domenica 15 marzo 2020

Un fischio di speranza


C'era una volta un regno dove tutti erano felici.

Passavano le giornate per le strade e nei parchi e quando si incontravano si abbracciavano, si tenevano per mano e passeggiavano insieme.

Un giorno però arrivò un brutto temporale, il cielo diventò nero, le strade si riempirono di fango e le persone non potevano più uscire di casa.

Chiusi in casa cercavano un modo per far passare il tempo aspettando fiduciosi che il temporale finisse, ma dopo aver messo in ordine dappertutto, dopo aver cucinato torte e biscotti, dopo aver giocato a tutti i giochi che c'erano in casa il temporale ancora non era finito.

Tutti erano tristi perché anche se avevano cucinato tanti biscotti non potevano condividerli con i loro amici, non potevano più incontrare le altre persone, non potevano abbracciarsi e non potevano tenersi por mano.

Finché un giorno un bambino si affacciò alla finestra e vide che nella finestra del palazzo di fronte c'era un uomo che come lui guardava fuori con lo sguardo triste.

Il bambino allora fece un fischio e l'uomo lo sentì e fischiò anche lui.
In  strada c'era un ragazzo avvolto stretto nel suo impermeabile che spingeva un carretto. Lui nonostante il temporale era fuori di casa, perché era incaricato di portare il cibo alle persone chiuse in casa.
Lui affrontava il temporale per il bene di tutti gli altri, quello era il suo lavoro, ne andava fiero e sapeva che era importante, ma le strade deserte e il silenzio interrotto solo dai rumori del temporale lo facevano sentire stanco e solo.

Passando in quella strada sentì il fischio dell'uomo e del bambino.
Quel fischio riusciva a superare il rumore della pioggia e riempiva solitario tutta la via. Allora anche il ragazzo cominciò a fischiare.

Altre persone si affacciarono alla finestra, sentirono il fischio e a loro volta comiciarono a fischiettare finché tutta la via diventò un allegro concerto di fischi.
Chi fischiettava qualche motivetto, chi faceva fischi acuti e forti, chi non sapendo fischiare canticchiava.

Il ragazzo delle consegne proseguì per la sua strada portando con sé quel fischio e facendolo risuonare in ogni strada che percorreva.

Con quel fischio le persone si accorsero di non essere sole, erano costrette a casa, ma non erano sole, quel fischio ridava loro speranza, era come un raggio di sole nel grigio del temporale.

Il temporale sarebbe passato e loro sarebbero tornati a passeggiare insieme.

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