domenica 31 gennaio 2021

Gratificanti intermezzi di ozio

 Il mio programma di oggi prevedeva giretto, bucato, barba e torta.

Per il resto solo quello che avrei avuto voglia di fare, cioè quasi sicuramente un bel niente.

Il giretto è andato come previsto, anzi, anche meno freddo del previsto e già che c'ero sono anche andato al supermercato a comprare quattro cose di cui avevo bisogno.

Secondo punto del programma il bucato, che però ho fatto solo dopo pranzo.

Intanto che andava la lavatrice non potevo fare la torta, e nemmeno barba/doccia.
Perchè la lavatrice ha quella necessità di occupare le risorse di casa. Se accendi il forno rischi che salta il contatore, se fai la doccia rischi poco simpatici sbalzi di temperatura dell'acqua.

Quindi con la scusa della lavatrice in funzione mi sono dedicato all'ozio.

Poi va beh... ho steso e fatto barba e doccia, ma il richiamo dell'ozio era forte e ci sono cascato.

Alla fine mi sono ricordato della torta.
Non ne avevo voglia di farla e soprattutto non avevo voglia di sporcare troppa roba che poi avrei dovuto lavare. Ho esclusole carote perchè avrei sporcato il frullatore, escluse anche le noci perchè non avevo voglia di sgusciarle..

Alla fine ho fatto una bella torta con niente... anzi no, ho trovato un fondo di sacchetto di gocce di cioccolato e ci ho messo quelle.

Una volta cotta ho fatto uno sforzo di volontà e ho pure lavato i piatti....

E poi sono tornato al gratificante dolce far niente.

sabato 30 gennaio 2021

Qual è il tuo preferito?

Qual è il tuo film preferito? E il tuo libro? e il tuo colore...

Sono domande abbastanza comuni, domande poco impegnative e la cui risposta può riaccendere una conversazione.

Parlare dei propri gusti, confrontarsi sul perchè una cosa piace o non piace, è un modo semplice per conoscersi.

Il mio problema è che se mi vengono fatte queste domande di solito vado un po' in crisi.

Sembrerà strano, ma non ho una cosa preferita...

Mi piacciono tanti film, ma se devo sceglierne uno da definire il mio preferito non saprei proprio quale scegliere.

Lo stesso per i libri, ne ho letti tanti, molti anche riletti, ma se mi viene chiesto quale mi è piaciuto di più anche qui non so quale scegliere.

Anche alla scontata domanda quale colore preferisci mi trovo in difficoltà... mi piace il blu, ma anche il verde, a volte l'arancione... non saprei dire quale mi piace di più, forse perchè dipende un po' anche dal mio stato d'animo... non so...

Questo non vuol dire che non mi piace niente o che mi piace tutto, vuol solo dire che quello che ogni cosa mi piace per un motivo mentre un'altra per un aspetto diverso, quell'altra ancora per il momento in cui l'ho vista o letta per la prima volta, ma non c'è un preferito.
C'è quello che mi è piaciuto o non piaciuto.

Non ho nemmeno un genere preferito, a seconda del momento ho voglia di guardare o leggere una cosa o l'altra, ma non perchè mi piace di più, solo che in quel momento mi va di vedere o leggere quello.

Forse è la mia predisposizione al cambiamento, alla novità, al trovare nuove cose e nuovi interessi che fa sì che mi piaccia un po' di tutto e che non abbia una cosa preferita.

venerdì 29 gennaio 2021

Uffa... sempre lì

 Ieri sera volevo scrivere una storia e non sapevo scriverla.
Allora stasera ho deciso che volevo scrivere qualcosa su un fatto o uno spunto che ho avuto lungo la giornata...

Peccato che una giornata lavorativa non è che dia sti grandi spunti...

Certo, volendo ci sarebbero un sacco di commenti da fare sul lavoro, ma visto che sono riuscito a riimpossessarmi del mio tempo fuori dall'ufficio e quando sono a casa ho riimparato a non ricordarmi nemmeno di quello che è successo durante la giornata non mi sembra il caso di andare a ravanare nel torbido.

L'unico spunto legato al lavoro che mi porto dietro oggi è che è venerdì, ma di questo ho già scritto anche troppo.

E altri spunti su cui scrivere qualcosa e su cui non abbia già scritto non è che ce ne siano stati molti...

Potrei parlare dei giorni della merla che stanno mantenendo la loro promessa di freddo... ma è come parlare del tempo... quell'argomento di cui si parla quando non si sa cosa dire...

Oppure parlare della fine del mese di gennaio... che alla fine non è che ci sia molto da dire se non che siamo nei giorni della merla e torneremmo al punto di prima...

O il fatto che le giornate si allungano, che esco dal lavoro che c'è ancora luce, che siamo alla fine di gennaio... la merla... il tempo... uffa finisce sempre lì...

Allora parlerò del fatto che stamattina quando mi sono alzato c'era il cielo con stupende tonalità di rosso, un'alba colorata come un tramonto, perchè ormai le giornate si allungano... finisce gennaio... merla... tempo... ... ... uffa sempre lì.

giovedì 28 gennaio 2021

Una volta era facile

Stasera volevo inventare una storia.
Una storiella qualsiasi, tanto per vedere se ne sono ancora capace.

