sabato 14 novembre 2020

Pensare stanca

E' incredibile quanto possa essere faticoso un lavoro fatto stando tutto il giorno seduto a una scrivania davanti al computer.

Uno si aspetta di sentirsi affaticato quando fa un lavoro fisico, dove la fatica è giustificata dal fatto che sta tutto il giorno in piedi, o che passa la giornata a spostare pesi di qua o di là, ma quando il lavoro è stare seduto anche abbastanza comodo su una sedia uno non si aspetta di arrivare al sabato e aver voglia solo di riposare...

Questo può solo significare che il lavoro del cervello è altrettanto faticoso del lavoro del fisico.

Durante la settimana passo otto ore al giorno ad affrontare problemi fra i più disparati che riguardano i computer, a parlare con persone che spesso ti viene voglia di mandare a quel paese ma alle quali devi dare corda, con le quali essere gentile e a volte anche un po' ruffiano, senza sosta, passando da un problema tecnico all'altro e da una persona all'altra e arrivi a sera che nemmeno ti ricordi più con chi hai parlato due ore prima...

E per fortuna che il lavoro mi piace, mi piace avere a che fare coi computer e anche con le persone, ma devo dire che alla fine della settimana passare il sabato senza parlare con nessuno e facendo solo quello che mi va di fare o non facendo niente senza doverne rendere conto a nessuno diventa quasi una necessità, non solo ozio gratuito.

Dopo giornate intense di urgenze, scadenze, persone che ti dicono fai questo o fai quello passare il sabato da solo a godersi il silenzio e la tranquillità di casa mia è rigenerante.

A volte mi dico che dovrei fare qualcosa di utile per me o per la casa, ma anche solo l'idea di impormi di fare qualcosa mi mette addosso un certo disagio, quindi lascio scorrere la giornata seguendo l'onda di quello che mi viene spontaneamente in mente.

Poi lascio le inderogabili incombenze alla domenica quando le energie almeno un po' si sono rigenerate...

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