giovedì 6 giugno 2019

E' difficile


E' difficile,
ci sono momenti in cui ti chiedi chi te l'ha fatto fare,
momenti in cui ti sembra di aver sbagliato direzione,
momenti in cui ti dici che non ce la farai mai,
momenti in cui metti in dubbio le scelte che hai fatto.

Cerchi di importi una certa disciplina per riuscirci, ma la pagina resta lì bianca e le idee non vogliono saperne di prendere la forma di parole e frasi.

Come in mezzo alla nebbia quando più o meno sai dove sei ma non vedi dove stai andando, vorresti sapere se la direzione che hai preso è giusta ma non hai punti di riferimento a cui rivolgerti.

E allora prosegui alla cieca, perdi tempo in attesa che prima o poi la nebbia si diradi e potrai vedere dove stai andando.

Ma intanto ti sforzi di fare qualcosa, ma qualunque cosa fai ti sembra quella sbagliata.

Se per scrivere usassi ancora carta e penna come si faceva una volta avrei la sala invasa da fogli accartocciati buttati sul pavimento, se non altro usando il computer non rischio di estinguere intere foreste.

Scrivo e cancello, rileggo quello già scritto e mi viene voglia di cancellare anche quello, poi chiudo il computer e faccio un giro per calmarmi e quando torno ricomincio a scrivere e cancellare finché chiudo tutto e mi metto a giocare o a leggere.

Le idee in testa più o meno ci sono, ma sono come bolle di sapone, appena ti avvicini e cominci a intravederne i contorni quelle scoppiano.

Sono come i conigli nel prato, ce ne sono tantissimi, sono lì fermi, a volte ben visibili nell'erba a volte mimetizzati fra il fogliame, ma basta uno sguardo per farli sparire nelle loro tane.

E alla fine della giornata dove in pratica non ho concluso nulla mi ritrovo più stanco che dopo otto ore in ufficio.

E fanno presto manuali e corsi a dire come scrivere e come strutturare le cose, ma quando le parole non vengono non vengono e basta. E più ci sbatto la testa meno ne escono.

I momenti che ho scritto di più sono quelli in cui ho cominciato a battere sui tasti senza pensarci troppo.
Un po' come i post, quelli migliori sono quelli che si sono scritti da soli, senza stare troppo a pensarci, ma lasciando andare semplicemente le dita sui tasti.

Ma cerco di non scoraggiarmi, la giornata no può capitare, ma quando è così ti viene voglia di mandare tutto a quel paese, di rinunciare e cominciare a mandare curriculum a caso per qualsiasi lavoro che non dipenda da come ti svegli la mattina.

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