In fondo non dovrebbe essere così difficile, basta avere un'idea e su quella ricamarci un po' di parole, è una cosa che mi veniva abbastanza facile fino a un po' di tempo fa. Non dico che quello che scrivevo fosse di chissà che valore artistico, ma mi piaceva.

Mi mettevo lì, mi passava per la testa un'idea e cominciavo a scrivere quasi senza fatica una parola dopo l'altra e la storia prendeva forma mentre le mie dita scorrevano sulla tastiera.

Adesso mi metto lì cercando di inventare qualcosa e l'unica cosa che riempie la pagina bianca è solo il bianco.

Credo che la mia inventiva si sia messa in letargo.

Posso dare la colpa a tante cose: il fatto che quest'ultimo anno è stato per tutti piuttosto deprimente, il fatto che fra lavoro e divieti gli stimoli sono pochi e un sacco di altri motivi.

Ma la verità è che, qualunque sia il motivo, non ho più voglia di inventare cose.

Dev'essere anche mancanza di allenamento, come un muscolo non utilizzato anche la creatività perde vigore, perchè sia florida ha bisogno di essere usata.

E non basta uno striminzito post al giorno che alla fine non è altro che una specie di diario della giornata per fare esercizio.

Chissà, magari uno di questi giorni, così senza pensarci troppo, l'inventiva tornerà a bussare e riuscirò di nuovo a creare storie.

Certo, dovrò metterci del mio, non è che basta stare lì ad aspettare che le cose succedano, bisogna fare il possibile e metterci impegno perchè le cose succedano.
E mi sa che questo non vale solo per l'inventare storie, ma vale un po' per tutto quello che ci riguarda.

mercoledì 27 gennaio 2021

Tre anni

Era il lontano 2018.
Era gennaio.
Avevo un sacco di pensieri per la testa.
E' stato il periodo in cui ci siamo guardati in faccia e abbiamo constatato che il centro massaggi non stava andando (economicamente) bene come speravamo, cominciavano a formarsi in testa domande e dubbi su cosa avrei fatto dopo, c'era la tristezza di una decisione ormai presa e un sacco di altri pensieri che mi rendevano difficile svuotare la testa e rilassarmi.

Allora, alla ricerca di una qualche valvola di sfogo per tutto questo affollamento che avevo in testa ho cominciato a scrivere questo blog.

E la cosa ha funzionato. Buttare giù pensieri, parole e frasi era come fare spazio nella testa e già dopo poche settimane ho sentito quanto questo mi stava facendo bene.

Probabilmente lo stesso effetto l'avrei ottenuto scrivendo le stesse cose su un quaderno di carta, ma il bello di scriverle qui era che potevo condividerle. Non sarebbero state solo battute e frasi che prima o poi sarebbero finite nella raccolta differenziata, sarebbero sempre state lì, sia per me se mi fosse venuto in mente di rileggerle, sia per chiunque altro.

E fra alti e bassi oggi sono ben 3 anni che ogni sera mi metto qui e in un modo o nell'altro riesco a trovare qualche pensiero che ancora avanza nella mia testa.

Non è che in questi tre anni il post sia diventato famoso, non era nemmeno quello il suo scopo, ma è diventato un filo diretto fra me e chi lo legge.
Può sembrare un percorso a senso unico: io scrivo tu leggi. Ma non è così.
Perchè io scrivo e so che chi legge è qualcuno che mi conosce, qualcuno che non legge solo le quattro parole che ho scritto, ma le vede come cose dette da me.
E in quel momento è come se a me arrivasse la sua risposta.

martedì 26 gennaio 2021

Risotto di avanzi

 Stasera come sempre ho aperto il frigo per decidere cosa fare per cena.
Spesso dopo questa operazione mi ritrovo con in mano un pezzo di formaggio, un uovo e una carota e mi preparo un frittatino con contorno di carota grattugiata, altre volte solo col formaggio che mangio son un pezzo di pane e via.

Ma stasera dietro la confezione delle uova e nascosto dal sacchetto dei mandarini ho trovato un culetto di speck che chissà da quanto tempo stava lì a seccare.

Allora l'ho riesumato dal frigo, l'ho tagliato a pezzettini e l'ho messo ad ammorbidire nel vino bianco (anche lui lì aperto da un po') per poterlo usare in un bel risottino.

Poi ho cercato la cipolla e ne ho trovato metà incartata nella stagnola.
Peccato che anche lei chissà da quanto era lì e quando ho aperto un lembo della stagnola ho decretato che quella cosa grigioscuro non era certo utilizzabile per il mio risotto nè per qualunque altra cosa...

Ma non mi sono arreso, ho preso un pezzo del mio soffritto surgelato e ho usato quello.

Alla fine sono riuscito utilizzando praticamente solo degli avanzi ad ottenere un bel risottino niente male.

E, incredibile ma vero, ne ho fatto una quantità giusta, senza avanzarne per altri 3 pasti!

Quando poi il piatto era svuotato mi è venuto in mente che potevo raccontare del risotto nel post, ma ormai era troppo tardi per fargli una foto...

lunedì 25 gennaio 2021

La pausa pranzo

Anni fa, quando facevo più o meno il lavoro che faccio adesso nel posto dove più o meno lavoro adesso all'ora dalla pausa pranzo andavo coi colleghi o in mensa o in pizzeria o dove ci girava di andare quel giorno.

