mercoledì 19 maggio 2021

Rapporti di lavoro

 Oggi ho cominciato a leggere un libro in cui i modo leggero e ironico si fanno molti riferimenti alla vita d'ufficio.

Il collega della scrivania di fronte del quale si sa a malapena il nome, le malignità sui colleghi dette alle spalle dell'interessato, il capo che osserva dal suo piedistallo ...

In effetti molte delle cose su cui schiere di comici e barzellettieri fanno leva non sono nemmeno così tanto gonfiate.

Perchè al lavoro i rapporti con le persone non sono come nella vita "reale". Al lavoro si crea una specie di bolla di realtà dove, un po' per sopravvivenza un po' per necessità, questi rapporti sono decisamente falsati.

Il primo motivo è che i colleghi non si possono scegliere. Gli amici e le compagnie con cui uscire o vivere uno se li sceglie, i colleghi invece capitano indipendentemente che piacciano o no.
Quindi se devo stare in ufficio 8 ore al giorno con una (o più) persone che non mi vanno a genio non è che posso mandarle a quel paese, devo fare bel viso a cattivo gioco e adattarmi.

Io per fortuna non ho mai avuto grossi problemi e coi colleghi sono sempre andato d'accordo... o meglio, vado d'accordo con quelli che mi sono simpatici e limito i contatti con quelli che non lo sono al minimo indispensabile per lavorare...

In questo ambiente in cui in qualche modo uno deve trattenersi ma deve comunque viverci diventa indispensabile la valvola di sfogo che, visto che comunque raramente si ha confidenza coi colleghi, diventa la polemica contro il capo, contro il lavoro, contro il collega che in quel momento non c'è...

Ma senza questi momenti dove dare sfogo al malcontento, reale o immaginario che sia, sarebbe davvero dura tirare sera...

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