mercoledì 25 novembre 2020

Vivo in due mondi

Sto vivendo un periodo piuttosto strano.

Mi sveglio la mattina ed esco al gelo che in questi giorni fa davvero sentire l'inverno.

Passo la giornata in iperattività mentale, giostrandomi fra risoluzioni di problemi di computer, telefonate volte ad abbonire utenti spazientiti, ragionamenti e ricerche per soluzioni e direttive il tutto seduto alla scrivania e senza perdere un colpo.

Poi esco dall'ufficio ed è ormai notte fonda, camminando verso casa svuoto gradualmente la mente di tutto quello che ha a che fare col lavoro.

Arrivo a casa e meccanicamente mi cambio e mi metto qualcosa di comodo, poi mi guardo intorno pensando che potrei fare qualcosa, ma mi accascio e mi spengo leggendo un libro o cazzeggiando un po' col computer.

Arriva l'ora di cena e la mia mente fa fatica a registrare quello che c'è nel frigo e a elaborare quello che potrei mangiare.

Arrivano le otto e l'appuntamento col post mi scuote, almeno un po', dal torpore che subito dopo averlo pubblicato si ripresenta spegnendo di nuovo il mio cervello e l'unica cosa che ho voglia di fare è rintanarmi sotto le coperte e leggere quelle quattro pagine prima di crollare addormentato.

Penso a quello che potrei fare nel finesettimana e solo pensare di fare programmi mi stanca, non c'è qualcosa che vorrei fare e quello che dovrei fare spesso non ho voglia di farla.

Non ho voglia di fare niente, mi sembra di non avere nemmeno le energie per fare niente, ma la cosa non mi turba.

Vivo diviso in due mondi opposti: attivo e vigile nell'orario lavorativo, spento e svogliato nel resto del tempo.
E la cosa non mi dà nemmeno fastidio.

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