Non mi è mai passato per la testa di tornare a casa a mangiare. L'idea di arrivare a casa, spignattare e poi tornare al lavoro non era per niente allettante.

Adesso invece le mie abitudini sono cambiate.
Adesso allo scoccare dell'una mi stacco dalla mia scrivania, mi metto giacca e berretta e me ne torno a casa, mi faccio la mia passeggiatina, di poco più di 5 minuti, che mi rinfresca le idee e mi svuota la testa.

Arrivo a casa e, se mi sono ricordato di toglierla dal congelatore, scaldo la mia schiscia, o apro il frigo per pescare qualcosa da mangiare. Poi mi godo un po' di relax prima di rientrare alle 2 al lavoro.

Non è perchè non vado d'accordo coi colleghi o perchè preferisco pranzare da solo, ma restando in ufficio a mangiare si rischia sempre di parlare di lavoro.

Perciò uscire, farmi il giretto fino a casa e poi ritorno è un modo per spezzare la giornata, per completare la mattinata e avere uno stacco netto dal lavoro prima di riprendere il pomeriggio.

E questo devo dire che alleggerisce non poco la giornata lavorativa che da una lunga maratona dalle 8:30 alle 17:30 si divide due tappe decisamente meno impegnative.

sabato 23 gennaio 2021

Libreria impegnativa

Stamattina mi sono alzato sperando che fosse bel tempo per farmi una bella passeggiata, ma quando ho guardato fuori dalla finestra la speranza è evaporata sotto la pioggia.

Allora ho deciso di rendere la giornata produttiva e debellare i gatti di polvere da sotto il letto e riordinare la camera.

Facendo la polvere dalla libreria mi sono reso conto di quanta roba ci avevo cacciato sopra, quindi ho tirato giù tutto per darle una sistemata.

Sembra impossibile che su una semplice libreria ci si possano ammucchiare tante cose che non siano libri.

C'erano i faldoni con tutte le scartoffie del centro massaggi, dispense e appunti dei corsi di massaggio, medicinali che avevo usato e messi lì, addirittura due lenzuola ancora impacchettate che avevo preso probabilmente per usarle al centro massaggi, scatole di scarpe piene di ciarpame...

Insomma un sacco di roba da archiviare e da buttare via.

Ho messo in una scatola tutte le scasrtoffie e l'ho preparata da portare in cantina, ho buttato via fogli e foglietti che si erano accumulati chissà come, ho riordinato le cose che invece voglio conservare....

E alla fine mi sono ritrovato con la libreria praticamente vuota.

Era piena di roba messa lì con l'idea "Qualche momento ci guardo e la sistemo". E finalmente oggi quel momento è arrivato.

Il problema di quando si fanno queste cose è che a un certo punto si è stanchi e stufi e si vorrebbe smettere, ma purtroppo non si può fare perchè tutta la roba che era sulla libreria è sparsa per tutta la camera.

Ma almeno una pausa per il pranzo me la sono presa e, visto che intanto è uscito anche il sole me ne sono uscito a fare un bel giro. Al rientro ho completato i lavori lasciati a metà... più o meno.

Ero proprio stufo, quindi il lavaggio del pavimento e il bucato li rimando a domani...

venerdì 22 gennaio 2021

Anni Ottanta

Quando ero alle medie erano i pieni anni ottanta, quegli anni dove la cosa più importante sembrava essere quella di avere le cose firmate.

Tutto doveva essere di marca, ma non di una marca qualsiasi, ma di quella che era stata decisa (chissà da chi) per quell'oggetto.

Il piumino doveva essere Moncler, le scarpe Timberland, le cinture El Charro...

Vestiti, scarpe, zaini, cinture, astucci di scuola, cartelle... tutto doveva essere firmato.

Io di firmato non credo di aver mai avuto niente, a parte lo zainetto invicta comprato in offerta dal postalmarket.
La cosa non mi ha mai infastidito più di tanto, ma in una ambiente in cui sembrava obbligatorio avere firmati anche i calzini, il fatto di essere "senza marca" ti faceva sembrare quasi fuori posto e c'erano momenti in cui avresti dato non so cosa per poter sfoggiare un capo firmato.

Era anche il periodo del tarocco, tutto quello che potevi trovare firmato lo trovavi quasi sempre anche a un decimo del prezzo, l'estimatore sgamava subito il trucco ma nonostante ciò impazzavano i falsi...

Ma alla fine sono riuscito a superare gli anni Ottanta senza complessi di inferiorità.
Non avrò avuto i vestiti firmati, ma ce li avevo unici, confezionati su misura dalla mamma.

giovedì 21 gennaio 2021

La cantina

Quasi vent'anni fa nell'ormai lontano 2001 ho comprato casa.

Non mi sembra vero che siano passati già vent'anni, ma è così.

In quell'occasione i precedenti proprietari mi hanno chiesto se mi interessava tenere la roba che era stipata in cantina.

Di fronte a una proposta del genere uno comincia a ricordare racconti e favole che narrano di incredibili ritrovamenti di cose preziose o cimeli dimenticati che portano i protagonisti in fantastiche avventure.

