Io per esempio decisi di iscrivermi all'università quando, dopo aver visto "L'attimo fuggente" con la scuola in 4a geometra, decisi di voler insegnare, di diventare professore.
La scelta era davvero ampia, una miriade di facoltà fra cui scegliere...
Alla fine la scelta cadde su Ingegneria Civile, un po' perché era diciamo una continuazione degli studi già fatti a geometra, un po' perché era comunque un campo che mi piaceva.
Il periodo universitario è stato cosparso di alti e bassi, momenti di scoraggiamento e momenti di euforia...
Una volta una amica mi chiese perché avessi scelto di fare ingegneria e io le dissi che il motivo era che volevo insegnare.
Lei: "Ma se era solo per diventare insegnante potevi anche scegliere qualcosa di più facile... Perché ti sei complicato la vita con ingegneria?"
Io: "Sì, hai ragione, potevo fare qualunque altra facoltà più semplice, ma volevo mettermi alla prova, raccogliere la sfida di ingegneria"
Lei: "Ma non è una motivazione un po' infantile?"
Io: "Sì, e allora?"
Alla fine ingegneria non l'ho finita.
Ho superato più della metà degli esami, ma a un certo punto ho perso lo stimolo, lo studio non mi dava più soddisfazione, solo l'idea di aprire un testo universitario mi metteva l'angoscia...
E' proprio in questo momento che mi capitò l'occasione di cambiare aria, mi si presentò l'opportunità di lavorare per un mese come tecnico informatico.
Era perfetto, quel mese avrebbe potuto risvegliarmi dal torpore in cui ero caduto, quindi accettai di buon grado, la cosa era stimolante, nuova, sconosciuta... esattamente quello che mi serviva.
Ebbene quel singolo mese di lavoro si allungò leggermente.... sono rimasto a lavorare là dove avevo cominciato per 15 anni...
Poi le cose sono ancora cambiate, ma il seguito lo racconterò un'altra volta.
Stavolta volevo solo raccontare come due delle scelte più importanti della mia vita sono state guidate dalla vita stessa.
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