sabato 1 febbraio 2020

Tripudio d'oriente


E oggi, nonostante la giornata grigia e uggiosa, come programmato sono stato al festival dell'oriente.

Ammetto che quando mi sono alzato stamattina e ho guardato fuori dalla finestra la tentazione di tornarmene a letto è stata piuttosto forte, ma mi sono dato una svegliata, una sgridata e sono uscito.

E ne è valsa la pena. Ci ero già stato negli anni passati, ma è sempre bello farci un giro.

In mezzo a bancarelle coloratissime con abiti sgargianti, frutta secca, tisane, statue, gong, spade e chi più ne ha più ne metta.
Passando da un tempio buddhista a uno indù fra fregi e statue di divinità e guerrieri o lungo viali dai ciliegi fioriti fra draghi e animali mitologici.
Fra i palchi su cui esibizioni di tutti i tipi hanno luogo: dalle arti marziali ai suonatori di strumenti fra i più vari, dai ballerini dai coloratissimi abiti agli elaborati kimono giapponesi, dai massaggi thailandesi agli intagliatori di frutta ai tatuatori con l'hennè.
La musica dolce del liuto giapponese e quella sincopata dell'India che si alternano passeggiando fra gli stand.
Nel guazzabuglio di odori e sapori dei cibi speziati, agrodolci, colorati ed esotici.
Con le orecchie frastornate dai suoni di tamburi, musiche e canti che si mescolano fra loro senza un ordine preciso.
Insomma un tripudio di sensazioni che vanno a stimolare tutti i sensi, a volte anche confondendoli, dove sembra impossibile che tanti suoni, odori, colori possano convivere nello stesso posto senza che uno impazzisca.

Ma in tutta questa confusione anche se sembra impossibile c'è lo spazio per la tranquillità, per la meditazione, piccole oasi in mezzo al caos dove sembra che tutto resti fuori, dove il silenzio sembra regnare. Non è così, il rumore c'è, il viavai pure, ma questi posti sembrano uscire da tutto quello che li circonda.
E' la prova che se vogliamo trovare la tranquillità la possiamo trovare sempre e comunque, basta saperla accogliere, basta cercarla dentro di noi.
Non serve essere nel mezzo del nulla per trovarla, anche in mezzo al caos possiamo ritagliarci il nostro posticino dove mettere un cuscino e sederci lasciando fuori tutto quello che ci circonda e assaporando la pace del nostro respiro e del battito nostro cuore, non c'è bisogno di essere guru o santoni per farlo, basta solo volerlo fare.

Poi si torna nel viavai, nel rumore, nel mondo colorato e vario della bancarella vicina e si assapora una nuova emozione.

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