Ma la romantica idea del ritrovamento della mappa del tesoro all'interno del polveroso baule dimenticato non ha avuto molta presa su di me.

La mia risposta è stata "Non voglio nemmeno vedere cosa c'è dentro, anzi, vi pregherei di svuotarla".

E credo che sia stata una scelta davvero saggia.

Credo che se non l'avessi fatta svuotare sarebbe ancora là piena di roba non mia quasi sicuramente inutile.

Invece adesso è giù strapiena comunque di roba in gran parte inutile che è lì solo perchè o non sapevo dove metterla o perchè sembrava un peccato buttarla via...

Insomma, il risultato è lo stesso che se avessi tenuto la cantina piena quando l'ho comprata, ma la grande differenza è che adesso è piena di roba mia e che più o meno so cosa c'è dentro... 

martedì 19 gennaio 2021

Perso nella nebbia


Ieri sera uscendo dal lavoro mi sono trovato in un paesaggio decisamente surreale.

Aloni di luci dei lampioni che a malapena raggiungevano la strada, fantasmi di auto in strada, e quando sono arrivato in piazza della chiesa mi sembrava di essere ai confini del mondo.

Quello che si vede nella foto grande è ciò che mi si è presentato davanti agli occhi.
Due spettrali occhi luminosi che mi fissavano dalla nebbia.

Non sono i fari di un'auto o di un camion, sono le luci che illuminano il portico della chiesa!

La foto piccola è più o meno la stessa inquadratura di quella grande, ma in una giornata di sole!

Abbastanza facile trovare le differenze...

Ma per fortuna la strada la so a memoria e sono riuscito a non entrare in una casa sbagliata, anche se il rischio non era così da sottovalutare.

lunedì 18 gennaio 2021

Ma ne vale la pena?

 

Ieri ho fatto la torta.
Ho avuto la brillante idea di sperimentare e, visto che avevo una piccola zucca in frigo e visto che non avevo voglia di fare gli gnocchi, ho deciso di mettere la zucca nella torta.

Non è che sia una cosa così strana, di ricette di dolci con la zucca ce ne sono a bizzeffe, ma io non ci avevo ancora provato.

Ho fatto più o meno il solito impasto e ci ho messo dentro purea di zucca e noci tritate.

Detta così sembra una cosa semplice e immediata...
Peccato che il mio rapporto con la zucca è abbastanza conflittuale, ma non può mica sempre essere così, prima o poi imparerò a gestirla... e invece anche questa volta non ha fatto eccezione.

Primo ostacolo: la zucca va cotta, se no col cavolo che riesci a toglierle la buccia.
Prima cosa l'ho tagliata a spicchi mettendoci tutte le energie visto che è era dura come un sasso, ho tolto i semi e ho messo le fette nel microonde per un po'.

Secondo ostacolo: tolta dal forno si era bella ammollata, ma ovviamente con una temperatura di 2000 gradi e non vorrai mica aspettare che si raffreddi un po', no, certo, meglio ustionarsi le mani per tagliare la buccia...

Poi volevo passarla col passaverdure, ma non c'è stato verso, forse perchè i pezzetti che ho fatto erano troppo grossi, forse perchè la cottura mi è riuscita un po' poco omogenea, quindi ho preso il frullatore e prima di passarla l'ho frullata.

E anche qui, a parte la quantità di posate, elettrodomestici e contenitori che ho sporcato che ha subito riempito il lavandino, non sembrerebbe un problema, ma al termine di queste operazioni mi sono ritrovato come al solito con tavolo, pavimento, vestiti, mani pieni di zucca...

Ma ne vale la pena, mi sono detto.

Quindi alla fine ho ottenuto il mio bell'impasto arancione bello liscio e con i suoi bei pezzetti di noce.

La torta è venuta bene, ma di sicuro non all'altezza di tutto lo sbattimento per gestire la zucca...

La prossima volta che mi viene il ghiribizzo di sperimentare giuro che sceglierò qualcosa di meno laborioso...

domenica 17 gennaio 2021

Sorprese al banco frigo


Non vi è mai capitato di andare a fare la spesa e trovare fra i prodotti in vendita delle cose che mai vi sareste aspettati di trovare?

Ok, nei supermercati c'è talmente tanta roba che qualcosa di insolito uno se lo aspetta pure di trovarlo, ma quando questa cosa insolita è nel banco frigo uno un paio di domande se le fa...

Per esempio stamattina ero a fare il mio consueto giretto e, tanto per non fare sempre la stessa strada ho variato un po' e mi sono ritrovato davanti all'esselunga.
Visto che, incredibilmente non c'era molta gente sono entrato per comprare le quattro cose che avevo sulla lista della spesa.
Ho dato un'occhiata alla carne, non tanto perchè me ne servisse, ma magari trovavo l'ispirazione per cucinare qualcosa e, nel reparto pollo ho trovato una cosa che mai mi sarei aspettato di trovare.

le solite cosce, il solito petto, i fegatini un po' meno soliti... e le creste di pollo!
Davvero! Vaschette con dentro esclusivamente creste di pollo!

