venerdì 18 dicembre 2020

Attendiamo

Di solito in questo periodo dell'anno si è in trepidante attesa dell'arrivo feste, dello stare in famiglia, dei preparativi per il presepio vivente, dei regali, della notte di Natale, del capodanno e di tutte le cerimonie e delle tradizioni che questo periodo porta con sè.

Un'attesa che contagia tutti, sia chi si diletta in addobbi, compere, luminarie, sia chi invece è indifferente a queste cose o addirittura le disprezza.

Per quanto uno possa essere e pensare come un grinch, l'arrivo del Natale non può non dargli una sensazione di attesa e di festività.

Quest'anno, che è stato un anno decisamente anomalo, continua con la sua stranezza e ha trasformato l'attesa dei riti di Natale nell'attesa di sapere se e come si potranno vivere questi momenti.

Siamo tutti lì ad aspettare di sapere cosa potremo fare o non fare, come potremo o non potremo farlo, dove potremo o non potremo andare.

La mia non è una polemica, è una constatazione.

Siamo in un periodo difficile che ci accompagna da davvero troppo tempo, ci dobbiamo adattare a una serie di comportamenti per salvaguardare la nostra salute, dobbiamo adeguarci a regole e imposizioni a cui non siamo mai stati sottoposti.

E ci adattiamo e facciamo tutto quello che possiamo per cercare di comportarci nel modo più corretto.

E anche facciamo tutto il necessario e siamo consapevoli che è solo per il nostro bene, lasciatemelo dire, non è che per forza debba piacerci.

Ma del resto non ci piacerebbe nemmeno trovarci in ospedale o che in ospedale ci finisca qualcuno dei nostri cari.

Quindi attendiamo.
Attendiamo le prossime direttive, attendiamo la fine di questo periodo assurdo, attendiamo che il mondo torni a essere se stesso.

Nessun commento:

Posta un commento