Esci di casa al mattino, nell'aria il profumo di brioches e caffè che esce dalle porte dei bar, l'aroma della natura ritemprata dalla notte.
L'aria stantia della fermata del metrò, l'odore di plastica dei vagoni quasi vuoti al capolinea.
A pranzo profumi di cibo dai ristoranti e puzza di traffico delle strade trafficate.
E quell'odore di erba riarsa, e quel non so che di putrefazione dalle pattumiere al sole.
E sotto il sole cemento e catrame che tolgono il fiato, insieme magari all'odore di qualche cacca di cane.
E poi il ritorno, la metro più piena, persone accaldate che sprigionano un'arcobaleno di aromi.
E all'ora di cena gli odori più strani, di pasta, minestre e intingoli vari.
Poi entro in casa, mi scollo i vestiti, mi butto sotto la doccia per togliermi di dosso gli odori della giornata, fra i quali ormai si sente anche il mio, e li scambio con un bel profumo di sapone e pulito.
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