Il primo pensiero è stato "che schifo", il secondo "ma chi cacchio le compra?" il terzo "E chi le compra come le mangia?".

Già ci rimango male quando trovo in vendita le varie frattaglie... ok i fegatini, ma quando vedi trippe, cervella e simili mi viene sempre un po' male, ma le creste di pollo non me le sarei mai aspettate.

E' stato anche peggio di quando anni fa a Pavia, sempre all'esselunga, avevo trovato le rane. Che fra l'altro si presentavano pure bene, quella carne bella rosina e invitante che non faceva certo pensare alla sua origine.
Ma là ci stava, del resto a Pavia fra le specialità locali ci sono il risotto con le rane e le rane fritte.

Ma le creste di pollo... magari per farci il brodo... ma quante ce ne vorrebbero?

Allora preso da curiosità sono andato sul nostro amico internet per vedere cosa si fa con le creste di pollo e la quantità di ricette che ho trovato mi ha lasciato senza parole... risotto con creste, creste trifolate, creste in umido, lesse...

Ok che non si butta via niente e che potrebbero essere in effetti una leccornia, ma ciò non toglie che mi fa un po' senso la cosa...

sabato 16 gennaio 2021

Tentazioni vegetali

Stamattina sono andato in uno dei posti più pieni di tentazioni che conosco.
Sono stato dal fruttivendolo.

Cassette piene di frutta e verdura che ammiccano dai loro scaffali e che riescono a farti involontariamente allungare la mano verso di loro per riempire un sacchetto con le leccornie che contengono.

Ho cominciato con un po' di mele, poi ho predo anche un po' di mandarini, un sacchetto di noci... e fin qui tutto ok.

Poi ho visto lo zenzero e ne ho preso un pezzo che credo potrà bastarmi tipo per due anni, ma era un peccato spezzarlo per prenderne un pezzo più piccolo.

Un bel cespo di insalata di quelli lunghi e compatti che si conservano così bene e che sono così buoni... almeno d'estate... d'inverno non è che l'insalata è così gradevole come nella stagione calda... ma era così bello quel cespo...

Naturalmente non ho potuto non prendere un paio di melograni che erano lì che mi osservavano col loro bel colore e una vaschetta di cavoletti di Bruxelles.

Ok, non sembra chissà che cosa, ma visto che l'altro giorno mi sono fatto fregare allo stesso modo prendendo una zucca e un broccolo che sono ancora lì in frigo aspettando di essere utilizzati e il fatto che ho comprato patate per poi scoprire che ne avevo ancora nel cassetto del frigo...
Almeno mi sono risparmiato le carote, anche quelle che avevo già...

Che poi non è che ci sia qualcosa di male nel prendere frutta e verdure... ma quando uno è da solo in casa non è che può consumarne chissà quanta, nemmeno con tutta la buona volontà e poi mi ritrovo con le verdure che quando apro il frigo hanno quell'aspetto che sembra dire "Vedi di cucinarmi che non ne posso più di stare qui e guai a te se ti passa anche solo nell'anticamera del cervello di buttarci via"...

Vorrà dire che domani magari mi dedico un po' a cucinare verdure...

venerdì 15 gennaio 2021

Problemi da berretta

Uno dei capi d'abbigliamento stagionali più utile è la berretta.

Ci protegge le orecchie dal freddo e ripara la testa dal vento, ma ha alcune controindicazioni.

La prima e più evidente controindicazione è che quando la togliamo non sappiamo come saranno ridotti i nostri capelli.

Finchè uno ha i capelli lunghi bene o male rischia solo di trovarseli un po' schiacciati, ma io che ce li ho corti, ma non abbastanza corti da stare al loro posto, quando tolgo la berretta mi ritrovo con la testa che assomiglia a un porcospino.
Non ci sono problemi se bastasse mettersi davanti a uno specchio e darsi una pettinata, ma i miei capelli non sono abbastanza lunghi o docili da lasciarsi pettinare, quindi mi ritrovo sempre con ciuffi che sparano di qua e di là.

L'unica soluzione è quella di tagliare i capelli abbastanza corti da non poter essere spettinati e infatti domani gli darò una bella accorciatina così possono stare come vogliono e nemmeno la berretta sarà in grado di spettinarli.

Il secondo problema della berretta è se per caso, quando sei ormai abituato a indossarla, esci senza ricordarti di metterla il freddo che senti su tutta la testa è amplificato in modo incredibile anche se la temperatura non è poi così bassa.

Terzo problema: le berrette si perdono. O almeno io le perdo.
Di solito succede quando la tolgo e la infilo nella tasca della giacca quando ad esempio salgo sulla metropolitana o entro da qualche parte. Quando poi torno fuori e la cerco per rimettermela in testa è capitato più di una volta che lei non c'era più...

E poi quest'inverno c'è un nuovo problema: nove volte su dieci quando mi preparo per uscire metto la giacca e la berretta e quando sono sulla porta mi ricordo che devo mettere anche la mascherina e allora si innesca quel tentativo di infilarla senza togliere la berretta, una manovra che raramente ha successo, con gli elastici della mascherina che si ingarbugliano con le bacchette degli occhiali e la berretta che immancabilmente cade dalla testa.

