sabato 25 maggio 2019

Fuori dal mondo e dentro Milano


Stamattina dopo il "giretto caffè" sono rientrato a casa felicemente sudato e accaldato, ero in tenuta "fresca primavera" con pantaloni lunghi, golf di cotone e giubbotto di jeans.

Ho subito aperto l'armadio alla ricerca di un paio di pantaloni corti, delle scarpe da ginnastica e, con immensa gratificazione appena indossati sono uscito di casa stavolta non senza meta ma con l'idea di andare all'abbazia di Chiaravalle che è qui vicino.

Sono sceso alla fermata di Rogoredo e mi sono incamminato verso la mia destinazione un paio di chilometri da là.
C'è da dire che la prima parte del percorso, nonostante il sole e la luce di mezzogiorno, è una di quelle strade in cui non è necessario mettere il cartello "attenzione zona poco raccomandabile", con i binari del treno da una parte e qualche boschetto dall'altra è esattamente il tipo di posto dove prima di passarci dopo il crepuscolo ci pensi ben più di un paio di volte...

Poi, dopo qualche centinaio di metri la strada prosegue in mezzo alla campagna, coi papaveri che spuntano fra il verde dell'erba, fino ad arrivare al borgo di Chiaravalle e alla sua abbazia.
Un borgo che sembra fuori dal mondo, in mezzo a prati e boschi.
Mai uno penserebbe che siamo in un quartiere di Milano!

Forse c'ero già stato, ma non me lo ricordo, ma la classica atmosfera mistica che hanno le abbazie e i loro chiostri nonostante i gruppi di turisti è sempre unica.

La chiesa col suo coro intagliato le vetrate e gli affreschi, il chiostro e la maestosa torre la rendono speciale.

Finita la visita me ne sono tornato sui miei passi; ero tentato di fare un giro nel parco lì di fronte, il parco della Vettabbia, che sembra gran bello per una passeggiata ma vista l'imprevedibilità del clima e il fatto che tutti mi hanno detto che sarebbe piovuto non ho voluto sfidare la sorte. Quindi me ne sono ritornato in quel di San Donato.

Arrivato sotto casa (ancora col sole, l'acquazzone è venuto solo sul tardo pomeriggio) ho pensato che era il momento perfetto per il primo gelato della stagione.
Anzi no, non era il primo della stagione, diciamo il primo gelato in pantaloni corti!

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