e stasera sono uscito con addosso anche il giubbino di jeans sopra la felpa...

Bentornato autunno.

giovedì 3 ottobre 2019

Una visita Monumentale


Stamattina sono uscito per il mio solito giretto e mi è venuta voglia di andare da qualche parte che non fosse sempre la stessa strada.

Sono sceso in metropolitana, mi sono messo davanti alla cartina di Milano e ho cominciato a osservarla cercando un posto dove andare.

Lo sguardo mi è caduto sul Cimitero Monumentale.

Sono anni e anni che mi ripropongo di andarlo a visitare e oggi finalmente ci sono andato.

Ed è davvero Monumentale, non solo di nome. Non per niente lo chiamano un museo a cielo aperto.

Premetto che i cimiteri non sono esattamente la mia meta turistica preferita, c'è gente che per vedere la tomba di un personaggio famoso farebbe carte false, io invece non ne sono particolarmente attratto, se non eventualmente per l'aspetto artistico.

E al Monumentale c'è veramente di tutto!
Schiere di Angeli, Gesù, Crocifissi, Madonne e Pietà ma non solo, anche statue di artigiani, uomini, donne, bambini in file e file disposte su viali alberati e silenziosi fra i quali svettano un numero incredibile di mausolei di famiglia.

E poi corridoi e corridoi altissimi strapieni di loculi intervallati da sarcofagi, busti e statue.

E nessuna sorpresa quando ho visto un gatto nero e alcune cornacchie che gironzolano fra le tombe.

Davvero una visita interessante che meritava di essere fatta.

mercoledì 2 ottobre 2019

Sapori inimitabili


Ieri stavo leggendo un po' di post su Facebook, quella cosa che volente o nolente in qualche momento della giornata va sempre a finire che facciamo.

Comunque, a parte le considerazioni sul tempo buttato via con Facebook, una volta tanto ho trovato un post che mi ha dato un'idea su cui scrivere stasera.

In quel post una mia amica ricordava e decantava una torta che solo sua nonna sapeva fare così buona e chiunque provasse a imitarla non riusciva a eguagliarla.

Credo che tutti abbiamo in mente o nei ricordi una pietanza fatta dalla nonna che nessuno è mai riuscito a imitare.

Nel mio caso si tratta del coniglio.

Non so a che ora cominciava a prepararlo, ma so che quando arrivavamo a casa sua c'era sempre quella pentola sulla stufa che rilasciava un profumo delizioso in cucina. Poi ogni tanto si avvicinava, apriva il coperchio, aggiustava un po' di qua, un po' di là, rigirava quei pezzi di carne che erano una gioia agli occhi ancor prima che al palato.

A un certo punto della mattinata la pentola del coniglio veniva messa su un angolo della stufa per lasciare il posto al paiolo della polente, ma intanto era sempre lì col suo rumorino di rosolatura che faceva da sottofondo alle chiacchiere.

Non ho idea di qual è la sua ricetta, la prossima volta che la vedo le chiederò di svelarmi il suo segreto, ma un coniglio così non l'ho mai mangiato da nessun'altra parte.

Anche mia mamma lo fa buono, e anche io me la cavo, ma non è paragonabile a quello della nonna, neanche lontanamente...

martedì 1 ottobre 2019

Domani lo chiamo


Stasera ho ricevuto la telefonata di un amico che non sentivo da parecchio tempo e la prima domanda che mi ha fatto è stata: "ma il tuo telefono di casa c'è ancora?"

Al che ho guardato il telefono e mi sono accorto che non solo è spento, ma è addirittura staccato dalla corrente...

Probabilmente è staccato da luglio, quando sono andato via per l'estate, e quando sono rientrato non mi è passato neanche per l'anticamera del cervello di riattaccarlo. Forse perché le telefonate che arrivano sono solo di callcenter che vogliono vendere qualcosa...

Comunque sistemate le questioni pratiche abbiamo continuato la nostra telefonata.

Era da settimane, anzi, mesi, che avevo intenzione di chiamare questo mio amico, ma ogni volta diventava un "adesso è tardi, lo chiamo poi domani, e quel domani diventava un mese e poi oltre...

La stessa cosa ha fatto lui.

Qualche anno fa ci vedevamo regolarmente, poi per questioni personali mie e sue ci siamo visti più raramente, ma ci sentivamo al telefono ed è l'unica persona con cui ogni volta la telefonata durava decine di minuti.

Poi anche le telefonate si sono diradate e adesso erano mesi che non ci sentivamo più.

Ma ci sono amicizie che, anche se passano lunghi periodi senza che ci si veda o ci si senta, restano vive e importanti e, quella volta che ci si incontra, è come se fossero passati solo due giorni.

E poi ci si aggiorna su quello che è successo e su come vanno le cose e ci si ripropone di non far passare più così tanto tempo fra una telefonata e l'altra...