Ma nonostante tutto in questa stagione la berretta dà quella confortevole sensazione di caldo e protezione che supera qualsiasi inconveniente che la accompagna.

giovedì 14 gennaio 2021

Distratto e felice

Insomma non è che è una cosa che non ho mai fatto, lo faccio tutti i giorni.
Scrivo il post, lo mando via whatsapp a mia mamma e mia sorella, poi lo condivido su facebook, non è che sia chissà che attività complicata. E poi lo faccio tutti i giorni, uno pensa che dopo un migliaio di giorni che fai sempre la stessa cosa questa diventa automatica e non è che puoi sbagliare a farla...

Ma ieri, come ogni tanto succede, ho scritto il post, mandato su whatsapp e .... e basta... stasera mi sono accorto che mi ero dimenticato di condividerlo su facebook...

E in questo preciso momento mia mamma mi ha mandato un messaggio chiedendomi dov'è il post di oggi e mi sono accorto che non sono le 7:40 come credevo, ma sono le 8:40...

Insomma... credo di essere passato da un periodo particolarmente stressante a un periodo decisamente distratto...

E visto che le uniche controindicazioni a questa distrazione sono una piccola dimenticanza e un post in ritardo posso dire che non me ne lamento.

Ho ritrovato l'equilibrio che mi permette di essere concentrato e produttivo sul lavoro e completamente tranquillo e sereno, e anche un po' distratto e pigro, dopo aver timbrato il cartellino all'uscita dall'ufficio.

Ho riimparato a staccare la spina, a dimenticarmi completamente di ufficio e scadenze lavorative una volta che sono a casa!

E non ricordavo che fosse così fondamentale per la serenità.

mercoledì 13 gennaio 2021

Chissenefrega

Ci sono cose o atteggiamenti che sono considerati disdicevoli, o almeno poco decorosi, ma che ogni tanto sono indispensabili.

Per esempio un bel chissenefrega ogni tanto può dare una bella svolta a una giornata o a un periodo sottotono.
Permette di liberarsi da molte paturnie che affollano la nostra mente, se detto con convinzione riesce a ridurre queste paturnie a innocui pensieri.
Perchè le paturnie, in quanto tali, non sono veri problemi ma sono solo piccoli fastidi che a furia di ragionarci sopra diventano vere e proprie preoccupazioni che rischiano di compromettere la nostra serenità.

In queste situazioni un bel chissenefrega ridimensiona quel pensiero, lo riporta ad essere quello che è spogliandolo di tutto quello che gli abbiamo costruito sopra e che lo ha fatto diventare insopportabile.

E' liberatorio, è come tornare a respirare una boccata d'aria fresca dopo una giornata passata con la mascherina sulla bocca.

Ovvio non bisogna abusarne, il chissenefrega deve essere un'arma da utilizzare con cautela, esagerare a usarlo rischia di portarci a non interessarci più di nulla, nemmeno delle cose belle.

martedì 12 gennaio 2021

Sabato visto da lontano

Finita la giornata lavorativa sembra di non avere più tempo di fare niente. Si arriva a casa e senza nemmeno rendersene conto è già ora di andare a letto per poi ricominciare il giorno dopo con una giornata che sembra uguale a quella appena passata.
Il tutto aspettando il weekend, quei due giorni che ci danno quel momento di respiro, dove programmiamo di riprendere possesso della nostra vita, quei due giorni in cui possiamo scegliere noi che cosa fare.

Arriva il venerdì sera, quella serata che ci fa sentire così bene perchè è la vigilia dell'agognato weekend, quella serata dove possiamo andare a dormire senza dover puntare la sveglia e pervasa dalle dolci promesse del finesettimana.

Poi il sabato mattina ci svegliamo, a volte anche prima dell'orario in cui di solito puntiamo la sveglia, pieni di voglia di goderci la nostra vita. Poi cominciamo a girare per casa e per prima cosa ci ricordiamo che dobbiamo andare a fare la spesa se non vogliamo cominciare un periodo di digiuno, apriamo il cesto della biancheria che esige di essere svuotato, allunghiamo una mano sotto il letto per raccogliere un calzino che è finito lì e i gatti di polvere ci assalgono, buttiamo l'ultimo pacchetto di biscotti che abbiamo finito a colazione e lo dobbiamo comprimere nella pattumiera strapiena...

Insomma, il sabato mattina, e a volte anche il sabato pomeriggio, è caratterizzato dal dover fare tutti quei mestieri che durante la settimana abbiamo rimandato con la scusa della stanchezza della giornata di lavoro. Chissà perchè lo aspettiamo con così tanta trepidazione...

Ma probabilmente dico così perchè oggi è solo martedì e il sabato sembra così lontano...

lunedì 11 gennaio 2021

Suoni nel silenzio

Sono a casa e il silenzio mi fa compagnia.

In casa c'è solo il leggero rumore del frigo e del mio respiro.

Dalla finestra arrivano attutiti i rumori del mondo all'esterno.
Sono solo un'auto che passa o le campane della chiesa o qualcuno che a voce alta parla in strada o un cane che abbaia. A volte il rumore degli alberi battuti dal vento o dalla pioggia, il canto di uccelli e cicale sugli alberi, il lontano ricordo di un treno che passa o di un aereo che atterra.

Non sono rumori, sono un leggero sottofondo che portato dal vento rendono il silenzio ancora più profondo.

Perchè il silenzio non è assenza di rumore, è un misto di suoni a cui nemmeno facciamo più caso.

Abituati a un mondo rumoroso questi rumori nemmeno li sentiamo più.

Ma se ci mettiamo seduti e tranquilli e li ascoltiamo tutti questi suoni riprendono la loro identità, riusciamo a sentirli di nuovo, e insieme a loro tutta una serie di sfumature che ci siamo dimenticati.

Ogni stagione e ogni momento della giornata hanno i loro rumori.
La primavera è ricca di suoni della natura, la mattina dell'attività dell'uomo.
L'estate ci fa aprire le finestre e ogni suono arriva senza filtro, la sera si sente il silenzio del mondo che rincasa o che esce a divertirsi.

Provare a risentire questi rumori, immaginare cos'è che crea quel suono sconosciuto, lasciarsi trasportare al di fuori delle mura di casa senza muoversi dal divano.

Per questo raramente quando sono a casa metto musica o accendo la tv, quello che mi fa compagnia sono i suoni di quello che faccio io o quelli che sento quando non faccio niente, sono la colonna sonora delle mie giornate e fermarsi un momento ad ascoltarla può renderla piena di armonia.

sabato 9 gennaio 2021

Sono solo oggetti

Ci sono cose a cui ci affezioniamo.

Può essere un vestito, un soprammobile, un libro, addirittura un elettrodomestico, insomma può essere qualsiasi oggetto.

Questi oggetti di per sè non sono preziosi, ma ai nostri occhi hanno un valore inestimabile.
A volte perchè ci ricordano un momento felice della nostra vita o una persona cara a cui li associamo, altre perchè sono oggetti che abbiamo desiderato tanto prima di poterli avere.

Il nostro attaccamento a questi oggetti spesso è solo legato a un periodo della nostra vita, passato quel periodo vanno a finire in qualche angolo della casa e magari ci dimentichiamo pure che sono esistiti, finchè un bel giorno, magari riordinando la soffitta o il ripostiglio ci tornano in mano e allora ci ricordiamo di loro e ci chiediamo come mai li abbiamo lasciati finire lì, in quell'angolo della casa e della nostra memoria.

Secondo me il motivo è proprio nella loro natura: sono oggetti.
Potranno pure essere legati a ricordi o persone care, ma sono comunque oggetti.
Che li si possa perdere, rompere o dimenticare è la cosa più normale che possa capitargli.

Sono solo oggetti.
Il ricordo del momento felice, della persona che ce l'ha regalato, dell'importanza che possono aver avuto in qualche momento della nostra vita non li rende qualcosa di diverso da di quello che in effetti sono, cioè oggetti.

Io in giro per casa ho una marea di oggetti che sono legati a ricordi particolari, alcuni belli altri meno belli, ma non posso dire di esserci affezionato. Possono piacermi, essermi utili, darmi delle belle sensazioni quando li uso, ma niente di più.

Se mi chiedessero qual è l'oggetto a cui sono più legato credo che non avrei una risposta.
Non è insensibilità, è che per me gli oggetti servono per la loro funzione, che sia estetica o di utilità, se uno si rompesse o non funzionasse più pazienza, lo sostituisco con un altro, il ricordo che mi ispirava non muore con lui, resta dentro di me.

venerdì 8 gennaio 2021

Magia

Tutti sappiamo che non esiste, che è solo un'invenzione, che fa parte della nostra fantasia.
Ma tutti in un modo o nell'altro ne siamo affascinati.
Parlo della magia.

Ci sono quantità enormi di libri, leggende, film e telefilm, racconti, favole, mitologie che hanno come tema quello della magia.

Da Il signore degli anelli a Il mago di Oz a Le mille e una notte, da Cenerentola a Biancaneve, da Vita da strega a Il trono di spade, da Mago Merlino a Harry Potter...

E in ognuno di questi tutte quella serie di creature mostruose e malvage che danno vita all'eterna lotta del bene contro il male che è uno dei grandi temi portanti di queste saghe, grandi personaggi immaginari che sono più famosi di qualsiasi personaggio storico.

Saghe e racconti che ci hanno accompagnato fin da piccoli ed che ancora adesso ci affascinano.
Mondi con maghi, streghe, fate e creature fantastiche e mitologiche che ci fanno volare con la fantasia verso mondi in cui niente è come sembra e dove tutto è possibile.

Forse è per il nostro desiderio più o meno inconscio che il mondo non sia solo come lo vediamo che queste storie ci appassionano e ci ispirano.

Pensare anche solo per gioco che qualcosa di quella magia che troviamo nei libri possa in qualche modo essere reale ci dà la possibilità di evadere dalla realtà quotidiana che spesso ci appare così piatta e monotona.

Immergerci in questi mondi fantastici ci permette di non ridurre tutto a mere teorie scientifiche o processi chimici o fisici e ci aiuta a vedere la magia in una Luna piena che illumina la notte, in una folata di vento che sparpaglia le foglie d'autunno, in un raggio di sole che si rifrange su un candelotto di ghiaccio e in tutte quelle piccole cose che vediamo e diamo per scontate ogni giorno.

giovedì 7 gennaio 2021

Inconsistenza

Allora, stasera voglio scrivere qualcosa di bello...
Qualcosa che stimoli la riflessione o che faccia ridere o che metta curiosità.... insomma qualcosa che quando qualcuno leggerà il post il suo pensiero sia "però, questo si che è un bel post!"

Ecco... questo è il pensiero che avevo quando quasi mezz'ora fa mi sono messo al computer per fare il post di stasera.

Mezz'ora in cui ho cercato di fermare uno dei pensieri vaganti per dargli forma con qualche parola.

Peccato che i pensieri che hanno vagato intorno a me in questa mezz'ora sono davvero pochi.
Fra questi pochi pensieri nessuno di quelli che sono riuscito a fermare aveva un minimo di senso, e quei pochi con un minimo di potenziale per farci un post riguardavano cose di cui ho già scritto.

Per carità, non è che mi lamento, è molto rilassante avere la mente piena solo di pensieri inconsistenti, ma quando uno deve trovare qualcosa da scrivere tutto questo 'svuotare la mente' e questa 'pace interiore' che sono i capisaldi della meditazione e della serenità può diventare un pochino controproducente.

Ma pazienza, per ora devo dire che sono molto contento di questa serenità da pensiero inconsistente, e se i post non risultano particolarmente interessanti, chiedo scusa a tutti quelli che mi leggono, ma pazienza.

Prima o poi tornerà a esserci qualche pensiero che abbia un minimo sindacale di concretezza da poterci scrivere sopra, per ora abbiate pazienza e accontentatevi di quello che c'è...

mercoledì 6 gennaio 2021

Scelta o apatia

Ci sono giornate, e ultimamente me ne sono capitate davvero parecchie, in cui mi guardo intorno e in casa vedo un milione di cose che si dovrei fare: mestieri, ordine, cucinare ecc ecc..
Allora cerco di mettermi all'opera ma dopo aver anche solo riempito la lavatrice mi prende una sensazione di disgusto e allora mi accascio sul divano con un libro o mi metto al computer e alla fine passo la giornata senza aver fatto praticamente nulla.

Alla fine di queste giornate mi riguardo intorno e provo una sensazione di inconcludenza, come se avessi buttato via la giornata e mi viene da rimproverarmi per come sono stato apatico per tutto il giorno.

Oggi invece le cose sono andate diversamente.
In questo mercoledì di vacanza, che spezza così bene la settimana lavorativa e che ti fa pensare che sarebbe davvero mica male se tutti i mercoledì fossero così, mi sono svegliato di buon umore, pieno di ottimismo e di energie.

Volevo uscire a fare un giretto, ma visto che pioveva ho cambiato idea e ho guardato tutti i mestieri che ho da fare in casa. Ma non con lo sguardo solito tipo "che palle dovrei fare questo e quello e quell'altro" che fa passare la voglia di fare qualunque cosa.

Stavo per decidere da dove cominciare a fare qualcosa quando mi sono reso conto che invece quello che volevo fare oggi era passare una giornata bello tranquillo a non fare niente.
Ma quello che provo stasera non è frustrazione per non aver fatto mestieri e pulizie, è quello di aver scelto di dedicare la giornata a non fare nulla ma in modo consapevole, non per apatia.

E anche se il risultato finale è che la casa è ancora il solito campo di battaglia, mentalmente mi sento sereno e rilassato e pronto ad affrontare e non subire tutto quello che mi prospetterà l'anno appena iniziato.

lunedì 4 gennaio 2021

Poche parole

Qualcuno potrebbe pensare che negli ultimi giorni io stia trascurando il post limitandomi a scrivere qualche piccola poesiola.

Ma vi assicuro che non è così.

Scrivere quei quattro versi che sembrano solo parole un po' buttate lì vi assicuro che spesso è più difficile che scrivere mezza pagina di parole.

Il fatto è che ci sono momenti in cui vorrei dire tante cose, o in cui mi sento come se non avessi niente da dire, o momenti in cui quello che ho da dire non è adatto a troppe parole.

Scrivere o descrivere uno stato d'animo, un pensiero fugace o un concetto indefinito usando parole e parole lo fa diventare spesso patetico e ripetitivo.

In quelle poche parole senza nè metrica nè rima(che mi permetto di chiamare versi anche se sono ben lungi dal poter essere considerati poesia) riesco a metterci tutta una serie di emozioni di pensieri che altrimenti non sarei capace di desscrivere.

Poi magari per uno che li legge sono solo quattro righe messe lì tanto per dire "ok, anche stasera ho fatto il post", ma in quelle quattro righe c'è molto di più, in quelle quattro righe ci sono io, c'è quello che sono in quel momento, senza vincoli, senza maschere.

In ognuno di quei post ci metto molto più di me che in qualsiasi altro.

La gioia, la speranza, la tristezza, la noia e qualunque emozione detta con troppe parole diventa piatta.
Quante volte diciamo "mi sento... non so come spiegarlo..."?
Ecco, per spiegare e dire certe cose non ci sono abbastanza parole, ecco perchè quelle parole che sembrano solo parole di comodo sono invece parole piene di tutto.

Almeno per me... poi come dicevo non so se chi le legge le sente come le sento io...